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lunedì 1 dicembre 2014

Ricette per Natale: insalata autunnale di pollo


Mi è avanzato un pollo arrosto questo weekend, come lo mangiamo?

A volte basta il messaggino whatsapp di un’amica per farmi venire un’idea e la voglia di renderla subito concreta, mettendomi ai fornelli. Al primo diiin del telefono ne seguono numerosi (non prima di aver attivato la modalità silenziosa, pena l’ira dei rispettivi consorti) e nel giro di qualche frase l’idea di ricetta è sfornata, pronta per essere testata.
Ci sono io che indago sul contenuto della dispensa e sui desideri culinari mentre lei, l’amica questionante, che esaustiva risponde e commenta, in un interminabile susseguirsi di frasi brevi che diventano concitate man mano che ci avviciniamo alla ricetta che in teoria ci sembra la migliore. 

Hai anche delle patate?
Potresti aggiungere dei chicchi di melagrana, se vuoi te ne posso dare un po’ io
La compro domani tornando dal lavoro, tanto il pollo lo mangiamo a cena
Una volta ho fatto un’insalata con una salsa allo yogurt e scalogno (ndr: questa de La Tartine Gourmande) ma se non ti va di appesantirla puoi semplicemente insaporire lo yogurt con una spezia che ti piace, prezzemolo tritato al curry o alla paprika
Ok, provo e ti dico

Puntuale, nei giorni seguenti, arriva la recensione della ricetta con commenti, proposte di aggiunte e modifiche. Dopo quasi cinque anni di blog, questo scambio – con amiche, mamma, lettori che mi scrivono o commentano - è forse la parte più bella di tutto. La fiducia che mi danno, che mi date, è tanta, mi riempie di felicità, stimolando e colorando i giorni più cupi.

venerdì 14 novembre 2014

Gattò di patate e zucca #SamsungSmartChef


Premessa meteorologica: le foto di questo post non risalgono ad agosto ma alla scorsa domenica, così inaspettatamente soleggiata da riempire la cucina e far venire voglia di passare lì tutta la giornata. Perché in questo nuovo spazio candido quando c’è il sole tutto risplende di energia e la trasmette immediatamente al cervello e alle mani.

Poi ahinoi è iniziata una settimana grigia e piovosa, costellata di fazzoletti appallottolati e mandarini sbucciati per contrastare l’influenza che, implacabile, ci ha colpito tutti. Settimana dalla quale, però, ho imparato la seguente cosa: è inverno e c’è il sole? Fotografa subito, potresti rivedere la luce dopo lunghi giorni monotonali.
Ma torniamo a noi, la luminosa domenica di cui sopra l’ho in parte passata in cucina a sperimentare per una nuova collaborazione con Samsung, che mi ha coinvolta nel progetto #SamsungSmartChef.
Come funziona? Andiamo con ordine.

lunedì 23 dicembre 2013

Ricette per Natale: pollo arrosto marinato alla birra con zucca e patate al forno


Meno due a Natale.
Un’influenza in corso (che per una volta ha risparmiato il piccolo di casa per deliziare la scrivente…), tre pacchetti da fare, una lista della spesa mandata via sms a uno chef molto paziente, quattro portate da definire per la cena della vigilia che si annuncia diversa dal solito grazie alla compagnia di un’amica foodblogger, un libro da stampare e correggere alla velocità della luce prima che tutto si fermi per le feste, decine di mail che si accumulano non lette.
I segnali dell’arrivo del Natale ci sono tutti, non trovate?

venerdì 3 maggio 2013

Pollo e patate, al ritmo di twist!

Questo venerdì ha il sapore strano di un fine settimana che inizia senza che la settimana si sia realmente snodata. Magia delle vacanze infrasettimanali che mandano calendari e orologio in un luogo sospeso e ci regalano momenti di distacco da tutto.

Non ho neanche fatto in tempo a preparare il primo picnic della stagione che il 25 Aprile era già finito e la valigia per un’intensa due giorni in Piemonte andava preparata (ve ne parlerò presto). Poi ci sono stati svariati treni, pullmann e perfino un trattore che mi hanno portata su e giù tra Vercelli, Milano e il nostro angolino fuori città, quello speciale solo per noi tre.

giovedì 14 giugno 2012

Tortilla e retroscena di una foto


Potrebbe sembrare una foto come tante altre già presenti in questo blog: c’è qualcosa da mangiare in primo piano, ci sono stoviglie, posate, stoffe. C’è luce, c’è colore. I profumi ancora non riescono a passare attraverso lo schermo ma forse un giorno sarà possibile varcare anche questa frontiera.

Se ci fosse uno sfondo musicale…sarebbe il pianto fragoroso di minichef alquanto alterato per essere stato confinato nel suo box onde evitare che il set improvvisato in casa crollasse miseramente sotto i suoi attacchi!

giovedì 8 marzo 2012

Pommes Dauphine


Diversi.

Lo sapevo fin dall’inizio, ma avevo scelto di ignorare tutti i segnali, gli avvisi che mi stavi lanciando.

Tu neanche lo sapevi che ti stavo studiando e, inconsapevole, ti sei lasciato conoscere, mi hai aperto i cassetti colmi del tuo passato e quelli vuoti del tuo armadio. Avrei dovuto fermarmi lì, prima che la mia vita prendesse la forma degli spazi che mi donavi, prima che i giorni si allineassero con il loro carico di colazioni silenziose, telefonate a metà pomeriggio, post-it sul frigorifero. Invece ci siamo buttati nel noi, incuranti di qualsiasi ‘prima’, degli spigoli che avevamo e che talvolta sono diventati ostacoli del quotidiano.

venerdì 26 novembre 2010

La semaine des légumes oubliés: le patate Œil de Perdrix (o King Edward VII)

Arrivati a venerdì non potevo chiudere la settimana dedicata alle verdure dimenticate, sconosciute o comunque 'strane' che rendendo omaggio ad una delle protagoniste della cucina francese e, più in generale, di tante buone tavole: la patata! Scelta obbligata soprattutto in considerazione del fatto che sui banconi dei mercati francesi si trovano così tante varietà diverse di pommes de terre che è un piacere perdersi tra rattes, vitelottes (le famose patate viola di cui vi ho parlato qui), bintje e chi più ne ha più ne metta.

La mia preferenza però è caduta su una tipologia mai vista prima che ha catturato l'attenzione per il suo colore, o meglio, per la sua caratteristica inconfondibile: una macchia rossa :-)

Si tratta delle patate œil de Perdrix (Occhio di Pernice): una varietà tardiva di patate inglesi note anche con il nome King Edward VII, la cui coltivazione si fa risalire all'inizio del secolo scorso. La raccolta delle œil de Perdrix si effettua da luglio a settembre, ma si mantengono molto bene nei mesi invernali conservate al riparo dalla luce e in luogo fresco ma secco. Il sapore è dolce e gustoso, ideale per preparazioni al forno, per la raclette, la tartiflette, il sempreverde purè o delle gustose frites.

Su suggerimento di Madame Patates (la quale ha anche gentilmente fornito la ricetta) le ho preparate tradizionalmente ovvero al cartoccio, una cottura semplice ma gustosa che esalta il sapore delle œil de Perdrix. L'ideale sarebbe farle cuocere sulla brace, in mancanza di un camino o non volendo dare fuoco al parquet si può serenamente optare per un passaggio in forno... il risultato è garantito al 100%

Con le œil de Perdrix vi auguro un buonissimo fine settimana, ricco di riposo, gusti nuovi o piacevoli riscoperte (giusto per rimanere in tema con la settimana), insomma di momenti belli!

Patate "Oeil de Perdrix" al cartoccio

Ingredienti

250 gr di patate oeil de Perdrix

100 gr pancetta affumicata tagliata a bastoncini

1 cucchiaio da tavola acqua

1 cucchiaio da tavola olio evo

tabasco q.b.

sale q.b.

pepe q.b.

Formare con la carta da forno un cartoccio nel quale mettere le patate ben lavate ma non sbucciate. Aggiungere l'acqua, l'olio e la pancetta affumicata, salare, pepare e versare qualche goccia di tabasco. Chiudere molto bene il cartoccio e infornare per circa 20 minuti in forno già caldo a 220°C.

giovedì 28 ottobre 2010

In viaggio (virtuale) verso il Friuli

Poche terre sono belle, affascinanti e al contempo poco conosciute come il Friuli Venezia Giulia. Anche la sottoscritta, nata e cresciuta migliaia di chilometri più a Sud, ne ha per larga parte della propria vita ignorato (o quasi) l'esistenza. Poi un giorno capita di ritrovarsi a fare le valigie per un lungo weekend con una destinazione ignota: Pordenone e provincia, anzi più precisamente San Vito al Tagliamento. Ciò accadeva più di cinque anni fa e quei quattro giorni sono stati i primi di una serie di meravigliosi weekend costellati da passeggiate in borghi antichi, brindisi con incredibili vini bianchi, nonché cene, pranzi, spuntini (insomma ogni occasione buona per mettere le gambe sotto a un tavolo) a base di San Daniele, frico e... cjalsòns!!!

Come spiegare cosa sono esattamente i cjalsòns? Devo ammettere che tutte le volte che ne ho ordinato un piatto ho mangiato qualcosa di diverso e, proprio per questo, unico. Nel mio palato però e, conseguentemente, nella mia memoria si sono fissati l'inconfondibile aroma della cannella unito alla morbidezza delle patate e all'amaro saporito della ricotta. Un piatto davvero buonissimo, simbiosi perfetta di sapori dolci e salati.

Grazie a Rossella, autrice del blog "Ma che ti sei mangiato", oggi ho la possibilità di cimentarmi per la prima volta nella preparazione dei cjalsòns in versione parigina ;-)

Rossella, infatti, ha invitato bloggers e non a mettersi ai fornelli provando una delle tante versioni dei cjalsòns, con l'obiettivo di far conoscere meglio il Friuli e in particolare l'opera di Gianni Cosetti cuoco di Carnia (regione montuosa del Friuli) che (cito letteralmente le informazioni che mi ha mandato Rossella) "negli anni Ottanta e Novanta si guadagnò una stella Michelin con il suo Ristorante Roma di Tolmezzo. Già allora lui s’impegnava nel recupero delle tradizioni e dei prodotti locali. Organizzò anche un concorso per raccogliere le ricette delle casalinghe friulane in tema di cjalsòns. Su 40 partecipanti vennero fuori ben 40 ricette diverse!!!"

Che altro aggiungere? Tra le tante ricette proposte ho scelto di provare i Cjalsòns Krofin di Timau perché mi sono sembrati i più vicini alla mia personalissima esperienza culinaria. Per forza di cose ho dovuto rinunciare alla ricotta affumicata, trovarla nella Ville Lumière è impossibile: ho girato quasi tutti gli arrondissement ma niente... mie predilette amiche friulane (so che ci siete e leggete) conto su di voi per un rifornimento! Rispetto alla ricetta originale ho ridotto la dose di zucchero nell'impasto e sostituito l'uvetta con la mela perché una volta li ho mangiati anche con la mela ed erano buonissimi! Al posto del pizzico della menta secca ho usato una buona manciata di timo fresco che ha aggiunto una nota aromatica all'impasto. Ho voluto anche sperimentare una versione a fagottino, buona come quella classica a raviolo, l'importante è far cuocere i fagottini qualche minuto in più affinché la pasta sia cotta uniformemente.

Buon appetito e... viva il Friuli Venezia Giulia!

Cjalsòns Krofin di Timau

giovedì 27 maggio 2010

Purè di Vitelotte anti grigiore

Uffa, mi devo rassegnare al tempo volubile che un giorno mi costringe a uscire di casa in infradito, munita di ventaglio per sopravvivere all'afa, e quello dopo si diverte a sorprendermi con temporali a intervalli (che arrivano esclusivamente quando sei fuori casa, possibilmente senza ombrello) e una gentile brezza polare. Ci vuole infinita pazienza e un armadio pronto a rispondere in ogni momento alle mutevoli esigenze climatiche. Come se non bastasse poi il mio stomaco meteoropatico passa dal desiderare granita e brioche seduta a un baretto vista mare, alle visioni di brasato con polenta in una bella baita montanara.
Da due giorni piove incessantemente quindi l'oscillometro indica stabilmente brasato :-) Il tempo di avviarlo non c'è, sinceramente la voglia di cucinare neppure. Che fare allora? Per me la soluzione è domandare con voce dolce e sorriso smagliante al proprio cuisinier: «Mi fai il purè di vitelotte?». Il purè è di suo una bella coccola e un ottimo antidoto al cattivo umore, quello di patate vitelotte bello colorato di viola è per me il top, la trovata colora-piatto in una giornata uggiosa.

Intendiamoci, non sono sempre stata così precisa nell'esprimere richieste culinarie, della vitelotte ho scoperto l'esistenza dopo l'arrivo in Francia quando al primo giro al marché mi sono imbattuta nel Bar à Patates che poi è diventato tappa fissa nel giro settimanale di compere. Quintali di patate di varietà mai sentite nominare, di diverse forme e dimensioni, accuratamente disposte e pronte a rispondere a tutte le esigenze. Insomma una patata per ogni stagione e per ogni ricetta.

Ho capito che la faccenda delle patate qui era molto seria la prima volta che, al momento di fare la lista della spesa, si è prodotto il seguente dialogo (con me nella parte di quella con foglio e penna in mano incaricata degli acquisti):

- lui: «Allora domani prendi per favore mezzo chilo di vitelotte, due chili di bintje e se ci sono anche delle charlotte, fai tu la quantità»

- lei: «ehhhhhh!?! 'bingie' con una o due G? e poi...che sono? mele o cosa? »

Dopo un annetto la situazione è migliorata, ho imparato come si scrivono tutti questi nomi e anche (più o meno...) ad associarli alla giusta patata senza aiuti (a leggere i cartellini sono bravi tutti). A questo tubero va riconosciuto inoltre il merito di essere il perfetto alleato in cucina, pronto a mille interpretazioni e raramente deludente le aspettative. La vitelotte in questione è perfetta fritta (le chips di vitelotte sono da brodo di giuggiole) o bollita per il purè. Stavolta dunque abbiamo portato in tavola puré di vitelotte...e domani?

Puré di Vitelotte