martedì 1 aprile 2014

La pasta e fasioi, quel sapore che mi ha riportata a Venezia


Quando sul treno che correva verso la stazione di Venezia Santa Lucia ho dichiarato “Io Venezia devo ancora capirla”, ho sentito molti sguardi perplessi posarsi su di me.
Lo capisco: la laguna, la poesia dell’acqua, le gondole, una storia secolare, una città iconica.
Il punto è che nelle mie precedenti esperienze veneziane mi sono spesso sentita a disagio. Soffro il mar di mare e ancor di più mi mettono alla prova la calca e le attese spesso snervanti dei vaporetti. Sciabordio e mal di testa, di Venezia a lungo ho ricordato queste sensazioni.
Eppure sono una donna di mare, ho bisogno dell’acqua, la cerco costantemente. Mi ricarica e riempie le cellule.


Un inaspettato invito a Venezia ed ero sul treno di cui sopra per mettermi alla prova nel confronto con quest’elegante signora un po’ fanée con la quale, in poco più di ventiquattro ore, mi sono riconciliata.


Ho ribaltato il mio punto di vista guardandola dalla Giudecca, senza la fretta di dovermi calare nei tradizionali percorsi turistici. L’ho scrutata dall’alto della romantica torretta del Molino Stucky (il secondo punto più alto sulla città dopo il campanile di San Marco e certamente un punto d’osservazione privilegiatissimo) mentre era avvolta nella foschia del tramonto.



Ho sbirciato nelle calli silenti eppure così piene di vita. C’è chi fa jogging, chi porta le sporte della spesa a casa, chi si allena remando con gli amici. Ci sono i butta-dentro delle osterie con i menù in inglese appiccicati al vetro e le vecchiette ormai abituate a vedere fotografare porte e finestre da chi passa e poi va via.


C’è una Venezia che si cela in angoli inaspettati. Un mulino su un’isola è quanto meno inconsueto, ad esempio. Eppure ancora oggi i mattoni ocra del Molino Stucky raccontano di una storia lontana e di un luogo che fino a qualche decennio fa produceva quotidianamente pasta, pane, biscotti. Lì, dove proprio non l’avresti mai immaginato.



Ho finalmente gustando la cucina di Venezia, provando i tipici “Cicchetti” gli assaggi saporiti che nei Bacari accompagnano “un’ombra”, espressione colorita per indicare un bicchiere di vino. Nel ricchissimo piatto: baccalà mantecato, carne cruda e tante altre piccole golosità tra cui spiccano su tutte le saporite sarde in saor.



È stato inusuale ma divertente cenare sbirciando agli altri tavoli le reazioni incuriosite degli stranieri alle proposte culinarie (la parola più pronunciata è tapas, un paragone non sbagliato con i locali cicchetti) e origliare la musicalità della parlata dei veneziani che a volte pare siano come “assuefatti” a ciò che li circonda. Se siete a Venezia e volete farvi un regalo fermatevi per cena al Bacaromi e ordinate il fritto misto. Gustatelo senza fretta, cercando di riconoscere tutti gli ingredienti che si nascondono sotto la crosta dorata, alcuni sono davvero inaspettati ma azzeccatissimi!


Ventiquattro ore sono senz’altro poche per conoscere un luogo, ma stavolta andando via da Venezia ho avuto finalmente la sensazione di averla vista, davvero.
Grazie a tutto lo staff del Molino Stucky Hilton Venice e in particolare allo Chef Ivan Catenacci che non solo mi ha ospitato nella sua cucina per una divertente lezione sul risotto ma soprattutto mi ha donato la ricetta della sua famosa Pasta e Fasioi, cremosa e saporita.

Informazioni utili

MolinoStucky Hilton Venice Giudecca 810 - 30133 Venezia
Tel: +39 041 2723311
E-mail: venice.info@hilton.com

Bacaromi
Aperto tutti i giorni dalle ore 18.00 alle 22.30

La pasta e faisoi (ricetta dello chef Ivan Catenacci)
Ingredienti per 4 persone
  • 400 gr Fagioli secchi, tipo Lamon
  • 200 gr Ditalini rigati
  • 1 Carota
  • 1 Costa sedano
  • 1 cipolla piccola o 1 scalogno
  • 2 dl olio extravergine d'oliva
  • 100 gr pancetta arrotolata
  • 2 spicchi aglio
  • 1 rametto rosmarino
  • prezzemolo, alloro
  • sale e pepe
Mettere i fagioli a bagno in acqua fredda il giorno prima di cuocerli.

Cambiare l’acqua e cuocere i fagioli con la giusta quantità di liquido (io li ho coperti a filo) insieme alla carota, il sedano, la cipolla, l’alloro e uno spicchio d’aglio. Le verdure vanno lasciate intere. Quando i fagioli sono cotti (dopo circa un'ora) togliere le verdure, l’aglio e l’alloro.

Preparare un fondo con le verdure cotte tritate e rosolare nell’olio con uno spicchio d’aglio, la pancetta e il rosmarino. Rimettere il fondo nella zuppa e lasciare cuocere per altri 20 minuti. Eliminare l’aglio, la pancetta e il rosmarino. Mixare con un frullatore a immersione metà dei fagioli in modo da far risultare la zuppa più cremosa.

Cuocere la pasta in acqua salata e quando è cotta mescolarla con la zuppa, aggiungere il prezzemolo tritato e un filo d’olio extravergine.

2 commenti:

  1. Siamo in due allora! E dire che l'ho vista anche più volte.

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    Risposte
    1. ciao Arianna! Mi consola non essere l'unica che ha avuto bisogno di tempo per entrare nelle pieghe di questa città magica ;)

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