mercoledì 19 maggio 2010

Una bella famiglia

Sono giorni densi d'impegni, più o meno interessanti e piacevoli, che mi hanno tenuto lontana dalla tastiera e dai fornelli, binomio che ultimamente associo sempre più volentieri. Le mie giornate però le trascorro spesso altrove, fuori dalle mura domestiche e lontana dalla cucina che, pur essendo il mio luogo d'elezione nel piccolo appartamento parigino, rimane pur sempre il regno di mio marito (altrimenti che "Femme du Chef" sarei?!?) Insomma, questa settimana mi sono data alle mostre, alle passeggiate in parti nuove della Ville Lumière e a qualche esperimento cultural-culinario di cui prometto di scrivere a breve. Il 'la' (o la scusa) a tutto ciò mi è stato dato dalla visita di mia suocera... e qui scatta la riflessione di oggi.

La lingua francese ha a mio giudizio le parole più belle per esprimere i rapporti di parentela acquisiti. Lontani dalle formalità inglesi per cui una persona è definita "per legge" (in law) madre, padre, fratello, figlia ecc o dalle italiche definizioni di suocera/o, nuora/genero, cognata/o la cui etimologia esatta mi sfugge (anzi se qualcuno potesse fare luce in tal senso ne sarei contenta), i cugini d'Oltralpe rivestono di affetto e delicatezza queste semplici parole. Ogni persona diventa belle o beau e, indubbiamente, si è più inclini a immaginare visi sorridenti e sguardi affettuosi sentendo parlare di una belle-mère piuttosto che di una suocera.

Noi (io e lo chef) siamo stati fortunati in quanto a belle-famille, possiamo permetterci di parlare affettuosamente dei rispettivi beaux-parents e di condividere con loro momenti piacevoli. Non capita a tutti, lo so, ma siamo sicuri che la lingua italiana non ci metta lo zampino in negativo rendendo questi rapporti più formali? Francese a parte, in molte lingue straniere i legami con la famiglia acquisita sono definiti partendo dalla stessa radice linguistica usata per riferirsi alla propria. Di fatto si aggiungono al proprio lessico un padre, una madre, vari fratelli o sorelle e sono convinta che questa scelta stilistica impreziosisca inconsciamente le relazioni.

Quindi, nonostante l'amore per la mia lingua e la consapevolezza delle sue nobili radici, mi sento di sostenere la poeticità francese e ho deciso di far diventare tutti i parenti più 'belli' con il solo utilizzo del vocabolario! Vive la France ;-)

2 commenti:

  1. Ma dai, come sei romantica e poetica!!!! In effetti hai ragione, la musicalità della lingua francese rende più dolci anche le parole più brutte....e qui vai a fare mille esempi. Riconosco, ma giuro di non scriverlo, l'autore del disegno. Baci e bacioni alla femme e allo chef.
    Prometto di informarmi per trovare le origini di suocera ed affini

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  2. beh....la riflessione non mi è nuova....se cerco su skype di qualche giorno fa trovo qualcosa in merito :-D

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