martedì 8 aprile 2014

Gli orari, la spesa e un idillio perfetto.


Forse vi starete chiedendo che fine abbia fatto lo chef. In effetti è da un po' che non parlo di lui, magari lamentandomi pubblicamente degli orari bizzarri che la nostra famiglia fa a causa del suo lavoro.

La ragione è presto detta: da un paio di settimane (ormai quasi tre, il tempo vola…) il mio augusto consorte è a casa, più precisamente in convalescenza. Tutto merito di una sindrome del tunnel carpale con annesso dito a scatto per il quale ha dovuto subire un’operazione. Intervento riuscito ma ripresa lavorativa necessariamente lenta: ve lo immaginate a spignattare con tanto di bende?

Da tre settimane quindi viviamo un'apparente normalità familiare: tutti insieme a colazione e cena e a volte riusciamo addirittura a ritagliarci un pranzo a due.
Bello anzi bellissimo, soprattutto quando la routine prevede ritmi dietro ai quali a volte faccio fatica a stare, ma la verità è che tutta questa regolarità mi uccide!!!


Non fraintendetemi, andare a letto a orari consoni mi sta regalando un inaspettato riposo. La mia pelle ringrazia. E il vantaggio di non doversi preoccupare ogni giorno di cosa fare per cena? Leggerezza allo stato puro.
Certo poi i piatti li lavo io e mi tocca anche fare il commis, sbucciando e tagliando, perché lui con una mano sola non riesce. Ma sono piccoli sacrifici in cambio di prelibati manicaretti (termine quanto mai opportuno nel post odierno): gli asparagi con le uova in camicia e salsa Mornay della scorsa settimana li sogno ancora oggi.

Tornando però alle mie riflessioni familiari, meditavo che ci si abitua davvero a tutto (o quasi) e che dopo svariati anni di routine "alternativa", mi fa strano la sera sentirmi chiedere "vediamo un film?" o semplicemente dover dividere il divano e riorganizzare quello spazio di solito occupato da mac, libri e fogli volanti vari, cellulare e cuffie. In queste settimane non sempre sono riuscita a farlo bene, in alcuni casi qualche sbuffo è partito. Un nano secondo dopo mi sono sentita una persona terribile. Poi ho spento tutto e fatto spazio sul divano.

Ma i più contenti durante la convalescenza dello chef non abitano nella nostra casa, non sono nemmeno imparentati con noi (ma il legame è così forte che probabilmente a breve colmeremo questa lacuna). I cari amici pugliesi, proprietari del negozio di frutta e verdura dove ci riforniamo abitualmente, sfoggiano da quindici giorni dei sorrisi che neanche alla festa di San Nicola a Bari.

Cassette colme di primizie e rigogliose verdure compiono quasi quotidianamente il tragitto ortolano – casa dello chef. A breve vi registrerò l’accompagnamento della banda musicale, lo aspetto con impazienza.
Arrivano a fermarci per strada: “Ehi chef, guarda che belle cipolle sono arrivate oggi!”, “Ciao Claudia, posso darli a te i nodini di mozzarella che mi ha ordinato il marito?”.

Ma va bene così, lasciamolo(i) divertire. In fin dei conti sono felici con poche cose, peraltro buonissime.
A me il compito di sorridere, sempre, e di ri-arrangiare ciò che trovo in dispensa cercando di essere all'altezza dei meriti culinari del consorte.

In foto ne avete un esempio: la barba dei frati è una delizia di velocissima durata e ne avevamo in frigo una quantità enorme già lessata e salata.
La ricotta (di capra) ha la stessa provenienza dei nodini ed è uno di quei piccoli tesori riservati dall’ortolano solo ai clienti doc. Li ho messi insieme, o meglio li ho messi sopra delle piccole panelline di ceci.

Devo proprio darvi la ricetta? Non credo, vi basteranno le proporzioni per preparare le panelle: farina di ceci mescolata con una frusta all’acqua leggermente salata (calcolate circa 300ml ogni 100 gr di farina), portate a ebollizione e fate cuocere per 30 minuti. Regolate di sale e pepe e poi versate su una placca rivestita con carta forno, livellate bene e coprite con altra carta forno e con un peso (io ho usato un’altra placca). Fate raffreddare, ritagliate dei cerchi e friggeteli in olio ben caldo.
Assemblate mettendo su ogni panellina un ciuffetto di barba dei frati e un cucchiaio di ricotta. Filo d’olio e spolverata di pepe e avrete un piccolo boccone per un aperitivo casalingo.

Adesso vi saluto, la settimana è ricca di cose da fare. Oggi a Milano inizia il Salone del Mobile e quest’anno lo vivrò in prima persona anche in Fiera, fatemi l’in bocca al lupo.

Se resisto al turbinio dei prossimi giorni (e resisto prometto!), mi potrete trovare venerdì alla Food&Design Experience, dove seguirò per Sale&Pepe tutti gli eventi in programma.


Che ne dite di venirmi a salutare? Se volete potete anche portarmi da mangiare ;-)

Buona giornata!

6 commenti:

  1. Cambiare routine è sempre traumatico, figuriamoci se è la routine famigliare :D Sembra però che ve la state cavando alla grande ;)
    Segno la ricetta, ho della farina di ceci che giace in dispensa e reclama di essere usata.
    Un bacio grande

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    1. ma sì!!! mi lamento ma alla fine sono contenta di questi piccoli, grandi cambiamenti!

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  2. Sempre piacevole leggerti. Adoro la barba dei frati, una verdura così "vintage"...ma buonissima. Appena la trovo la acquisto d'impulso :-)
    un abbarccio
    simo

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    1. grazie Simona, condivido l'amore per la barba dei frati. Mi piace in toto, a partire dal nome che riporta davvero in un'altra epoca.
      a presto
      Claudia

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  3. Tutto vero.
    Infatti l'ortolano ringrazia! Io non poso che aggiungere la mia personale eulogia ai signori del Frutteto, perché il lato frutta-verdura della nostra dieta famigliare è sempre al massimo della qualità.
    Brava la Femme che racconta anche di cose di casa con un tocco accennato, ma preciso.

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    1. Che onore un tuo commento qui :-)
      Grazie, non solo per le parole, ma soprattutto per le delizie che per merito tuo arrivano in casa e sulle pagine di questo blog!

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