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lunedì 7 dicembre 2015

Ricette per Natale: lo sfincione palermitano

Quando ricevo in regalo una ricetta sono sempre molto felice ed entusiasta. So che a volte le ricette sono più preziose dei gioielli, specie nel caso in cui siano un patrimonio di famiglia e nascondano, dietro una lista d’ingredienti all’apparenza comuni, numerosi ricordi condivisi, mani che lavorano all’unisono, momenti speciali. Mi entusiasma talmente tanto poter entrare in punta di piedi in quest’intimità che voglio subito mettermi all’opera e cucinare.

Mancano poche settimane a Natale e, complice la partenza per Palermo che si avvicina sempre di più, sto già pensando a come saranno quei giorni e, inevitabilmente, a cosa cucineremo per celebrare questa ricorrenza. Immersa nei miei pensieri qualche giorno fa ho mandato un sms a un’amica: tua mamma come fa lo sfincione?

lunedì 1 dicembre 2014

Ricette per Natale: insalata autunnale di pollo


Mi è avanzato un pollo arrosto questo weekend, come lo mangiamo?

A volte basta il messaggino whatsapp di un’amica per farmi venire un’idea e la voglia di renderla subito concreta, mettendomi ai fornelli. Al primo diiin del telefono ne seguono numerosi (non prima di aver attivato la modalità silenziosa, pena l’ira dei rispettivi consorti) e nel giro di qualche frase l’idea di ricetta è sfornata, pronta per essere testata.
Ci sono io che indago sul contenuto della dispensa e sui desideri culinari mentre lei, l’amica questionante, che esaustiva risponde e commenta, in un interminabile susseguirsi di frasi brevi che diventano concitate man mano che ci avviciniamo alla ricetta che in teoria ci sembra la migliore. 

Hai anche delle patate?
Potresti aggiungere dei chicchi di melagrana, se vuoi te ne posso dare un po’ io
La compro domani tornando dal lavoro, tanto il pollo lo mangiamo a cena
Una volta ho fatto un’insalata con una salsa allo yogurt e scalogno (ndr: questa de La Tartine Gourmande) ma se non ti va di appesantirla puoi semplicemente insaporire lo yogurt con una spezia che ti piace, prezzemolo tritato al curry o alla paprika
Ok, provo e ti dico

Puntuale, nei giorni seguenti, arriva la recensione della ricetta con commenti, proposte di aggiunte e modifiche. Dopo quasi cinque anni di blog, questo scambio – con amiche, mamma, lettori che mi scrivono o commentano - è forse la parte più bella di tutto. La fiducia che mi danno, che mi date, è tanta, mi riempie di felicità, stimolando e colorando i giorni più cupi.

lunedì 31 dicembre 2012

In tre, il mio duemiladodici


Tre mani, tre forchette, un unico piatto.

Il 2012 è stato così, dodici mesi vissuti intensamente noi tre insieme.

Per nulla semplice, tanto da farmi spesso domandare se fosse un percorso a ostacoli piuttosto che un normale anno.

L’anno dei primi passi, delle parole che arrivano incerte e si definiscono pronunciandole, dei giochi che iniziano ad avere un senso compiuto, del distacco necessario per fare di minichef una persona indipendente e di me una mamma più forte.

L’anno delle lunghe attese, dei servizi al ristorante che non finiscono mai e delle cene speciali perché sapevo che in cucina c’era il mio chef.

Un anno di studio, su tanti fronti, per capire quello che mi piace fare e conciliarlo con quello che sapevo fare già. Ho cucinato tanto, scattato foto a più non posso, percorso centinaia di chilometri, assaggiato pietanze alle quali in altri tempi mai mi sarei avvicinata, twittato, postato.
Ho trovato amiche in occasioni bizzarre e capito, una volta di più, che se incontri persone di valore bisogna investire sulle amicizie e regalargli tempo e attenzioni.

lunedì 29 ottobre 2012

Timballo di anelletti siciliani per un'amica speciale

Millesettecentonovanta. 
Chilometro più, chilometro meno. 
Da Palermo a Losanna. 

Millesettecentonovanta chilometri percorsi il più delle volte in treno, con le infinite attese per imbarcarsi a Messina, le cuccette in cui si dorme con un solo occhio, il cambio alla stazione centrale di Milano rincorrendo gli annunci sul grande tabellone, la serenità di risentirsi a casa non appena varcata la frontiera.

Quasi ogni estate il treno riportava Francesca - la mia migliore amica - nella città della mamma e dei nonni, in un angolo di mondo lontanissimo da Palermo. Un angolo dove si parlava francese, il furgoncino delle poste era giallo e per comprare un francobollo si doveva usare un’altra moneta.

lunedì 4 giugno 2012

Alti e bassi


La settimana è iniziata poco dopo le sei con uno schiocco fragoroso, un fulmine che è entrato prepotente nel nostro sonno portandoci di botto (è proprio il caso di dirlo) nel lunedì. Un soprassalto, durato giusto il tempo di renderci conto che era tutto ok e che nostro figlio stava dormendo sereno, ma poi non siamo riusciti a riprendere sonno. Sarà la suggestione che provocano le immagini dell’Emilia, sarà che il divano ha ballato varie volte anche sotto il nostro sedere, sarà che sono giorni strani.

Giorni di alti e bassi.

sabato 31 dicembre 2011

Ciao duemilaundici


Ciao 2011,

che sei iniziato con una valanga di pacchi a invaderci lo spazio e ricordarci che c’era un’avventura da iniziare a costruire.

Che ci hai travolto in un giorno di febbraio con il pianto di un piccolo esserino e dopo tutto è stato diverso. E difficile, inaspettato, una scoperta.

giovedì 24 novembre 2011

Thanksgiving


In linea di principio sono contro l'importazione incondizionata e acritica delle festività altrui. Per questo motivo non festeggio Halloween, anche se mi piacciono molto le zucche (come forse s’intuisce dalla foto), le decorazioni arancioni che invadono le vetrine e l'idea dei bimbi mascherati che bussano alle porte per un "dolcetto o scherzetto". Eppure negli ultimi anni ho celebrato il Thanksgiving dato che molti amici americani avevano il piacere di condividere con noi questo momento di festa.

Sarà forse colpa loro se oggi, ultimo giovedì di novembre e quindi Thanksgiving, sento nell'area un'atmosfera speciale. In realtà, pur mancandomi le motivazioni storiche e le forti valenze patriottiche della festività statunitense, quello che mi piace del Thanksgiving è il suo senso intrinseco: un giorno per ringraziare. Sarà che da piccola mi hanno insegnato quanto siano importanti le "paroline magiche" per favore, prego e...grazie. In fondo non c'è necessariamente bisogno di eventi epocali o di una data rossa sul calendario per un po' di gentilezza, no?

Un grazie a chi ci sta accanto, detto a voce o solo con gli occhi, per iniziare bene la giornata insieme. Un grazie al signore che tiene aperto il portone per farci passare quando tra passeggino (ok...sto personalizzando troppo), pacchetti e borsa dovremmo avere minimo quattro braccia. Un grazie a chi riesce a portare ottimismo nelle nostre giornate. Un grazie a noi stessi per aver fatto la scelta giusta.

Stasera avrò due amiche a cena e ho pensato di rimanere in tema, anche se il nostro incontro è nato senza alcun nesso con il Thanksgiving. Il tacchino c'è, la zucca anche adesso mi tocca solo andare ai fornelli.

Happy Thanksgiving!

PS: La ricetta del tacchino la troverete domani... altrimenti che sorpresa sarebbe per le amiche?!?! (e poi il tacchino ancora devo iniziare a cucinarlo ;)

lunedì 3 ottobre 2011

Con le antenne drizzate e i cupcakes in forno

É da un po' che ci penso e la conclusione cui sono arrivata è la seguente: nell'amicizia bisogna stare con le antenne drizzate. Sempre pronti a captare i movimenti nell'aria e a cogliere le novità prima ancora che accadano (un po' come dicevano agli scout "estote parati" no?!). A differenza di quanto pensavo, infatti, è possibile fare nuove amicizie, per fortuna!
No, non parlo di conoscenze o incontri casuali che poi torni a casa e pensi "simpatica quella" però poi non hai il numero, o magari è un'amica dell'amica del tuo cugino di terzo grado che vedi una volta l'anno e così addio contatto. E no, le nuove amicizie sui social network non sono considerate tali.
Parlo delle amicizie che nascono inaspettatamente, perché crescendo è naturale aprirsi poco e fidarsi un pezzettino in meno per tutte le volte che abbiamo preso una batosta, oppure solo per pigrizia, perché c'è meno tempo per coltivare i nuovi amici e così il tempo passa e i "chissà che fine avrà fatto?" si sprecano.

venerdì 1 luglio 2011

Odi et amo

Odio il mio divano che da qualche giorno ha deciso di cambiare identità. Prima accogliente rifugio per ore di comodo relax, adesso infernale fonte di calore costante. Di vedere un film in santa (e fresca) pace neanche a parlarne.

Amo la piscina con mio figlio. Il caldo umido nell'aria della piccola vasca riservata ai bimbi che investe e stordisce all'inizio per poi dileguarsi nel momento stesso in cui il piede tocca l'acqua. Amo vedere sul volto del mio piccolo compagno di pomeriggi acquatici un susseguirsi di perplessità, stupore, sollievo dal caldo, divertimento. Immagino di rivedere me stessa, ho deciso che l'amore per l'acqua l'ha preso da me (del resto i geni marini non posso che averglieli passati io!!)

mercoledì 13 aprile 2011

Buon compleanno blog!

E' già passato un anno da quando ho pubblicato il mio primo post.

Mi sembra trascorso solo un attimo dalla mattina in cui, dopo aver registrato il dominio e capito (più o meno) come funzionava la parte tecnologica, ho scritto le prime righe di quest’avventura. E quante cose sono successe in questi 365 giorni!

giovedì 18 novembre 2010

Muffins con gocce di cioccolato "da chiacchiera"

Succede puntualmente. Possono essere passate settimane, mesi, oppure solo pochi giorni dall'ultima volta. Eppure non c'è alcun timore, alcuna distanza, neanche un accenno di freddezza. Si ricomincia da dove si era rimasti - complici spesso un caffè o un bicchiere di vino - e poi le parole scorrono veloci, come fiumi fatti di avvenimenti, persone, emozioni, paure, desideri, gioie e apprensioni per il futuro.

Sono gli incontri con le mie amiche, quelle vere, e non importa dove abitino o quanto spesso si ripeta questo rituale: è sempre così. Non avevo mai pensato alla semplice naturalezza con cui accadono, alla fluidità immediata di conversazioni che possono durare ore e portare su sentieri nuovi e argomenti neanche immaginati quando c'eravamo dette "ci vediamo?". E poi, qualche pomeriggio fa, questa alchimia si è ripetuta ancora una volta davanti ad una tazza di té con due mie amiche ed è stato naturale notare come sia speciale e misteriosa allo stesso tempo l'amicizia, un sentimento capace di legare indissolubilmente persone diversissime tra di loro che diventano imprescindibili per la vita dell'altro.

Questi momenti di "pura amicizia" sono un vero dono e ci vuole sempre una dolcezza per sottolinearli. Stavolta avevo preparato dei muffins con scaglie di cioccolato per riscaldare - non che ce ne fosse bisogno - l'atmosfera. Ve li passo per i vostri preziosi momenti tra amici.

Muffin con gocce di cioccolato

giovedì 19 agosto 2010

Ferragosto in città: forno acceso e scambi culturali

Se un amico non italiano vi chiedesse qual è la tecnica migliore per preparare la pasta o il segreto per portare in tavola un buon piatto di fumanti spaghetti al pomodoro voi sicuramente rispondereste in meno di un minuto con una minima spiegazione, aggiungendo: "Guarda che cucinare la pasta è la cosa più semplice del mondo". Non mi ero mai resa conto di quanto il suddetto carboidrato faccia parte del mio DNA fino a quando sono andata a vivere all'estero e ho conosciuto persone provenienti da tutto il mondo che, ovviamente, hanno una cultura alimentare varissima e moto diversa dalla mia. La cosa bella è che il binomio piatto tipico=semplicità assoluta sembra valere un po' per tutte le cucine. Basta infatti trovare quella ricetta che ci sembra esotica e complessa e porre la domanda "Come si prepara?" a qualcuno nativo del paese in questione per scoprire la veridicità di quest’affermazione.

Il ferragosto appena trascorso credo di poterlo annoverare tra i più bizzarri in assoluto della mia vita: una media di 14-15° C. pioggia a catinelle e tutti i programmi di picnic e gite fuori porta mestamente messi in un cantuccio fino al prossimo cambio climatico. In compenso mi è venuta una voglia matta di accendere il forno. Non scherzo, in questi giorni mi aggiro pensosa e silenziosa tra dispensa e frigorifero per vedere cosa può finire al calduccio del forno. Il risultato di solito è un misto di grandi classici (come il crumble di mele nella ricetta della BBC Food, provato anche con aggiunta di lamponi o altra frutta ed è sempre buonissimo) e nuove creazioni. Alla ricerca d'ispirazione tra gli scaffali del supermercato mi sono imbattuta in una confezione di chocolate cookies e mi sono detta... perché no???

A confermare l'ipotesi di cui sopra per cui più una ricetta sembra lontana da noi, più in realtà è semplice è stata la mia amica americana C. la donna responsabile (in positivo... bien sûr) della scoperta da parte della sottoscritta di innumerevoli prelibatezze d'oltreoceano. Chocolate chip cookies? Un gioco da ragazze e non solo in senso metaforico :-)

Musica a palla, farina e gocce di cioccolato giganti sono stati gli ingredienti di un pomeriggio in cui la mia cucina è diventata come per magia una bakery 100% USA.

E che soddisfazione quando il profumo inebriante del burro e del cioccolato ha cominciato a uscire dal forno per conquistare tutta la casa!

Il dazio che io e lo chef abbiamo pagato per questa iniziazione alle dolci delizie statunitensi è stato una lezione su "Pasta al pomodoro: istruzioni per l'uso" e "La moka: un amico in cucina"!

L'ho sempre detto che gli scambi culturali sono una gran cosa ;-)

Chocolate Chip Cookies

martedì 1 giugno 2010

Carrot cake e lezioni di chimica


Metti una sera a cena due italiani (noi), due spagnoli, un'americana e un francese. Le premesse per una barzelletta ci sarebbero tutte, invece ne viene fuori una serata piacevolissima a base di chiacchiere, ottimo cibo, buon vino e... misteri!!!

Abbiamo infatti sfiorato le scene da barzelletta quando a serata inoltrata la padrona di casa (americana), ignara del panico che avrebbe scatenato, ha posto la seguente domanda: «Qual è la differenza tra baking soda e baking powder? Io quando li uso seguo alla lettera le istruzioni delle ricette e non ho mai problemi, ma mi sono sempre chiesta in cosa fossero diversi e perché a volte se ne usi uno e non l'altro». Non è il tipo di discussione che viene fuori normalmente a tavola e credevo che la domanda, dopo qualche timida risposta di rito, venisse fatta cadere nel dimenticatoio a favore di più conviviali confronti sulle prestazioni delle rispettive nazionali ai prossimi Mondiali di Calcio. Invece... NO!!! I miei amici sono troppo mitici e da lì, complice la presenza tra di noi del cuisinier di cui ormai sapete e di ben due chimici, è partita una discussione animata che ha raggiunto le più alte vette del sapere scientifico e culinario.

martedì 13 aprile 2010

Femme du chef...perché?

Probabilmente a molti di coloro che aprono un blog si presenta questa domanda non appena rimangono soli davanti la tastiera dopo aver sbrigato le formalità burocratico-tecnologiche: e adesso cosa scrivo?

Io ho appena creato questo blog e credo che il nome che ho scelto sia il modo migliore per definirlo e per definirmi, almeno per il momento.

"La femme du chef" ovvero la donna (o la moglie) dello chef.

Qui in Francia è quasi un titolo e forse è un po' pretenzioso chiamarmi così oggi che ancora un ristorante nostro non c'è e mio marito è, più correttamente, un cuisinier.

Credo però che essere "femme du chef" vada al di là di una definizione rigorosa e forse limitante. Mi piace chiamarmi così e, soprattutto, io così mi ci sento.

Quindi questo blog altro non è che una finestra sull'avventura che sto vivendo a Parigi. Un'avventura che, a dispetto di quanto si potrebbe immaginare, non è fatta soltanto di ottime pietanze e di scoperte culinarie ma soprattutto di persone e di esperienze diverse che il caso ha fatto incrociare nella Ville Lumière.