È stato un lungo agosto. Anzi, è stata una lunga, lunghissima estate.
Io e i bambini abbiamo vissuto da giugno a oggi in simbiosi, in giornate che si aprivano al primo richiamo della piccola per avvertirci che era l’ora di colazione e si chiudevano insieme alle pagine degli innumerevoli fumetti che hanno costellato le letture di minichef.
È stata un’estate trascorsa lontani dalla Sicilia, elemento che da un lato ha messo a tutti un po’ di malinconia, dall’altro ci ha spinto a essere più curiosi e intraprendenti, a organizzare gite fuori porta in luoghi prima mai considerati e a improvvisare mini vacanze ad alta quota, scoprendo la bellezza della montagna in quattro. Tanto faticosa, quanto rigenerante per lo spirito e il fisico. I pochi giorni passati in Engadina hanno confermato il bisogno che abbiamo tutti, grandi e piccoli, di ritrovare più spesso il contatto con la natura, abituati come siamo a scenari cittadini e a ritmi incalzanti. Forse si tratta della scoperta dell’acqua calda, ma io e lo chef ci siamo ripromessi di trovare nei prossimi mesi tempo (e voglia) per mettere la famiglia in auto e partire in direzione montagna, anche solo per una giornata da passare tra sentieri e rifugi.
Nelle scorse settimane il tempo da dedicare alla cucina, a qualche ricetta annotata da tempo o vista su una rivista è stato quasi nullo e poi, se devo essere onesta, non mi sento sempre a mio agio quando i fornelli sono da condividere con più cuochi. Negli anni io e lo chef abbiamo trovato il nostro equilibrio, ma se la cucina diventa più affollata di un “appartamento spagnolo” (che ricordi… che sia tempo di rivedere quel film?) io, sarà un mio limite, preferisco defilarmi. Che poi, proseguendo in un’attenta analisi delle dinamiche culinarie vacanziere, programmare pranzi/merende/cene per mezza famiglia per tante settimane, accontentando gusti e desideri di tutti, è tutto fuorché facile ed entusiasmante.
Per fortuna c’è stato il rigoglioso orto estivo a sopperire in alcuni frangenti alla mancanza di fantasia o al sopravvento della stanchezza. Pomodori a bizzeffe: per l’insalata, in power bowls energetiche e colorate, per sughetti profumati con cui condire la pasta o semplicemente affettati e gustati con un pizzico di sale e un filo d’olio. Un tripudio di rosso accompagnato dal verde tenue dei fagiolini, dalle mille sfumature color bosco dei cespi di insalata amara e dal viola delle melanzane, così lucido e intenso da sembrare quasi nero.
Le spedizioni nell’orto con cesoie e cestini sono state un piacevole appuntamento fisso per me e minichef, vissuto con l’intensità di una missione da veri esploratori!
Abbiamo ancora un paio di giorni per dedicarci alla raccolta e proprio oggi a pranzo mi diceva che i pomodori quasi maturi sono tanti ma soprattutto ci aspettano le melanzane “stirate” che lasceremo crescere sulla pianta fino all’ultimo momento buono. I rovi di frutti silvestri invece non hanno dato grandi risultati. Colpa delle piogge intense di fine giugno, del caldo da record di agosto o semplicemente delle frequenti incursioni di minichef che rientrava puntuale dalle sue passeggiate solitarie con magliette striate di rosa acceso?
A lui, mia “croce e delizia” dell’estate, è dedicato il dolce che pubblico oggi. Perché l’innalzarsi del mio dispendio energetico estivo è stato tutto merito suo, così come il costante aumento dei decibel (ma superati i sei anni smettono di urlare, vero?) e l’infinita sequenza di domande a cui rispondere, giorno e notte.
Ci attende un settembre tosto e per affrontarlo meglio in questi ultimi giorni in cui siamo fuori città noi tre da soli stiamo facendo insieme tutte le cose che amiamo di più: pigiama party ossia cena con hamburger e patatine seguita da visione di film scelto da lui, passeggiate lungo lago in monopattino (lui) e passeggino (per la sorella, spinto da me ovviamente), merende a base di ghiaccioli e partite a scopa, tormentoni estivi a tutto volume come colonna sonora (inspiegabilmente, oltre ai vari Rovazzi e Gabbani, mi ha tirato fuori dal cilindro una passione smodata per “Azzurro” che non so da dove arrivi ma è buffa, quindi da assecondare subito!).
Queste tartellette sono state la risposta al suo “mi fai un dolce”? La frutta estiva è ancora molto saporita e si presta per guarnire la pasta brisée senza troppi orpelli. Giusto un filo di zucchero per spolverarla e in cottura rilascia tutti i suoi succhi che la caramellano e tingono leggermente il fondo della tartelletta. Prugne e mirtilli per la ricetta di oggi, la cui asprezza fa da contrappunto alla dolcezza della pasta che ho voluto al burro, come una classica brisée, ma resa più croccante dalla farina di granoturco che le conferisce anche un leggero color senape.
Le ripeteremo, magari cambiando frutta, per accompagnare le prime merende dopo la scuola quando accanto al piattino del dolce spunteranno anche le tazze di tè caldo.
Ma oggi non pensiamoci.
È il 31 agosto, l’ultimo scampolo di questa lunga, lunghissima estate.
Ingredienti per 6 persone
- 150gr di farina di grano tenero tipo 1
- 70gr di farina di granoturco
- 80gr di burro
- 50gr di zucchero a velo
- 1 uovo
- 1 cucchiaio colmo di zucchero di canna
- 1 pizzico di sale
- 10 prugne
- 50gr di mirtilli
Raccogliete in una ciotola le farine, lo zucchero a velo e il sale, aggiungete il burro freddo tagliato a tocchetti e lavorate con la punta delle dita fino a che non si formeranno tante briciole. Unite l’uovo e impastate velocemente fino a formare una palla compatta e uniforme; avvolgetela nella pellicola trasparente e fatela riposare in frigo per circa un’ora.
Trascorso questo tempo, dividete l’impasto in 6 parti e stendetele formando 6 dischi irregolari dello spessore di 3-4mm, trasferiteli su una placca foderata con carta forno.
Lavate la frutta, tagliate le prugne a fette sottili e distribuitele sulla pasta lasciando scoperto il bordo, aggiungete i mirtilli e spargete sulla frutta un po' di zucchero di canna. Ripiegate i bordi di impasto per chiudere le tartellette e cuocete in forno statico preriscaldato a 180°C per circa 30-35 minuti. Servite le tartellette tiepide o fredde, completando con una spolverata di zucchero a velo. Sono perfette accompagnate con una pallina di gelato alla vaniglia.
gustoso, lo adoro!
RispondiEliminaRicetta particolare davvero, e molto invitante :)
RispondiEliminaSembrano fantastiche! voglio provare a farle! spero non sia troppo difficile anche perchè non sono una grande cuoca.......
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