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lunedì 10 novembre 2014

Le parole del vino, quelle che vorrei.


Qualche settimana fa sono andata in Friuli per seguire Ein Prosit, una manifestazione dedicata, come suggerisce il nome stesso, al vino e all’universo di produttori, cantine e persone di quel territorio, ricco di scoperte. Ma non è di questo che voglio parlarvi, non oggi.

Più volte nei due giorni friulani - nel bel mezzo di un incontro, una degustazione o semplicemente durante un pranzo – ho pensato a quanto siano importanti le parole scelte per comunicare il vino. Non semplice accessorio per una descrizione, ma cruciale strumento per veicolare conoscenza, passione, storia.
Diciamoci però la verità, quanto spesso sentendo parlare di vino ci limitiamo ad annuire a chi riteniamo più esperto di noi, per timore di una brutta figura o di non aver compreso realmente il contenuto del nostro calice? Se non vi è mai capitato, complimenti vivissimi. 

Più di una volta mi sono trovata ad ascoltare, con un contemporaneo senso di ammirazione e inadeguatezza, discorsi su sentori di tabacco e sottobosco, tannini, acidità, foglia di pomodoro. E come dimenticare la mitica fermentazione malolattica?

venerdì 5 aprile 2013

Aprile tempo di…


È arrivato Aprile e, anche se in questa prima settimana la pioggia continua a battere sulle finestre e una sciarpa è sempre necessaria a scongiurare raffreddori,  è arrivata la primavera con il suo carico di verde, per lo meno in tavola!

È tempo di asparagi, fave, dei primi piselli freschi da sgranare e mangiare crudi sentendoli schioccare sotto i denti. Verdure da mangiare tutti i giorni scoprendole in nuove ricette e abbinamenti. Ho intravisto un mazzo di barba di frate al mercato e per quest’anno mi sono ripromessa di cucinarla in maniera diversa dalla solita insalata in agro.

Intanto, ad aprile, guardo ancora con sospetto i cestini di fragole, troppo perfette e lucide per avere un sapore vero.

lunedì 9 luglio 2012

Una serata eroica


La sfida stavolta non è stata semplice.

Non parlo dell’instachallenge #amorsi organizzato da Zelda was a writer, dei dieci giorni di foto scattare in posizioni assurde o degli appelli in perfetto stile miss lanciati su vari social network per far votare le foto. Questa era la parte ludica che mi ha permesso di conoscere nuove persone, scoprire sguardi pieni di poesia e bellezza, divertirmi obbligando famiglia e amici a mettersi in posa.

Fatto tutto ciò il meritato premio è stato poter andare a “Le Grand Fooding Milano - Pelle all’arrabbiata”: cibo, chef internazionali, amiche che non vedo da un po’ e nuove amicizie. Tutte le premesse giuste se non fosse per un piccolo dettaglio; qui non si scherza, si parla di street food e chef tatuati, ragazzi à la page e uomini arrabbiati, roba da duri mica per stomaci da signorine.

venerdì 6 luglio 2012

Rotelle sperimentali (e vi presento SOSBlogger)


Le avventure con il lievito madre continuano senza sosta. Dopo quindici giorni ho già rinfrescato, impastato, infornato – con un po’ di coraggio visti gli oltre trenta gradi – e fatto calcoli matematici per determinare la giusta proporzione tra farina, acqua, lievito madre. Come se non bastasse, mi è stato intimato dalle professioniste degli impasti di trovare SUBITO un nome per la mia pasta madre. Inizialmente un po’ perplessa, mi sono lasciata trascinare dalla “lievito madre mania” e la mia bizzarra mente ha partorito il nome perfetto; la pasta madre si chiama “Laria” in onore del lago dove l’ho rinfrescata per la prima volta e poi perché non è proprio bella quindi l’aggettivo laria (che in dialetto siciliano vuol dire brutta) le calza a pennello!

Nomi a parte, la piccola Laria si sta comportando molto bene ha già affrontato uno spostamento, si prepara a una lunga estate calda e intanto mi asseconda nei primi esperimenti. Ho scelto di rinfrescarla seguendo il criterio “stesso peso di farina e mezzo peso di acqua” e sembra funzionare.

mercoledì 6 giugno 2012

La prima cena all’aperto


Se il calendario annuncia trionfante l’inizio di giugno e il meteo risponde con giornate calde e soleggiate come rispondergli se non organizzando la prima cena fuori? 

È un po’ un azzardo, lo sappiamo, ma noi impavidi golosi sfidiamo la sorte e – rassicurati da un maglioncino casualmente comparso vicino alle sedie – apparecchiamo fuori. Del resto perché dovremmo rinunciare a quei momenti di felice incertezza, quando il vento che s‘insinua tra tavolo e tovaglia e il sole che si nasconde tra le montagne ci fanno sentire un brivido sulle braccia? La prima cena fuori ha il sapore della vacanza, di uno spazio rubato alla routine per immaginare di essere altrove, di un tempo più lungo che ci regaliamo con le persone che amiamo.

martedì 10 aprile 2012

Viaggio in Istria


Mio nonno è nato in Austria, mio padre ha vissuto in Italia. Io sono cresciuto in Jugoslavia, mio figlio oggi vive in Croazia. Non ci siamo mai spostati da Pola”. Quattro generazioni, quattro nazioni differenti, un’unica regione: l’Istria.

Mi ha molto colpito il racconto di un signore presente lo scorso martedì alla serata “Per tutti i gusti” dedicata all’Istria a cui ho partecipato anch’io. In solo secolo il territorio istriano è stato crocevia di lingue, tradizioni, nazionalità diverse. Incontri - scontri certamente non facili o privi di traumi che hanno lasciato una ricchezza culturale che si riflette anche nelle proposte culinarie degli chef istriani.

sabato 28 gennaio 2012

Birra e riso... una serata al The Hub



Mettete insieme birre artigianali italiane e riso Carnaroli coltivato all’interno di una riserva naturale, aggiungete l’estro creativo di giovani cuochi e avrete tutti gli ingredienti della serata a cui ho partecipato qualche giorno fa al The Hub Hotel di Milano.

giovedì 14 luglio 2011

Vive la France... e la Santuzza!



Curiosamente la più importante festa nazionale francese - le 14 Juillet giorno in cui si ricorda la presa della Bastiglia - coincide con un altro evento molto importante di Palermo, mia città natale: il Festino. In realtà la vera giornata di festa (quella rossa sul calendario) è il 15 luglio, giornata di celebrazioni religiose per ricordare il miracolo di Santa Rosalia che liberò la città da un'epidemia di peste. I festeggiamenti però iniziano diversi giorni prima e culminano proprio nella serata del 14 luglio con una processione che si chiude con i fuochi d'artificio alla marina, simbolo della vittoria della Santa sulla peste e metaforicamente della vita sulla morte.

Quando ci siamo trasferiti nella Ville Lumière questa bizzarra coincidenza mi è piaciuta tanto, in fondo era come trovare un fil rouge tra le mie origini e il presente che stavo vivendo. Effettivamente i 14 Juillet parigini sono stati bellissimi, carichi dell'entusiamo tipico delle novità, della voglia di essere parte di un festeggiamento collettivo, della curiosità di vedere francesi, e americani, inglesi, italiani, giapponesi ecc ecc, far festa insieme per strada. Insomma bello, soprattutto perché condiviso con tanti amici ugualmente neofiti della capitale francese.

Oggi festeggio a migliaia di chilometri da Parigi ma non posso fare a meno di augurare a tutti i francesi buon 14 Juillet! Buona festa e aspettatemi... sono in debito di una serata nella caserma dei pompieri (Proprio così: per il 14 luglio le caserme dei sapeurs sono aperte e si festeggia all'interno con loro. Vogliamo parlare dei pompieri parigini???? Una specie a parte, davvero, meritano un post esclusivo ;-)

Vive la France e viva pure la Santuzza!

venerdì 11 giugno 2010

Mutazioni genetiche

Credo di essermi persa un passaggio nella mia evoluzione personale e culturale.
Ho realizzato che qualcosa mi era sfuggita l'altra mattina aprendo la cassetta della posta, quando una lettera mi ha messo davanti alla verità, ossia la mia nuova identità. La Femme du Chef che, senza accorgermene, sono diventata.
Facciamo un passo indietro: non sono una modaiola, nella mia precedente vita milanese non ero tra le ragazze in giro ogni sera per locali, sempre informata su inaugurazioni e sfilate. Confesso però di essere una portatrice sana di voglia di divertimento e curiosità, nonché una donna naturalmente affascinata da tutto ciò che ha una sua bellezza intrinseca. Caratteristiche queste che mi portano a stare spesso in giro e, dato che talvolta posso anche aggiungere al piacere personale delle motivazioni professionali, il gioco è (o dovrei dire era?) fatto!
Ma oggi, giugno 2010, dove sono finita? Sono a Parigi, capitale di tutto quello che volete (amore, arte, moda, cibo, vino ecc.) e sapete cosa ricevo per posta?
L'invito all'inaugurazione del mio nuovo e restaurato SUPERMERCATO.
Carinissimo, non c'è che dire, con tutte le verdurine che parlano e mi invitano nell'eden della spesa. Io non ho parole, né spiegazioni razionali. Il solo pensiero di trovare una logica nel passaggio "direzione marketing Carrefour - creazione e convalida mailing list per inaugurazione - spedizione - mia casella della posta" mi mette i brividi.
Per lo meno non sono la sola a trasformarsi inspiegabilmente.

In un ennesimo giro in libreria - stavolta la britannica WH Smith - ho ritrovato il caro, vecchio e tanto amato "Piccole Donne". Solo che nel terzo millennio le sorelle March e il loro vicino Laurie Laurence si sono trasformati in licantropi e vampiri. Appurato che, dopo i francesi, anche gli inglesi non scherzano in quanto a fantasia editoriale, adesso mi tocca un bel giro in Italia in cerca di strani avvistamenti in libreria.