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martedì 7 marzo 2017

Sei

Sei un torrente in piena corsa, irrefrenabile e travolgente con la tua forza e il tuo entusiasmo.

Sei osservatore e silenzioso quando scruti il mondo che ti circonda ed è impossibile entrare nei tuoi pensieri e condividerli.
Sei ciarliero e rumoroso, la voce squillante e la mano alzata “stavo parlando prima io”, se decidi di monopolizzare le conversazioni dei grandi.

Sei gli occhi che mi fissano arrabbiati perché pensano che io sia una “mamma cattiva” e le braccia che mi colgono di sorpresa con un abbraccio da dietro, mentre sono in piedi in cucina a preparare la cena.

Sei una spugna pronta ad assorbire bello e brutto del mondo che la circonda.
Sei tu al 100% nella passione per la musica, nelle dita incerte che suonano le prime melodie al pianoforte, nei brani del cuore ascoltati in loop a tutto volume, nelle parole che pronunci con piglio sicuro lasciandomi ancora a bocca aperta quando ti sento cantare Star Man, Friday I’m in love o Can’t stop the feeling.

Sei un fratello maggiore, che grande cambiamento per la tua vita. Più della lettura in cui ti immergi spontaneamente, più della faticosa scrittura, più della matematica di cui credo tu abbia ricevuto i geni dalla nonna, imparare a essere in due è un bell’impegno che stai affrontando di petto con slanci d’affetto talvolta fin troppo energici, sorrisi e solletico, qualche lamentela per il tempo sottratto dalla nuova inquilina di casa.

Buon compleanno minichef, sei anni sono pochi e tanti al tempo stesso. Sono il punto di partenza di nuove avventure, di passioni e talenti da scoprire e coltivare, di regole da seguire, di affetti da consolidare.

Sei un pezzo di me e insieme a te sto imparando a crescere una seconda volta.

Auguri seienne,
mamma

giovedì 1 settembre 2016

Il panino del buon rientro

Primo di Settembre, giornata che porta con sé l’inizio di nuovi lavori, della palestra, del corso di ceramica o crossfit che si sognava da tempo di iniziare e che – inesorabilmente – segna la fine del periodo estivo. Perché è vero che il calendario ci concede ancora una ventina di giorni d’estate, ma l’umore e le atmosfere sono già da tempo sulla modalità rientro, non trovate?

Settembre quest’anno porterà tante novità a cui abituarsi poco per volta e alla prima mancano davvero pochissimi giorni. Lunedì prossimo minichef tornerà a scuola, quella in cui ha frequentato la scuola materna, ma stavolta zainetto e felpa saranno appesi tra gli armadietti dei grandi, davanti alla porta di una nuova classe, la prima. Per lui il passaggio sembra naturale, in fin dei conti ha già conosciuto la sua maestra a giugno e molti dei compagni saranno gli stessi, io invece sto realizzando che vivrà (e vivremo noi di riflesso) un momento importantissimo della sua vita.
Ci pensavo già durante le vacanze e riflettevo sul fatto che fosse “l’ultima estate” da tanti punti di vista.

L’ultima con i Topolini sfogliati sul lettino del mare, continuando a chiederci “me lo leggi?”.
L’ultima di tuffi e nuotate già intraprendenti ma ancora con il bisogno di averci lì accanto a te, per appoggiarti a una spalla quando sei stanco o tenere una mano cercando di imparare come si nuota a rana.
L’ultima estate in tre.

venerdì 17 giugno 2016

5 ricette verdi e veloci per chi ha sempre fame e fretta

Ormai ci siamo, vero?
Dovresti proprio mangiare di più!
In effetti con il secondo si vede molto prima…
Se non me l’avessi detto non me ne sarei proprio accorto/a!

Ecco una sintesi aggiornata (ma non esaustiva) dei commenti che la mia pancia suscita nei più e vi assicuro che la rotondità è sempre la stessa, variano invece occhi e parole dei miei interlocutori con effetti piuttosto esilaranti, specie se le dichiarazioni avvengono nello stesso luogo e a distanza di pochi istanti l’una dall’altra.

La verità, se è possibile individuarne una sola, è che ormai la pancia si vede chiaramente, che rispetto a quella di minichef è più pronunciata ma che, almeno fino al controllo mensile della prossima settimana, il peso segnato dalla bilancia era quello pre-gravidanza perché ho perso diversi chili durante il primo trimestre che ho poi lentamente recuperato. Sto bene, c’è lo chef a monitorare costantemente la mia alimentazione (mamma tranquilla, non ci penso proprio a mettermi a dieta!) e la fame che aumenta sembra sia un buon segnale, per me e per baby chef.

domenica 21 febbraio 2016

Cinque


5 anni sono le dita di una mano intera, un lustro, un’unità temporale importante, ricordi che iniziano a diventare lontani nel tempo.
Sono le stringhe allacciate da solo, il naso che cola e proprio non riesci a soffiare con un canonico tovagliolo (molto meglio la manica del maglione…), Sam is a cat letto a voce alta e il tuo nome scritto giorno dopo giorno più chiaramente e correttamente.

5 anni sono migliaia di mattoncini lego assemblati insieme e ritrovare il trasporto per le costruzioni a 35 anni, è sbirciarti mentre inventi storie e le fai vivere ai pupazzi che si animano con le tue parole, la tua voce. Sono scarpe grandi e abiti scelti da solo, un lungo ciuffo di capelli davanti agli occhi che ti sei convinto a tagliare solo perché Carnevale è passato e ti sei già travestito da Luke Skywalker.

5 anni ieri, con un risveglio pieno di energia e un "è la mia festa!" che ha trascinato tutti giù dal letto sorridendo.

Buon compleanno minichef, ti auguro di preservare l’entusiasmo dei tanto attesi 5 anni, la voglia d’indipendenza e il bisogno di rifugiarti nell’abbraccio dei tuoi genitori, la curiosità verso il mondo e l’affetto che sai donare agli altri, gli occhi colmi di gioia alla vista della tua torta tutta black e l’energia che (ancora non lo sai) mi trasmetti quotidianamente, aggiungendo un pezzettino di magia anche ai miei 35 anni.

mercoledì 28 ottobre 2015

I compleanni sono fatti per farsi un regalo, e per gli éclairs

Sabato scorso ho compiuto 35 anni e, sinceramente, non è che stessi lì ad aspettare con trepidazione l’arrivo del 24 ottobre. Capitano gli anni in cui la voglia di festeggiare è ai minimi storici e forse il 2015 era il mio anno da compleanno in sordina. Possibile che fosse colpa del lustro, la sensazione di essere arrivati a un traguardo intermedio, la perfetta metà di un decennio importante, e quel fare bilanci, darsi da soli giudizi che credo sia spontaneo quando rimuginiamo tra di noi valutando cosa abbiamo fatto, i traguardi raggiunti e la strada che abbiamo davanti. 

Per i trent'anni, cinque anni fa, scrivevo su queste pagine di futuro e cambiamenti (il più grande di tutti era già nella mia pancia, altri - inaspettati come il rientro in Italia - sarebbero arrivati da lì a pochi mesi) e celebravo con il boeuf bourguignon di Julia Child.
Sabato invece per colpa dell’umore ballerino non avevo per nulla voglia di cucinare, meno che meno di mettermi a preparare un brasato, o una torta.

lunedì 21 settembre 2015

Plumcake marmorizzato al tè verde e cioccolato bianco

Sapete che iniziare la settimana facendo una torta al cacao è un ottimo antidoto a stanchezza e malumori? Non ci credete?
Il plumcake marmorizzato che vedete in foto è andato in forno giusto una settimana fa, l’abbiamo preparato insieme io e minichef ed è stata l’attività che ci ha risolto il pomeriggio.

Il lunedì è un giorno impegnativo per entrambi, accumunati da un fisiologico bisogno di sonno e dall’insofferenza ai risvegli imposti la mattina presto. Quindi dopo una giornata a scuola – con lui che deve ancora riprendersi dallo choc dell’ultimo anno di materna: niente più pisolino pomeridiano! – e la mia routine lavorativa, che mai come il lunedì richiede doti di diplomatico equilibrio, ci ritroviamo al pomeriggio con le facce un po’ stanche ma con ancora la voglia di combinare qualcosa insieme.
Lunedì scorso ci siamo dati alla pasticceria, ma non crediate sia sempre così, anzi. Di norma mi ritrovo con una spada di gommapiuma in mano a simulare arditi combattimenti jedi, altro che frusta e farina!

sabato 11 luglio 2015

Expo 2015: i preferiti di minichef

A voler essere onesta, il titolo più appropriato per questo post sarebbe “Quel giorno che minichef mi ha sequestrata a Expo” perché è proprio così che è andata una decina di giorni fa. Non faceva ancora il gran caldo che adesso ci sta letteralmente cuocendo e l’entusiasmo manifestato dal piccolo di casa dopo la prima visita all’esposizione mi aveva convinta che l’inizio delle vacanze andasse incorniciato con una gita solo per noi due lungo il Decumano. Non mi sbagliavo, minichef è per natura curioso ed entusiasta e riportarlo a casa la sera è stato piuttosto complesso perché continuava a correre da una parte all’altra di Expo, fermandosi quando un oggetto lo incuriosiva o semplicemente per ballare nei padiglioni dove la musica intratteneva gli ospiti. È stata una bella giornata di complicità e condivisione in cui, a parte un paio di appuntamenti che avevo già fissato, mi sono lasciata guidare da lui.

Tornata a casa ho pensato che valeva la pena di condividere il suo punto di vista e alcuni dei suoi preferiti, almeno fino alla prossima visita.

giovedì 25 giugno 2015

Una pizza per l'estate (con verdure e burrata)

Buona estate minichef,
oggi finisce la scuola e da domani sarà vacanza, mare, estate.

Saranno risvegli meno concitati la mattina che mi regaleranno il tempo per stare un attimo in più a guardarti mentre dormi, sorprendendomi sempre per l'enorme spazio che le tue gambe lunghe occupano nel letto e per i piedoni, che lasci ciondolare fuori dalle lenzuola.
Potrò svegliarti io, rubando qualche mattina lo scettro della colazione al tuo daddy, giusto per deliziarmi con le tue guanciotte, morbide ancora come quando eri piccolissimo.
Avremo una lunga estate insieme noi due, dato che questo 2015 intenso ci ha leggermente scombinato i piani ma noi due - noi tre - sapremo organizzarci lo stesso.

giovedì 28 maggio 2015

I biscotti del semaforo, souvenir da Berlino

48 ore a Berlino: io, lo chef e minichef in viaggio per festeggiare, con altri parenti, un importante compleanno di famiglia. Forse non le premesse ideali per un’esplorazione approfondita della città, o per un viaggio come quelli che facevamo prima di diventare genitori, fatti di lunghe visite ai musei e passeggiate senza una meta precisa con il solo scopo di esplorare una città camminandole attraverso.

Viaggiare in tre è straordinario, obbliga a mettere da parte le guide e affrontare le giornate con un altro spirito, più vincolati da un lato (perché è innegabile che la soglia di stanchezza di un bimbo di 4 anni non è quella di un adulto) ma allo stesso tempo liberi di cercare nella città nuove prospettive, di rispondere a domande che da soli non ci saremmo posti, di trasformare fatti storici e politici in un racconto decodificabile da qualcuno che al momento quei fatti non li ha ancora studiati.

giovedì 5 marzo 2015

Cose di Febbraio

Veloce e denso. Così è stato febbraio, senza che lo avessi pianificato e senza che avessi il tempo di fermarmi un attimo a prendere fiato. Con l’inizio di marzo però i ritmi si sono tranquillizzati ed eccomi qui.
Per prima cosa vorrei ringraziare tutti voi che dopo la pubblicazione del post del Coq au Vin mi avete scritto, messaggiato, commentato, con parole piene di affetto e incoraggiamento. Fa sempre piacere, grazie di cuore.

giovedì 26 febbraio 2015

Quattro

Prima di venerdì scorso, quattro anni erano solo quattro anni.
Prima di allora, il numero quattro era piccolo, pari, il perfetto multiplo di due.
Ma venerdì scorso era il tuo compleanno e inaspettatamente mi hai fatto osservare quel numero in maniera differente.

Solo quattro anni ma sei una persona fatta e finita (oddio speriamo che ci siano ancora dei margini di malleabilità altrimenti vacci a convivere con un testone come te…). È tempo della prima bicicletta con i pedali, rossa fiammante come la desideravi tu e che i nonni con l’aiuto di papà hanno fatto materializzare per il tuo compleanno. Adesso te ne vai in giro spavaldo sul tuo bolide, per poi tirare fuori un’inaspettata tenerezza quando timoroso cerchi la mia mano perché non sei ancora padrone dei freni.

giovedì 6 novembre 2014

Torta di mele e cannella e bruchi impertinenti


Avreste mai creduto che trovare un bruco in una mela è un evento che può cambiare il normale corso di una giornata?

Io sinceramente no e prima della scorsa settimana quando mi era capitato di vedere sbucare un innocente bruco dalla frutta avevo sempre avuto una reazione mista di stupore-repulsione-rimozione immediata dell’invertebrato dalla mia vista.
Prendete la stessa mela, lo stesso coltello, il medesimo bruchetto inconsapevole e aggiungete un bimbo di tre anni: in un attimo le prospettive si ribalteranno, lasciandovi con un palmo di naso.

Settimana scorsa minichef era a casa (ah la meraviglia delle vacanze alternative della scuola inglese!) e non nascondo che conciliare i normali impegni con la sua presenza è stato, se non impossibile, quanto meno complesso (o come direbbero gli amici anglofili challenging). Abbiamo approfittato del bel tempo per fare lunghe passeggiate mano nella mano in quartieri diversi dal nostro, un po’ come due fidanzatini ai primi appuntamenti che vanno a zonzo senza una meta.

giovedì 9 ottobre 2014

Penne lisce profumate all'aglio con zucca e pistacchi

Ottobre è il mio mese, quello che nel giro di calendario attendo con trepidazione ogni anno.

Settembre un po’ m’intimorisce, con i buoni propositi e la necessità – o obbligo, come forse sarebbe più giusto dire - di intraprendere nuovi progetti, nuovi sport, nuovo tutto; Novembre è già sinonimo di Natale, luci e profumo di cannella. Ottobre invece sta lì, in mezzo, ed è un periodo di tranquillità in cui realmente riesco a fare ciò che desidero, ciò che mi piace, conciliandolo con ciò che si deve. È una conquista importante, ma ne realizzo il peso solo in questi giorni.

Le giornate si accorciano, le temperature scendono e nel tepore delle mattine riscaldate dal caffè caldo e da una felpa indossata appena fuori dal letto mi sento a mio agio. Scelgo la sciarpa preferita in cui avvolgermi per andare a prendere minichef da scuola e nella passeggiata mano nella mano che ci riporta a casa ci sono tutti i segnali di questo periodo della sua infanzia. Certi giorni silenziosa e scontrosa, altri chiacchierona e sorridente, taluni stanca e riflessiva.

lunedì 29 settembre 2014

Torta morbida al limone e yogurt per i tipi assonnati come noi


Tra le mura di questa casa non siamo fatti per i risvegli imposti, specialmente quando comportano lucidità e attività ben prima delle otto del mattino. Quando fuori è ancora buio o s’intravede appena un timido accenno di sole, l’unico posto in cui desidero trovarmi è a letto, possibilmente sotto un bel piumone soffice. Per me è sempre stato così, evidentemente il mio metabolismo, il mio DNA, le circostanze (chiamiamole come preferite) mi portano naturalmente a preferire le ore serali, a sentirle più inclini al mio essere e ad aiutarmi a sfruttarle al meglio. Lo sanno le mie amiche, con cui spesso le migliori chiacchierate avvengono al telefono ben dopo le 23.00, lo ha capito lo chef che si è abituato a trovarmi sempre sveglia al suo rientro dal lavoro.

Io lo so che lì fuori c’è un universo da scoprire fatto di persone attive già alle sei del mattino, di energici lavoratori che negli anni hanno modificato il loro orologio biologico per rendere fruttuose le prime ore di una nuova giornata. L’edicolante che sistema con precisione i giornali, il barista che sforna brioche per silenziosi clienti, quelli del “cappuccio e cornetto” consumato ascoltando la radio, leggendo il giornale e buttando un occhio distratto alla tv nell’angolo di una tavola fredda. Le mamme bioniche, che alle sette hanno già pianificato la giornata di tutta la famiglia, preparato la merenda per i figli e possibilmente sono già vestite, truccate e pettinate. Chapeau, io non ci riesco proprio.

venerdì 1 agosto 2014

Luglio e le ricette dell'orto


È ufficiale: sono in vacanza!

Stamattina ho inviato un articolo che era l’ultimo impegno ufficiale prima di staccare la spina e già il premere il testo “invia” mi ha dato una beata sensazione di tranquillità.
Se andrà tutto come previsto tra 4 giorni saremo in Sicilia a cercare quell’estate che fino a oggi abbiamo fatto fatica a riconoscere (tra piogge incessanti e temperature ballerine mi è sembrato di tornare a Parigi!) e a fare il pieno di famiglia, amici e tante cose buone che condividerò presto anche con voi.

Archivio questo luglio balordo con un bilancio più che positivo; se da un lato il trasloco è stato faticoso e ben lungi dall’essere concluso (siamo ancora in attesa - ahimè – di libreria e pezzi di armadio quindi gli scatoloni faranno parte dell’arredo fino a settembre…), dall’altro sono riuscita a ritagliarmi spazio e tempo per me e i miei due uomini. Saggia è stata la decisione di trasferire postazione lavoro e figlio fuori città, scappando letteralmente dai ritmi degli ultimi mesi.

giovedì 8 maggio 2014

Merende di oggi e di ieri


Chissà perché se penso alla merenda i miei ricordi sono tutti vicinissimi nel tempo, legati a momenti vissuti di recente, quasi sempre in compagnia dello chef e di minichef.
Mamma: ma tu ci facevi fare la merenda di pomeriggio quando eravamo piccoli?

Rivedo chiarissimo il pacchettino da portare a scuola per l’intervallo mattutino, spesso di carta stagnola con dentro un panino al prosciutto, pane burro e marmellata, pane burro e zucchero. Sono passati diversi decenni dalle elementari e finalmente posso dirtelo, cara mamma: io il pane burro e zucchero lo odiavo. Ora partiranno gli anatemi dei conservatori, quelli che “le merende migliori sono fatte in casa” e devo ammettere che oggi anch’io apprezzo la genuinità di una fetta di pane con una buona marmellata. Allora no, la mia invidia era tutta per i “fortunati” compagni che arrivavano a scuola con una pizzetta o, delizia delle delizie, con una ciambella fritta ricoperta di zucchero.

Però, pur scavando nella memoria e cercando un elemento, un profumo o un sapore cui aggrapparmi, non riesco a ricostruire i momenti della merenda pomeridiana. Forse io e i miei fratelli eravamo troppo impegnati per fermarci a mangiare.

giovedì 20 febbraio 2014

Tre

Tre anni oggi e la consapevolezza che sei un bimbo grande.
Il mio bimbo, lo stesso che una piovosa domenica di tre anni fa è nato con un po’ di trambusto ed è stato il più bel regalo della mia vita.
Eri un fagotto, adesso sei snello e hai i capelli lunghi che ti vanno davanti gli occhi. Sei grande, me ne accorgo vedendoti mettere il pigiama da solo o fissare pensieroso le stringhe delle scarpe con la stessa concentrazione di un ricercatore in laboratorio.

Auguri minichef.
Che canti Katy Perry a squarciagola e mi chiedi di ascoltare Billy Joel così puoi giocare anche a tu a fare il “piano man”.
Che sei ciarliero come il tuo papà, ma solo quando ne hai voglia e allora ti lanci in minuziose descrizioni e nella cronaca minuto per minuto dei tuoi giochi. Se hai la mala, invece, non c’è verso di cavarti una parola di bocca e l’unica risposta che otteniamo è un no secco.
Che parli anche in un’altra lingua e ogni volta che ti sento e devo sintonizzarmi su quel tuo mondo fatto di aggettivi prima dei sostantivi, di cars e blue sky, è sempre uno stupore.

lunedì 3 febbraio 2014

Cronache scolastiche e minestroni d'inverno

Signora suo figlio a casa mangia troppo bene” dice la pediatra ammonendomi.
Scusi?!?” rispondo io.
Suo figlio è abituato a un regime alimentare troppo curato quindi è normale che la prima reazione alla mensa scolastica sia una vera reazione… allergica!” conclude sarcastica la dottoressa.
” mio commento non pervenuto.

Entusiasta della scuola materna di minichef ho, nei primi mesi di frequentazione, chiuso un occhio sul planning alimentare scolastico. Anzi, ho proprio messo la mascherina del sonno e fatto la gnorri alla lettura dei creativi menù. 
Pensate esageri? Facciamo che vi riporto senza censure né commenti alcune proposte di menù tratte dal quaderno delle comunicazioni scuola - casa:
  • Penne alla puttanesca - lonza - polenta.
  • Gnocchi alla ligure - arrosto - patate
  • Pasta al pomodoro - hamburger - purè
  • Pasta al prosciutto+besciamella - frittata - patate
  • Pasta alla boscaiola - sofficini - purè
[Dico solo che forse c’è un “partito della patata” che compone i menù e io non lo sapevo!]

A queste ludiche proposte minichef qualche tempo fa ha reagito nel vero senso della parola: corpo pieno di bolle e febbrone da cavallo. Fatti tutti gli esami del caso, sul banco degli imputati è salito il latte UHT somministrato a merenda insieme a pane e un succedaneo della Nutella. A quel punto siamo andati a bussare alla porta della scuola e le cose si sono complicate.

Pare infatti che la società che gestisce la mensa, oltre a dover seguire tutte le normative del caso e le indicazioni dei nutrizionisti, abbia dovuto confrontarsi con un drappello di simpatici genitori. Quelli del “Anche il cartone, purché mangi” uniti bellicosamente ai portavoce del “Mio figlio mangia solo pasta al pesto e wurstel, qual è il problema a darglieli tutti i giorni?” (e vi giuro che non sto romanzando).

Come si fa? Davvero, una mamma cerca di tenere sopiti gli istinti più bruti e innalzare la propria soglia di tolleranza, perché qui non è che si pasteggi quotidianamente con chissà quali manicaretti. Figuriamoci… siamo persone normali che però prestano attenzione (ok, forse un filo più della media) a quello che finisce nel piatto.

No, non partirò in una filippica contro l’istituzione mensa scolastica perché già se ne sentono troppe. No, non ho fatto mettere minichef in bianco dalla pediatra perché finirebbe per mangiare il doppio (il pasto tristanzuolo in bianco più quello normale dei compagni).

Mi chiedo però (e vi chiedo): la scuola non dovrebbe svolgere un ruolo educativo a 360°? E in questo giro continuo non dovrebbe essere compresa anche la cultura alimentare? Che non vuol dire disquisire di fois gras a tre anni, ma semplicemente guardare con curiosità le “cose colorate” che finiscono nel piatto. E lo dico da mamma fortunata di un bambino che mangia praticamente tutto. Asparagi e sofficini, patate e cavoletti di Bruxelles (ma non dategli lo stracchino, quello ve lo sputerà lontano un metro!).

La nostra cena quindi, da qualche tempo a questa parte, si modella sulle improbabili alchimie del pranzo. In poche parole è il tripudio del vegetale, nel tentativo di arginare l’avanzata proteica del pranzo. Il minestrone del primo lunedì di febbraio ne è un chiaro esempio: prendi il meglio che l’orto offre e fanne una zuppa calda e confortante, da preparare in abbondanza e lasciar cuocere a lungo, sentendone il profumo diffondersi lentamente per la casa. Ci sono i porri delicati, i fagioli morbidi, il cavolo saporito e sì, anche due patatine di montagna perché rendono più cremoso il tutto. 
Una ciotola e via a cercare nuove idee per le cene di minichef!


Minestrone d'inverno
Ingredienti per 4 persone
  • Fagioli freschi 500 gr (da sgusciare) o circa 250 gr già sgusciati
  • 2 carote
  • 2 porri
  • 2 mazzi piccoli cavolo nero
  • 2 piccole patate di montagna
  • 1 fetta di speck da 80 gr circa
  • 1 foglia di alloro
  • sale, pepe
  • olio extravergine d'oliva
Lavare e mondare le verdure: sgranare i fagioli, pelare patate e carote e tagliarle a cubetti, sfogliare il cavolo nero eliminando la costa centrale, eliminare la parte verde dei porri e le foglie esterne più dure, tagliare porri e cavoli a striscioline sottili.

In una pentola capiente far rosolare un paio di minuti i porri in olio extravergine d'oliva, salarli e poi aggiungere le carote, le patate e lo speck. Lasciar insaporire le verdure, unire il cavolo nero e i fagioli e coprire con abbondante acqua calda (in modo da non bloccare la cottura): l'acqua dovrà superare di un paio di dita le verdure. Raggiungere il bollore, regolare di sale e pepe e coprire, continuando la cottura a fiamma bassa per circa un'ora e mezza. Il minestrone dovrà restare piuttosto brodoso, se invece lo preferite più asciutto prolungate ancora la cottura o scoperchiate la pentola durante gli ultimi minuti di cottura.

Servite il minestrone ben caldo, completando con un filo d'olio a crudo e una spolverata di pepe nero macinato al momento e accompagnate con fette di pane tostato.