Ci sono espressioni che ti entrano in testa senza accorgertene, solitamente perché le senti dire agli altri e un giorno, nel bel mezzo di una discussione o mentre sei intento a digitare su una tastiera, saltano fuori quasi a tua insaputa.
Solo cose buone.
Non ho davvero idea di quando per la prima volta ho letto queste tre parole usate così, anzi tutte unite senza spazi. È un hashtag e probabilmente il fatidico primo incontro è stato su instagram, come didascalia alla foto di una torta o di un appetitoso piatto di pasta.
Mi piace #solocosebuone perché è positivo, non lascia spazio a sapori sgradevoli, include tutto il buono che c’è e che non necessariamente va cercato in astrusi esperimenti culinari, ma al contrario è facile ritrovare in un biscotto, nel profumo del sugo che sobbolle sul fuoco, nella tazza di caffè caldo la mattina. Stamattina questo #solocosebuone mi è tornato in mente per due motivi.