

Con questo spirito di scoperta e sperimentazione sono andata qualche giorno fa a lezione di té giapponese. Complice una città che offre infinite ed esotiche possibilità di apprendimento, ho messo il taccuino e la macchina fotografica in borsa e mi sono diretta alla Maison Jugetsudo con l'intenzione di scoprire l'arte e i segreti del té.
Confesso un po' di dubbi iniziali legati, in particolare, al sapore spesso ferroso del té verde ma davanti alle conclamate virtù benefiche (e drenanti) del té verde non ho potuto opporre resistenza...dovevo saperne di più. Ho fatto bene a non demordere: in un'ora e mezza di lezione ho imparato molto su quest'antica arte nipponica, ho bevuto dell'ottimo té e soprattutto ho capito quali errori evitare per gustarlo al meglio anche a casa.

Lezione numero uno: rispettare ASSOLUTAMENTE tempi e temperature d'infusione solitamente indicati sulle confezioni. Come le bellissime donne in kimono, dalla pelle trasparente e perfetta e i movimenti leggiadri, le foglie di té verde sono delicatissime e aggredirle con acqua ad altissima temperatura ne rovina l'aroma perché, di fatto, le brucia. Meglio quindi riscaldare la teiera vuota con l'acqua bollente e aggiungere le foglie di té solo quando l'acqua è scesa di temperatura (vedere compiere questo rituale alle maestre è stato veramente ammaliante, praticamente ipnotico... ma del resto loro l'hanno nel DNA e alla genetica non ci si oppone).
Lezione (inaspettata) numero due: le foglie di té sono riciclabili!!! Il tè si può usare fino a tre infusioni. Ovviamente alla prima il gusto sarà più forte, nelle successive dato che le foglie saranno già aperte non è necessario lasciarle troppo in infusione.
Varie ed eventuali (sempre in chiave riciclo): le foglie della varietà Gyokuro, la più preziosa, sono buone! Dopo averle usate per la preparazione del té possono essere mangiate nature o con un po' di soia, o aggiunte alle insalate. Credo che tenterò l'esperimento culinario anche con altre varietà.