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martedì 18 febbraio 2014

Ce la facciamo una carbonara?


Coraggio in cucina è anche presentare un piatto della tradizione”.

Così uno scapigliato Luciano Monosilio ha concluso lunedì scorso il suo intervento al Food Experience, dopo averci mostrato senza troppi orpelli e giri di parole come cucina la carbonara.

Mi ero preparata a un intervento moderno, a vedere usare tecniche strane, sifoni e sottovuotatrici per esempio. Avevo già nel cassetto un paio di domande su tradizione e innovazione (alcune anche un po’ cattivelle che mi avevate suggerito voi) e invece mi sono trovata spiazzata dall’apparente semplicità di uno chef che arriva, cucina e se ne va.

In realtà la carbonara è meno semplice di quanto si pensi, ma per Monosilio non ci sono segreti o magie, solo accortezze da seguire per preparare un buon piatto della tradizione che, per la sua stessa natura, avrà sempre mille interpretazioni, mille diverse voci pronte a levarsi al grido di “non si fa così”.

Io però qualche appunto mentre lo chef cucinava l’ho preso e stasera lo condivido con voi: prendetela non come LA carbonara ma come una carbonara da provare perché ne vale la pena, credetemi.

venerdì 7 febbraio 2014

Question time: la carbonara!

credits photo Identità Golose
Lo vedete questo piatto?
Certo, è una carbonara” mi direte voi.
E qui vi sbagliate.

È la carbonara di Luciano Monosilio chef del ristorante Pipero al Rex di Roma che dicono sia la più chiacchierata della capitale.

Dicono ancora (quelli di Identità Golose): “Se la monumentale versione della tradizione è già diventata il benchmark capitolino in materia, il giovane chef lavora in contemporanea a quella del futuro, un esperimento (raffinato e quasi futuristico nella presentazione) con l’Uovo marinato al miso, topinambur e caviale. Dovessimo comporre la nazionale che verrà della cucina italiana, Luciano Monosilio sarebbe tra i convocati certi”.