Ho finalmente individuato l’elemento che differenzia nettamente me (giovane-donna-moglie-mamma-lavoratrice) da mio marito (giovane-uomo-marito-padre-lavoratore… cuoco): la pellicola trasparente.
Dopo anni di vita insieme e di condivisione dello spazio più importante della nostra piccola casa – la cucina – posso affermarlo con certezza: i cuochi hanno nel dna un gene che li distingue da noi comuni mortali che amiamo stare ai fornelli, si chiama il gene della pellicola.
Fateci caso: la normale dispensa domestica accoglie i rotoli di stagnola, pellicola e carta forno in discrete confezioni da 20, massimo 50 metri e solitamente li destina ai “non luoghi” della cucina, nella maggior parte dei casi a qualche anta improbabile o a riempire spazi lasciati da pentole e scatolame.
Mio marito, lo chef, acquista solo rotoli da 300 (t-r-e-c-e-n-t-o) metri e addio antina sfigata.