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lunedì 21 marzo 2016

Frittata di bruscandoli, benvenuta primavera!

Primo giorno di primavera (sì lo so che l’equinozio è stato ieri, ma tradizionalmente è oggi la giornata che dà il via alla nuova stagione) e lunedì della settimana di Pasqua, quale giorno migliore per una nuova ricetta che rispecchia perfettamente il tema del periodo?

Il sole sembra ormai una presenza fissa, qui a Milano ci fa compagnia da un po’ e immediatamente mi ha messo voglia di gite, di scoprire nuovi luoghi appena fuori città, di riempire cestini da picnic di panini fatti in casa farciti con gli ingredienti preferiti e di piccole vaschette di frutta colorata e succosa, preludio di quella estiva che caratterizzerà le merende in spiaggia.

Ieri la domenica delle palme è stata la perfetta sintesi di questo spirito: sole splendente da mattina a pomeriggio inoltrato, città pervasa dallo spirito sportivo della Stramilano e noi che iniziamo a pensare a cosa fare da mercoledì pomeriggio, quando inizieranno le vacanze di primavera di minichef.

giovedì 17 aprile 2014

Risotto con zucchinette liguri, spinaci novelli e prescinsoa


Al nome di questa ricetta potrei correttamente aggiungere il sottotitolo “Le conseguenze della maternità”.

Succede, infatti, che la scuola di minichef abbia chiusure che definirei creative, o almeno differenti rispetto a quelle delle scuole italiane. Può capitare quindi che in pieno Aprile spuntino fuori dal nulla (anzi proprio out of the blue, come dicono gli inglesi) quindici lunghissimi giorni di vacanza. L’undici aprile tanti saluti a tutti, auguri di buona Pasqua e chi si è visto si è visto, appuntamento al 28 aprile. All’organizzazione familiare per fortuna avevamo già pensato mesi fa chiamando in aiuto “SOS nonni” ma poi, tra una cosa e l’altra, i giorni erano passati e avevo messo in un angolino della mia memoria l’imminente “delocalizzazione familiare”.

Da sabato scorso minichef è con i miei genitori al mare in Liguria, in quell’angolo di costa che così perfettamente ci ha accolto lo scorso anno. Fa bene a lui, che può staccare dalla città e respirare aria buona, fa bene ai nonni che spesso ne lamentano (a ragione) la distanza, fa bene a noi che per un po’ facciamo gli sposini e possiamo inaspettatamente gestire il nostro tempo in totale libertà.

Facile? Per nulla. L’ho salutato tre giorni fa e non vedo già l’ora che sia venerdì per salire sul treno che mi porterà da lui per la Pasqua. È che di colpo lo vedo grande e indipendente, capace di fare nuove amicizie in un parco che non è quello della sua città e di addormentarsi la sera senza che ci sia io o lo chef a raccontargli una storia. È un bimbo in gamba e noi siamo fortunati.

giovedì 28 marzo 2013

Uova vintage, che tutti amiamo in segreto


Ci sono cose che crediamo di dimenticare, sepolte tra le memorie di giorni offuscati. In realtà sonnecchiano da qualche parte del nostro cervello, incapaci di andare al ritmo di oggi. È un po’ come se all’improvviso i primi modem – col loro fischiettare incerto e le pernacchie rumorose – venissero catapultati in questo tempo di connessioni senza fili e banda larga.

Queste cose perdute, questi ricordi, non scompaiono o si cancellano, entrano solo in stand by fino a quando qualcosa o qualcuno ce le ripropone.

C’è ad esempio il trasloco dei genitori che ti costringe ad analizzare anni di adolescenza, fatti di foto imbarazzanti e pantaloni dai colori fluorescenti, per selezionare cosa tenere e cosa lasciar andare. Inutile dire che anche sotto la minaccia paterna di buttare tutto, ad alcuni oggetti non riesci a rinunciare: le gommine a forma di merendina, gli scubidù, le lettere di tua cugina, i menù dei pranzi di famiglia.

Quei menù… se potessero parlare racconterebbero di un nonno che prima tagliava il formaggio a cubetti con precisione da ingegnere mancato e l’attimo dopo si dedicava con i nipoti a disegnare fiori e arabeschi per abbellire i cartoncini dei menù, descriverebbero l’allegra baraonda che dalla mattina invadeva la casa dei nonni e non scemava che nel tardo pomeriggio, quando i grandi riposavano sul divano e i piccoli inventavano recite e giochi.

martedì 12 marzo 2013

Torta di mandorle, in apnea.


È già marzo e, a essere sincera, mi sembra di essere arrivata al terzo mese dell’anno in apnea. Come se il primo gennaio mi fossi tuffata in mare e stessi nuotando sott’acqua da allora. Una lunga nuotata in cui riprendo coscienza di ogni muscolo, della freschezza dell’acqua e della leggerezza del mio corpo in immersione. 

Metafore a parte, è un periodo particolarmente intenso, fatto di vecchi e nuovi progetti professionali che s’incastrano tra di loro, di una routine familiare che si complica un po’ (francamente lo trovavo inimmaginabile, ma adesso dopo le chiacchierate notturne dello scorso anno abbiamo aggiunto gli spuntini a notte inoltrata!) e di tante parole che le mie dita compongono sulla tastiera, a volte rapide e sicure, altre incerte.

Paradossalmente, dopo giornate spese tra le parole mi capita di restarne senza quando vorrei fermarmi e raccontare un po’ di me, della pasta al forno di mamma che meno male che c’è e anche in trasferta milanese senza il pomodoro buono è sempre una certezza, del pappagallo (prima conosciuto come minichef) che abita con noi da qualche tempo e il cui passatempo preferito è ripetere qualsiasi suono/parola/onomatopeica arrivi alle sue piccole orecchie, dei miei primi busiati fatti a mano e della sottile soddisfazione che si prova nel condividere con uno chef una ricetta di tradizione, di un abito vintage comprato con un’amica che mi fa sentire bella e di una foto che lo immortala e mi piace proprio!

domenica 8 aprile 2012

Buona Pasqua


È pomeriggio e molti di voi saranno a spasso dopo lauti pranzetti pasquali. Pensavo di lasciar scorrere silenziosamente questa giornata che per me è un po’ strana, un po’ triste anche.

Ma poi uno splendido sole pomeridiano è arrivato e ha illuminato di una luce splendida la casa, una luce da immortalare (con l’Iphone! ;-)

Buona Pasqua a tutti voi e giornate piene di luce.

Claudia

giovedì 5 aprile 2012

Hot Cross Buns...do you know them?



C’è nell’aria un profumo pungente, mutevole, pieno di attese e di promesse. Un profumo che fa partire l’immaginazione e fantasticare di colazioni lente tutti in pigiama, con la caffettiera che borbotta in sottofondo e le parole che escono una alla volta ancora assonnacchiate.

Basta un sentore di lievito per farmi immaginare decine di mani all’opera, intente a mescolare farine, aggiungere acqua e ingredienti “segreti”, amalgamare consistenze diverse e vederle trasformarsi poco per volta in un tutt’uno nuovo e omogeneo. Dicevo qualche tempo fa a un’amica che per me impastare è un antistress insostituibile. Gratuito, disponibile quasi sempre, capace di cambiare segno alle energie negative che talvolta ci portiamo dietro e farle diventare positive quasi per magia.