48 ore a Berlino: io, lo chef e minichef in viaggio per festeggiare, con altri parenti, un importante compleanno di famiglia. Forse non le premesse ideali per un’esplorazione approfondita della città, o per un viaggio come quelli che facevamo prima di diventare genitori, fatti di lunghe visite ai musei e passeggiate senza una meta precisa con il solo scopo di esplorare una città camminandole attraverso.
Viaggiare in tre è straordinario, obbliga a mettere da parte le guide e affrontare le giornate con un altro spirito, più vincolati da un lato (perché è innegabile che la soglia di stanchezza di un bimbo di 4 anni non è quella di un adulto) ma allo stesso tempo liberi di cercare nella città nuove prospettive, di rispondere a domande che da soli non ci saremmo posti, di trasformare fatti storici e politici in un racconto decodificabile da qualcuno che al momento quei fatti non li ha ancora studiati.