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mercoledì 25 gennaio 2012

L’ora del tè

Metto a bollire dell’acqua per il tè. Chi ne vuole una tazza?” 

La frase, sempre quella, arriva puntuale tra le sedici e le diciassette, cambia soltanto chi la pronuncia.

Certi luoghi portano in sé riti che si ripetono invariati da anni e che rendono uguale ma proprio per questo dal sapore particolare il tempo che vi trascorriamo.

Forse ognuno di noi ha un luogo speciale da qualche parte che lo aspetta. Non importa da quanto ci si vada, se è la casa dove abitiamo tutti i giorni o il piccolo rifugio al mare in cui passiamo solo qualche ora di tanto in tanto. È il luogo del cuore.

martedì 3 gennaio 2012

Tortine al limone e tè matcha


E così è arrivato anche l’anno nuovo con il suo carico di desideri, aspettative, buoni propositi, progetti, sfide personali da raccogliere. Complice il calendario, poi, il lunedì post-vacanze è piombato su tutti noi quando ancora stavamo brindando (o quasi) e rimettendo a posto dopo i bagordi del Capodanno (e qui mento spudoratamente dato che il mio San Silvestro è stato all’insegna della tranquillità: il marito a lavorare – qualcuno dovrà pur farlo mentre gli altri festeggiano – e io a casa per una serata rilassante e serena).  

venerdì 5 agosto 2011

Carnet d'adresses 1 - l'Orient à Paris

Al via il mio personalissimo giro nella Ville Lumière con una serie di segnalazioni apparentemente bizzarre. Ma come (direte voi): nel primo capitolo di questa guida virtuale sulla capitale della gastronomia francese ci parli di Giappone e affini?

Che posso dirvi... tra biglietti da visita, foto e ricordi affiorati spontaneamente non appena ho iniziato a fare n piccolo elenchino, la strada per l'Oriente si è mostrata da sola e io non ho esitato a seguirla!

[NB: le foto sono state scattate con il mio vecchio IPhone (sigh) per cui la qualità è quella che è, però credo aiutino lo stesso a farsi un'idea]

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HIGUMA

Una vera istituzione nel cuore di Rue Sainte Anne, via popolata interamente da ristoranti, épiceries e amene botteghe giapponesi e cinesi. Qui troverete ramen con verdure/carne/pesce, donburi (ciotole di riso ricoperte con vari ingredienti caldi), itamemono (ossia pietanze saltate in padella), curry di pollo e maiale. Alla carta una ventina di piatti della tradizione giapponese da provare anche nelle combinazioni menù. Per iniziare è obbligatorio ordinare un piatto di gyoza, ravioli grigliati ripieni di carne e verdure e, se volete proseguire al top, provate il mio piatto preferito Yakinikudon ovvero una ciotola di riso con straccetti di manzo saltati con le cipolle e conditi con una salsina leggermente agrodolce.

L'ambiente è molto spartano: grandi sale e servizio quasi "fai da te". I camerieri, a prima vista un po' sbrigativi, sono invece gentili (probabilmente è solo l'abitudine a gestire tantissime persone che lì ha resi così...). All'occhio più attento non sfuggiranno i particolari decori delle pareti, interamente tappezzate di scritte in giapponese. Sono le dediche dei clienti passati da Higuma negli ultimi decenni che ringraziano per l'ospitalità ricevuta. Magari a noi occidentali non diranno molto, ma nella maggior parte dei casi si tratta di celebrities del Sol Levante.

Ve lo consiglio per una sosta a pranzo tra un giro e l'altro (è a 5 minuti dal Louvre e a pochi metri da Avenue de l'Opéra) o per una cena veloce. Ottima sorpresa il conto: max 20€ bevande comprese. Anche fare l'immancabile fila fuori è un momento utile per osservare la variegata fauna degli avventori e per curiosare nella frenetica cucina a vista che vi accoglierà appena entrati.

Higuma

32 bis, rue Sainte Anne - 75001

Tel. +33 (0)1.47033859

Aperto tutti i giorni dalle 11.30 alle 22.00 (alle 22 chiude la cucina, ma non vi buttano fuori!)

lunedì 24 maggio 2010

A lezione di té giapponese

Ritornando a un argomento al quale accennavo in uno dei primi post, essere la Femme du Chef ha tanti vantaggi, non solo culinari. Anzi credo che il più importante benefit sia di tipo culturale. Condividere la passione del mio cuisinier mi ha portato infatti giorno dopo giorno a diventare per osmosi un'incredibile curiosona (lo ammetto, le basi c'erano già) nei confronti di tutto ciò che riguarda il mondo della cucina.

Con questo spirito di scoperta e sperimentazione sono andata qualche giorno fa a lezione di té giapponese. Complice una città che offre infinite ed esotiche possibilità di apprendimento, ho messo il taccuino e la macchina fotografica in borsa e mi sono diretta alla Maison Jugetsudo con l'intenzione di scoprire l'arte e i segreti del té.

Confesso un po' di dubbi iniziali legati, in particolare, al sapore spesso ferroso del té verde ma davanti alle conclamate virtù benefiche (e drenanti) del té verde non ho potuto opporre resistenza...dovevo saperne di più. Ho fatto bene a non demordere: in un'ora e mezza di lezione ho imparato molto su quest'antica arte nipponica, ho bevuto dell'ottimo té e soprattutto ho capito quali errori evitare per gustarlo al meglio anche a casa.

Lezione numero uno: rispettare ASSOLUTAMENTE tempi e temperature d'infusione solitamente indicati sulle confezioni. Come le bellissime donne in kimono, dalla pelle trasparente e perfetta e i movimenti leggiadri, le foglie di té verde sono delicatissime e aggredirle con acqua ad altissima temperatura ne rovina l'aroma perché, di fatto, le brucia. Meglio quindi riscaldare la teiera vuota con l'acqua bollente e aggiungere le foglie di té solo quando l'acqua è scesa di temperatura (vedere compiere questo rituale alle maestre è stato veramente ammaliante, praticamente ipnotico... ma del resto loro l'hanno nel DNA e alla genetica non ci si oppone).

Lezione (inaspettata) numero due: le foglie di té sono riciclabili!!! Il tè si può usare fino a tre infusioni. Ovviamente alla prima il gusto sarà più forte, nelle successive dato che le foglie saranno già aperte non è necessario lasciarle troppo in infusione.

Varie ed eventuali (sempre in chiave riciclo): le foglie della varietà Gyokuro, la più preziosa, sono buone! Dopo averle usate per la preparazione del té possono essere mangiate nature o con un po' di soia, o aggiunte alle insalate. Credo che tenterò l'esperimento culinario anche con altre varietà.

In materia ci sarebbe da dire moooooltissimo perché è un po' come cercare di capire il vino... all'inizio una gran confusione ma poco alla volta si mettono insieme i pezzi e si comincia a comprenderne un po' di più e ad apprezzare la materia. Tornata a casa, con un'inevitabile scorta di té verde, ho cominciato a rimurginare. Ok bere sano, ma non vorremo mica farci mancare un degno accompagnamento da sgranocchiare sorseggiando una tazza di té? Non è stato facile perché anche integrare il té verde in un dolce richiede attenzione ed equilibrio assoluto. Dopo alcune prove e diversi assaggi improbabili, il consiglio familiare ha approvato questi biscottini al té Matcha (quello in polvere che è più comodo da usare per le preparazioni di pasticceria).

Frollini al Té verde