sabato 15 luglio 2017

Frollini all'olio per la prima colazione di vacanza

Sabato mattina, la prima mattina di vacanza.

In realtà sto scrivendo questo post di venerdì pomeriggio, siamo arrivati a Roma da poco, tra qualche ora lasceremo la capitale per raggiungere finalmente il tanto agognato mare e per una settimana io e i bambini dimenticheremo l’asfalto cittadino e l’aria condizionata. Per una settimana ci saranno solo i tuffi, il sole, il primo incontro della piccola con l’acqua salata, le passeggiate lente sulla sabbia bagnata, i costumi come divisa d’ordinanza.

Ci mancherà il nostro chef, rimasto a Milano per lavorare, ma credo che al nostro ritorno avremo così tanto da raccontargli della vacanza con gli zii che gli sembrerà di essere stato con noi, i fiumi di parole di minichef saranno senz’altro in grado di condurlo in un viaggio virtuale al nostro fianco (Sì, siamo entrati in piena fase logorroica, in cui ogni conversazione con minichef si trasforma in un avvincente monologo. Se esista qualcosa in grado di fermare quest’ininterrotto flusso comunicativo non so ancora…).

Sabato mattina ci sveglieremo sentendo l’aria di mare – oh, se mi è mancata – con la frenesia del primo giorno di vacanza, la voglia di correre subito in spiaggia e di tuffarsi in acqua.
Ma prima c’è la colazione, come sempre noi. Perché non c’è nulla che possa impedirci di ritrovarci appena svegli, ancora assonnati e in pigiama, attorno al tavolo della cucina. Passano gli anni ma le abitudini consolidate no.

martedì 11 luglio 2017

Curiosità e un pranzo mediterrano

Se dovessi definire alimentarmente i miei figli, potendo indicare un solo aggettivo non avrei molti dubbi e sceglierei “curiosi”.
Non hanno grandi timori, mostrano interesse verso nuovi colori, forme e consistenze e provano quasi tutti i cibi che gli proponiamo. Quasi, perché sono pur sempre bambini ed è normale (e giusto!) che abbiano alcune remore legate alle loro diverse età e al gusto personale, già definito sin da piccoli.
In ogni caso, nel post di oggi non volevo fare un elogio dei pargoli di casa, quanto condividere con voi una personale riflessione fatta qualche giorno fa. Ho passato due settimane da sola con loro fuori città - siamo letteralmente scappati dalla canicola milanese - e ciò ha significato la totale presa in carico dei loro bisogni alimentari da parte mia. Normalmente sono io a occuparmi della cena, mentre il pranzo è un’opera di concerto con lo chef; in questa minivacanza invece per la prima volta eravamo noi tre da soli: tre esseri umani da nutrire, di cui una con uno svezzamento (già ben avviato) in corso.

Ed è qui che torno al tema curiosità. Non so come sia per le altre pluri-mamme ma io a questo secondo giro di svezzamento ho abbandonato prestissimo tabelle, brodini monoverdura e passati indefiniti. Non che sia una sostenitrice di “polenta e spezzatino baby version”, per carità, ma diciamo che sto assecondando l’interesse della piccola per cibi più solidi e la mia necessità di non passare in cucina giornate intere. Perché, sono onesta, di imbastire pasti diversificati per ogni membro della famiglia non ho alcuna intenzione o per lo meno non voglio finire a cucinare “pastina al pomodoro per lui”-“passatino per lei”-“grigliatona per i genitori”, giusto per restare sul generico.
Ma è qui che la santa curiosità che mi salva! Perché se i figli provano tutto e tu sei una mamma un po’ annoiata in cucina, cosa si fa?