Qualcuno li ha definiti i “terribili due” e, in effetti, il sentore che i dodici mesi che ci aspettano non siano proprio una passeggiata l’ho da diverso tempo.
Da quando hai iniziato a dire “no” con convinzione, con l’intenzione che traspare dagli occhi e dalla testa, un po’ piegata per dare enfasi all’affermazione.
Da quando capisci perfettamente se la mia giornata è storta e, quasi a farmelo apposta, sfoderi tutto il repertorio di pianti, capricci e inspiegabili monellerie.
Se però le ultime settimane sono state un’anticipazione di quelle che arriveranno, ci saranno anche tanti giochi nuovi. Giochi con regole, con personaggi da impersonare e posti fissi da occupare perché lo decidi tu.
Canzoni da imparare e cantare in coro, che adesso canticchi sovrappensiero ed io faccio ancora fatica a capire. Forse le hai sentite all’asilo e le ripeti nel tuo linguaggio in costruzione.
Dialoghi da sperimentare, perché conversare con un bambino di due anni offre innumerevoli momenti di ilarità e contemporanea frustrazione, tra parole inventate e la magia dell’apprendimento cui noi adulti assistiamo privilegiati.
Ci saranno amicizie tutte tue e ora che i tuoi amici hanno un nome da pronunciare è più bello chiamarli per giocare, passeggiare in moto insieme, mangiare le pizzette seduti accanto.