venerdì 16 dicembre 2011

Tradizioni, 'to do' e arancine


Negli ultimi giorni mi è presa la voglia di fare mille cose, a volte contemporaneamente, forse troppe. La mia borsa si sta riempiendo di fogli di carta, appunti veloci presi sulla moleskine o buttati lì dove capitava, magari grazie all’ispirazione di una foto, di una frase. Sarà l’aria natalizia che invade ogni cosa e si trasforma in frenesia? E’ anche vero che le cose da fare sono oggettivamente numerose e si rincorrono in liste dalla priorità non sempre definita (Li faccio o no i regali di Natale? Stiro o cerco la concentrazione giusta per scrivere quella lettera importante che deve avere tutte le paroline appropriate dove è necessario che stiano? Che poi pur di non stirare datemi una scusa qualsiasi e vi seguirò in capo al modo…).


Culinariamente parlando, l’unico modo per evitare stress e riuscire ad affrontare serenamente queste giornate sperando di arrivare incolumi alla prossima settimana è buttarsi a capofitto nelle tradizioni. Ricette consolidate, collaudate e a prova di risultato, che rendono felici voi e gli altri. Anche perché qualcuno in famiglia mi ha detto recentemente: “Ma che ingredienti strani usi?? Dove li trovi? Uffa così non riesco mai a fare quello che pubblichi!” (credo per colpa delle carote viola, piccine bistrattate a torto).

Oggi allora salviamo capra e cavoli ossia la mia voglia di tradizione e l’esigenza di chi magari non ha a disposizione tempo e modo per andare a un mercato ben fornito (perché vi assicuro che i prodotti che uso li trovo senza fare improbabili cacce al tesoro!).

Voilà le arancine :) 



Al maschile per tutto il mondo, a Palermo indiscutibilmente al femminile: Madame l’arancina che qualche giorno fa ha avuto il suo annuale giorno di celebrazione. Nel capoluogo siciliano, infatti, è tradizione per Santa Lucia mangiare solo piatti a base di riso. La devozione ha origini lontanissime: pare che la città fu salvata dalla carestia proprio dopo essersi rivolta in preghiera alla Santa che fece il miracolo inviando un bastimento carico di grano che, però, non fu trasformato in pane o pasta ma cotto subito e consumato in un piatto semplicissimo, la “cuccia”, antenato della ben più ricca versione che oggi appare nelle pasticcerie di tutta la città solo il 13 dicembre. Per Santa Lucia trovare a Palermo un panificio che panifichi è quasi impossibile, meglio rassegnarsi a scorpacciate di arancine.

Ce n’è davvero per tutti i gusti: dalla classica al ragù di carne, alla ‘leggera’ al burro, alle moderne con verdure, pesce, fino ad arrivare alle azzardose al cioccolato! Mi concederete quindi di aver sì cucinato un piatto della tradizione ma cambiando qualche piiiiiccolo dettaglio, principalmente il ripieno che, pur non essendo un ragù, è saporito grazie all’affumicato del formaggio e della pancetta. Per me è stato un debutto assoluto e il risultato non è stato niente male, credo che con la pratica possa solo migliorare. L’unico momento in cui fare molta attenzione è la frittura, sembra facile ma se non si ha pratica (e non so voi, ma io non è che frigga tutti i giorni) si rischia di perdere la temperatura dell’olio e bruciare le arancine o cuocerle troppo poco e avere il ripieno freddo. Per fortuna c’è il mio sos cuoco che mi ha dato qualche dritta e aiutato ad avere un perfetto risultato finale! Buone arancine e buon weekend.


Arancine affumicate
Ingredienti per circa 15 arancine di medie dimensioni

Per il riso:
  • 250 gr riso Carnaroli 
  • 1 lt brodo vegetale 
  • 2 bustine di zafferano in polvere 
  • 1/2 cipolla gialla 
  • 2 cucchiai da tavola olio evo 
  • 1/2 bicchiere di vino bianco secco 
  • burro e parmigiano reggiano per la mantecatura 
  • sale q.b. 

Per il ripieno:
  • 50 gr pisellini lessati (salati) 
  • 50 gr pancetta affumicata a cubetti 
  • 40 gr provola affumicata tagliata a cubetti 
  • 4 uova 
  • farina 00 (opzionale)
  • pangrattato 
  • panko
  • olio di arachidi per friggere 
Preparate un risotto giallo avviandolo con dell'olio in cui farete rosolare la cipolla tagliata a cubetti e tostare il riso. Sfumate con il vino e proseguite la cottura bagnando con il brodo vegetale fino a quando il riso sarà cotto. A circa un terzo della cottura aggiungete lo zafferano. Mantecate con una noce di burro e del parmigiano, deve essere all'onda.

Quando sarà raffreddato iniziate a preparare le arancine: mettete nel palmo della mano un po' di riso, schiacciatelo bene per formare un incavo dove andare a mettere il ripieno. Combinate gli ingredienti secondo la vostra fantasia, solo scamorza, pisellini e pancetta, pisellini e scamorza, i tre ripieni insieme. Coprite con un altro po' di riso e lavorate poi con le due mani in modo da chiudere bene l'arancina e darle la caratteristica forma di palla. Proseguite fino a esaurire gli ingredienti e poi procedete con l'impanatura. Passate le arancine nella farina, nell'uovo sbattuto e poi nel pangrattato o nel panko, ripetete due volte l'operazione senza ripassarle però nella farina (la doppia impanatura sigilla meglio l'arancina e la rende maggiormente croccante, fidatevi!). Friggete in olio bollente fino a quando non saranno ben dorate, scolatele su un foglio di carta assorbente e mangiatele ancora calde.

9 commenti:

  1. guardando la foto di queste splendide arancine mi è venuta una fame :D

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  2. Per lo stiro non temere, la prossima settimana ci penserò io. Per gli arancini complimenti, tu sei la "summa" delle tradizioni della Sicilia occidentale, con qualche influenza della orientale, e del profondo nord.Baci Rosalba

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  3. Se bisogna cucinare le arancine non si può mica stirare: odore a parte, c'è bisogno di concentrazione! ;) Devo dire che preferisco la tua versione senza ragù a quella classica, mi sembra che abbia un risultato più stuzzicante.
    Un bacio
    Annamaria

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  4. @Ros: obiettivo centrato!!! le arancine devo suscitare desiderio immediato di mangiarle!
    @Rosalba: amore di mamma... tu vedi di arrivare e poi ce la discutiamo!
    @Ann: sagge parole, stiro e frittura non sono molto compatibili :)

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  5. E' una delle mie preferite in assoluto fino ad oggi! Sono un po' troppo tradizionalista forse ma sai che quando si parla di Sicilia perdo di oggettività! G

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  6. G/anonimo... perché non ti firmi per esteso?!?! io non sono così brava a riconoscervi al volo!!! comunque sono contenta che la ricetta dei miei arancini ti sia piaciuta, chiunque tu sia ;)

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  7. Sono queste le tradizioni che mi piacciono :)

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  8. avà oggi mi campi di rendita con questo post?! :D
    [tra l'altro me lo ero proprio dimenticato]

    evviva gli arancinI! eheh non smetteremo mai con la contesa tra maschile e femminile...
    belli questi, ma li avevi fatti più piccini di quelli "a carne" che fanno a palermo, vero?

    l'altro giorno con alessia abbiamo sperimentato una versione da riciclo, ovvero col risotto ai porcini avanzato dal giorno prima. li abbiamo fatti piccini piccini - gli arancini nani - e ripieni con il gorgonzola. buoni, ottimi da aperitivo e per mangiare il risotto rimasto in modo estroso ;o)

    buon giorno di s.lucia, miacuggina bedda.

    baci,
    v

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  9. Ricetta segnata! Per una bergamasca l'Arancina a Santa Lucia suona insolita, ma perchè no?! Sembrano molto gustose! Anche se il fritto (farlo intendo) non mi va tanto a genio. Questione di pratica immagino.
    Grazie ed un abbraccio... :-)
    Sabrina

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