Cos'ha a che fare la mia spesa con la letteratura? Beh, proprio Delerm ricorda con nostalgia i momenti passati in cucina sgranando i piselli e si sofferma soprattutto sulle interazioni familiari cha avvenivano nel corso di quegli attimi condivisi attorno ad un tavolo. Nel mio caso si tratta invece di un piacere esclusivamente sensoriale, legato all'azione meccanica, alla pressione che il dito esercita sul baccello fino a quando quest'ultimo fa crac, aprendosi per svelare il suo contenuto. Il piacere di staccare uno a uno i piselli facendo scorrere il dito, quasi si trattasse di un gioco con le biglie. Ho pensato a quanti momenti speciali costellano le mie giornate e ne ho trovati tanti... sono fortunata! Ho deciso di condividerne cinque con voi, uno per ciascun senso.
Per il Tatto ho già detto, sono i petits pois i protagonisti. Vista: i boccioli appena spuntati della stella di Natale che, miracolosamente, è sopravvissuta al mio assente pollice verde e si prepara a vivere la sua prima estate. Udito: il rumore delle chiavi dietro la porta d'ingresso quando il mio chef torna a casa dal lavoro, prima che apra. Olfatto: il sssss che esce dalla confezione sottovuoto del caffè quando la apro (rischio di rimetterci il naso per quanto lo appiccico vicino alla linguetta). Gusto: il ripieno morbido e burroso dei macarons che si scioglie lentamente sotto il palato, un'esplosione di aromi ogni volta diversi (l'ultimo è stato il mughetto, nuovo gusto primaverile di Ladurée).
Ma cosa succede quando un gesto, per quanto piacevole possa essere, diventa ripetitivo come nel caso di una cucina professionale? Ho rivolto a qualcuno di più competente in materia la domanda e, con mia grande gioia, ho scoperto che i piccoli piaceri rimangono, sono solo più difficili da individuare. Niente petits pois da sgranare (troppo da neofita della cucina), il petit plaisir di un cuisinier potrebbe essere il seguente: riempire la planetaria con mezzo litro di panna fresca e farla partire, assaporando il dolce suono della frusta che lentamente trasforma il liquido contenuto in morbida panna. Infine, a sublimazione di questo momento, prendere con una spatola la suddetta panna montata e gioire sentendo il plaf che fa cadendo nella ciotola! I piaceri sono piaceri...non si discutono!!!
Trovare una ricetta che valorizzasse a dovere il mio personalissimo piacere di sgranare i piselli non doveva essere compito mio ma, ahimé, anche i migliori cuisinier si ammalano. Mi sono dovuta rifugiare su una classica vellutata che potesse fare degna compagnia a un riso in bianco senza scatenare troppe gelosie alimentari.
Vellutata di piselli
Ingredienti
- 250 gr piselli sgusciati
- 1/2 lt brodo di pollo o vegetale
- 1 cucchiaio da tavola di formaggio fresco tipo Philadelphia
- 1 cucchiaino da thé di erba cipollina tritata
- 1 fettina di salmone fresco o affumicato tagliata a listarelle (opzionale)
- sale, pepe bianco
Servire in una fondina, aggiungendo poco prima di portare in tavola un po' di formaggio fresco, una spolverata di erba cipollina e qualche listarella di salmone. Consiglio di usare quello affumicato quando la vellutata è servita tiepida o fredda, usando invece quello fresco per la vellutata calda.