lunedì 28 gennaio 2013

Di tutto un po’


Incredibile come le giornate passino lentamente e velocemente allo stesso tempo quando si è reclusi. Una settimana, anzi di più: dieci interminabili giorni passati quasi esclusivamente tra le mura domestiche perché quando arriva la scarlattina non c’è scampo e bisogna stare in casa. Dopo la febbre a quaranta, i tentativi inefficaci di abbassarla e lo spavento nel vedere il termometro rimanere stabile su temperature assurde per un bimbo così piccolo, ci sono i momenti della noia, le ore stiracchiate in cui riuscire a contenere un dueenne sembra impresa titanica e si arriva ad agognare la mezz’ora d’aria per comprare giornali e latte. Succede poi che quando sembra tutto ormai passato si ammali anche l’altro uomo di casa e allora tutto crolla. 
Ho pensato seriamente alla fuga ma l’istinto materno mi ha tenuto saldamente ai posti di combattimento e oggi, penultimo giorno di antibiotico, posso riguardare alla scorsa settimana con soddisfazione dato che: 1. ne siamo usciti indenni 2. ho imparato nuove cose in momenti inaspettati 3. ho lasciato un chiletto superfluo tra una cena saltata e una minestrina in più del solito.



Ho fatto la spesa in orari per me non consoni: avete idea di chi s’incontra alle 10.30 del mattino al supermercato? Il pienone di signore 65-70enni di un’eleganza che la metà basta! Io a quell’ora è tanto se ho avuto la forza di ricordarmi il correttore e loro sfoggiano perle e rossetto mentre con disinvoltura ordinano un chilo di cipolle. Imparare la lezione e ricordarlo ogni volta che, uscendo di casa, lo specchio rimanderà un’immagine di noi non esattamente glamour.

Ho visto film che attendevano da mesi di essere guardati e ho avuto la conferma di una cosa di cui sono fermamente convinta: i film sull’amicizia belli (ma davvero) li sanno fare solo i francesi. Finalmente ho visto “Quasi amici” (Intouchables), piccolo gioiellino cinematografico e film campione d’incassi in tutto il mondo. Se ve lo siete perso, correte subito a noleggiarlo e poi, per un pienone di amicizia e bei film, cercate anche: “Il mio migliore amico, “Il mio amico giardiniere” e ovviamente “Giù al nord”(se potete vederli in francese fatelo perché è tutta un’altra cosa!).

Ho panificato a più non posso, perché quando va tutto storto, quando le giornate si stravolgono e bisogna essere attenti equilibristi, impastare e aspettare la lievitazione mi regala tranquillità. 
La sera, nel silenzio della casa, ho trovato il mio momento perfetto per lavorare e contemporaneamente cuocere il pane. Andare a letto con il profumo del pane caldo che invade la casa e gli occhi stanchi è stato bello e oggi vi lascio la ricetta del pane al finocchio che alcuni di voi avranno visto sul mio profilo Instagram.

Prima però voglio lasciare un piccolo messaggio a quella persona senza la quale nulla sarebbe bello così com’è, perfino questo blog.

Buon compleanno mon chef 


Pane al finocchio
Ingredienti 
  • 250 gr lievito madre rinfrescato il giorno prima (o almeno 4 ore prima) 
  • 350 gr farina 00 
  • 250 ml acqua a temperatura ambiente 
  • 1 cucchiaino da tè sale marino 
  • 1/2 cucchiaino da tè finocchio secco in polvere (ho usato un ottimo finocchio che mi ha portato un'amica dall'Iran) 
  • 1 cucchiaio da tavola olio extravergine d'oliva delicato 
Preparare l'impasto: sciogliere il lievito madre con metà dell'acqua; in una ciotola unire la farina e il finocchio, gradualmente versare il lievito e poi l'acqua rimasta, mescolando con un cucchiaio di legno o con le dita. Aggiungere l'olio d'oliva e il sale, continuare a impastare per una decina di minuti fino a quando la pasta sarà omogenea e si staccherà dalle pareti della ciotola. Trasferire l'impasto su un piano di lavoro infarinato e fare due piegature di rinforzo dandogli la forma di una palla. Rimettere poi nella ciotola e coprire con un canovaccio umido; far riposare almeno 4 ore in lungo tiepido (ad esempio il forno spento e chiuso). Finita la lievitazione l'impasto sarà cresciuto almeno del doppio: trasferirlo sul piano di lavoro infarinato e, senza lavorarlo troppo per non sgonfiarlo, dargli la forma di un piccolo filoncino. Oleare uno stampo da plumcake lungo 20 cm, adagiare l'impasto facendo attenzione a non pressarlo e cuocere in forno preriscaldato a 230 C° per 15 minuti circa, poi abbassare a 200 C° e cuocere ancora 10-15 minuti. Sformare il pane e farlo raffreddare su una gratella.

1 commento:

  1. Direi che hai superato il momento difficile più che egregiamente! Più ci penso e più mi convinco che le mamme hanno qualche super potere :)
    Sui film francesi ti do pienamente ragione, Claudia. Quasi Amici l'ho visto domenica, era tempo che non guardavo un film così completo. Il mio preferito degli ultimi anni resta Giù al Nord seguito da Emotivi Anonimi, ma nell'ultimo si parla di cioccolato quindi è impossibile non amarlo :D

    P.s. tanti auguri allo Chef!

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