Volente o nolente, la verità è questa. Siamo tornati a Parigi, le valigie sono in ripostiglio, le foto sono state scaricate adeguatamente sul pc e quel minimo di colorito frutto di passeggiate e di brevi sedute spaparanzata al sole sta già pensando di abbandonarmi. Niente tristezza però. Siamo pur sempre nella ville lumière e tra i buoni propositi post-vacanze c'è anche quello di approfittare al 100% delle possibilità che la città offre. Ad esempio visitare qualche piccolo museo tentando di evitare la fiumana di gente che ha inesorabilmente invaso Parigi, cenare al fresco ai tavolini di un bistrot del Marais (e realisticamente sperare di non essere affumicata dai miliardi di fumatori... lo so che è uno stereotipo ma purtroppo credo che i francesi abbiano le sigarette nel DNA, forse fa parte del patrimonio genetico insieme al fatto di essere magri e col nasino all'insù), approfittare degli ultimi giorni di super saldi per scovare un capo d'abbigliamento assolutamente unico, cheap e della mia taglia. Vabbe' su quest'ultimo punto è meglio perdere da subito le speranze... avrei più probabilità di sbancare l'Euromillions (versione straniera del Superenalotto).
Ciò che mi porto dietro da queste due settimane italiane è come sempre un bagaglio fatto di affetti, di lunghe chiacchierate fino a tardi, di sorrisi di amici. Ma ci sono anche i colori dei campi di grano in provincia di Pordenone, le vigne che si estendono a perdita d'occhio sulle colline venete. Come dimenticare poi i cjarsons e il loro inebriante profumo misto di cannella e affumicato che esprime il carattere deciso ma al tempo stesso delicato e sorprendente di un'intera regione? E la pizza, rigorosamente cotta al forno a legna, che è sempre la prima tappa obbligata di ogni soggiorno milanese. E... i pizzoccheri, perché anche se ci sono quasi quaranta gradi ad alcuni peccati di gola non si può rinunciare!


Linguine al pesto alla trapanese