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lunedì 10 marzo 2014

La scacciata della nonna, perfetta dopo un viaggio.


Da una vacanza fuori stagione, per di più al caldo e in una località di mare in pieno inverno, non sapevo cosa aspettarmi. Intendiamoci, non che disprezzassi l’idea, tutt’altro! Semplicemente rappresentava, prima di due settimane fa, un’incognita.

Poi, dopo mesi di attesa e lunghe telefonate serali con il mio alter ego franco-americano (lei è bionda, ha gli occhi azzurri e la pelle diafana ma aldilà di questi dettagli ogni tanto credo ci abbiano separate alla nascita!), la settimana a Tenerife è arrivata.

Delle spiagge, del vento, delle tapas, del sole che inaspettatamente torna a scaldarti le braccia e la fronte, vi parlerò tra qualche giorno quando avrò riordinato appunti e foto. Però, prima ancora di riosservare i giorni appena passati attraverso i nostri scatti e fare un bilancio dell’esperienza, mi sono accorta di una cosa.

Tanto la vacanza è stata all’insegna del puro relax e dell’apatia culinaria (in fondo è riposo anche lasciare intatte le pentole della casa temporanea no?), tanto invece è stato piacevole ritornare ad accendere i fornelli di casa. Mettere l’acqua a bollire, prendere dalla credenza la ciotola bianca per l’insalata e i condimenti nelle boccette di vetro trasparente poggiate sul vassoio color melanzana.

mercoledì 27 novembre 2013

Torta morbida con mele e noci, per dire arrivederci.


Quando una persona ci lascia non c’è molto da aggiungere al dolore, alla tristezza, allo spaesamento. La perdita svuota e riempie tutto allo stesso tempo.

Ho sempre notato come i giorni immediatamente successivi alla morte di una persona cara fossero pieni di cose da fare. La quotidianità, la burocrazia, la ricerca di ordine che s’intromettono a forza nella vita di chi resta per ancorarlo al presente e non permettergli di abbandonarsi al dolore, ai pensieri.

Ho perso mia nonna pochi giorni fa, la mia unica nonna ancora in vita. 95 (quasi 96) anni di tenacia e combattività. Una scomparsa non improvvisa ma che comunque ha lasciato in me e forse anche nel resto della famiglia, nel nostro bizzarro matriarcato - perché in quel ramo di parenti non c’è storia, noi donne siamo la maggioranza -, la sensazione di guardarci negli occhi e dirci “e ora?”.

Perché, inutile negarlo, certe persone tengono insieme le altre. Ci sono e basta quello perché un filo invisibile annodi pensieri e destini di figli, generi, nipoti.