Lo scorso fine settimana mi sono fatta un regalo, di quelli semplici che non hanno bisogno di ricerche complesse per i negozi o lunghe preparazioni. Mi sono concessa il tempo, tutto quello che ci voleva, per fare tante cose.
Sabato e domenica niente ozio, se non per una forzata permanenza domestica nelle prime ore di domenica pomeriggio a causa dell’eccessivo caldo milanese, ma tantissime attività infilate una dietro l’altra con rinnovato entusiasmo da parte mia.
Maggio è passato, infatti, senza che me ne rendessi conto. Troppo impegnata a rincorrere impegni, scadenze, progetti, appuntamenti. Piacevole quasi sempre, ma talvolta non proprio benefico. Me lo dice la pancia: negli anni ho imparato che il mio stomaco mi lancia inequivocabili segnali di malcontento se lo maltratto e se in qualche modo mi maltratto. Io fingo di non sentirli quei campanelli d’allarme, ma poi puntuale il conto arriva. Un esempio? Mi è passato l’appetito, e non c’entrano diete o prove costume all’orizzonte. Io senza fame? Un paradosso bello e buono (ed ecco spiegato il motivo di qualche settimana senza post).