sabato 26 giugno 2010

Mani, mestieri, famiglia

Primo sabato d'estate, sono appena rientrata a casa da una veloce passeggiata per godermi il sole pieno e il cielo terso e intensamente azzurro che esprimono al 100% lo spirito della stagione. Mangio un paio di pêches plates (in Sicilia sono chiamate tabacchiere per la loro forma schiacciata che ricorda appunto i contenitori del tabacco) per fare una merenda buona e dissetante. In questi giorni d'inizio estate io e il cuisinier siamo in fase di rodaggio alimentare, nel senso che il nostro stomaco deve abituarsi al cambio di temperatura e per ora non desideriamo mangiare altro che frutta, insalata e gelato (sento già il commento di mia madre: «ecco, io lo so che tu non mangi mai carne... avrai sicuramente una carenza di ferro!»). Approfitto allora della relativa semplicità culinaria per sfruttare questo sabato e rimettere ordine tra le foto che ho scattato nell'ultimo breve soggiorno italiano.

Mi sono accorta di aver fotografato tante mani. Mani giovani e anziane, curate o sciupate, di uomini e donne diversi ma con il denominatore comune di essere tutte all'opera.

C'è il pescatore del lago di Como che ogni notte esce con la barca per andare a pesca e poi rimane tutto il giorno davanti alla sua bottega intento a pulire e sfilettare uno per uno i filetti di persico, sempre disponibile a scambiare una parola o ricambiare il saluto di chi passa.

C'è il mastro ramaio che fa ancora oggi il mestiere insegnatogli dal padre che in famiglia si tramanda di generazione in generazione. Lui ha avuto una sola figlia (di cui è orgogliosissimo) che ha studiato e fa tutt'altro lavoro. Il giorno in cui smetterà non ci sarà più nessuno che ogni mattina apre il piccolo negozio con laboratorio sul retro, per creare nuove pentole o ristagnare l'interno di casseruole che fanno parte da decenni delle cucine delle famiglie del posto. Visitare il suo regno è stato come entrare in un altro tempo, fatto di pochi, semplici strumenti che la sua enorme abilità trasforma in sofisticate macchine capaci di creare dei veri gioielli della cucina.

Ci sono le mani del giovane ristoratore che cuoce la carne con le spezie del suo orto (e le pentole del suddetto mastro ramaio :-) direttamente al tavolo dei clienti, pratica forse démodé che però aggiunge alla cena cinque minuti di chiacchiera non prevista con una persona interessante.

E poi ci sono - sempre, anche quando non vicine o fotografate - le mani della famiglia. Quelle che ci hanno accolto con amore dal primo momento, che ci sorreggono quando ne abbiamo bisogno, ci regalano una carezza ma sono anche capaci di essere dure e severe. Le mani che esprimono questo legame indescrivibile e indissolubile cucinando per noi, dicendoci quanto ci vogliono bene senza bisogno di parole ma usando dita, forchette e cucchiai.

7 commenti:

  1. Carissima femme,"Mani, mestieri, famiglia" è il più bel brano che tu hai scritto in questo blog! Mi hai fatto piangere! Ho ritrovato me stessa nelle tue descrizioni, è vero anche attraverso la preparazione del cibo si trasmette amore. Baci

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  2. Ciao alla femme du chef e a tutti i lettori, come sempre con una delicatezza la femme du chef mi porta ai ricordi che ognuno di noi ha vissuto, vive o vivrà.
    Sono partigiana e nostalgica dei mestieri artigianali, perché l’artigiano usa le sue mani ma anche il suo cuore, è un mestiere trasmesso dai antenati come un’eredità, purtroppo siamo una generazione che cresce con il potere della industria alimentare, ma per fortuna ci rendiamo conto che la buona cucina autentica è quella preparata con le mani e il cuore (le foto della femme du chef lo mostrano).
    A parigi, è il weekend della frutta e delle pêches plates.
    Baci

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  3. Che bel racconto Femme! Oltre all'essere fotografa sei anche un'ottima scrittrice :D Un bacione

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  4. Grazie a tutte per le vostre affettuose parole!
    E' bellissimo ricevere dei messaggi come i vostri, soprattutto perché condividere emozioni, volti e pensieri con voi è per me una grande gioia.

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  5. Bentornata a casa.
    Forse.
    Credo però di aver capito che la tua casa è dove tu in quel momento sei.
    Non spiegherei in altro modo le tue descrizioni di luoghi persone e sentimenti.

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  6. sul lago di como dove?piacere di conoscerti:D

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  7. ciao, grazie di essere passata!
    sul lago di Como dalle parti di Tremezzo/Menaggio.
    a presto

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