lunedì 24 maggio 2010

A lezione di té giapponese

Ritornando a un argomento al quale accennavo in uno dei primi post, essere la Femme du Chef ha tanti vantaggi, non solo culinari. Anzi credo che il più importante benefit sia di tipo culturale. Condividere la passione del mio cuisinier mi ha portato infatti giorno dopo giorno a diventare per osmosi un'incredibile curiosona (lo ammetto, le basi c'erano già) nei confronti di tutto ciò che riguarda il mondo della cucina.

Con questo spirito di scoperta e sperimentazione sono andata qualche giorno fa a lezione di té giapponese. Complice una città che offre infinite ed esotiche possibilità di apprendimento, ho messo il taccuino e la macchina fotografica in borsa e mi sono diretta alla Maison Jugetsudo con l'intenzione di scoprire l'arte e i segreti del té.

Confesso un po' di dubbi iniziali legati, in particolare, al sapore spesso ferroso del té verde ma davanti alle conclamate virtù benefiche (e drenanti) del té verde non ho potuto opporre resistenza...dovevo saperne di più. Ho fatto bene a non demordere: in un'ora e mezza di lezione ho imparato molto su quest'antica arte nipponica, ho bevuto dell'ottimo té e soprattutto ho capito quali errori evitare per gustarlo al meglio anche a casa.

Lezione numero uno: rispettare ASSOLUTAMENTE tempi e temperature d'infusione solitamente indicati sulle confezioni. Come le bellissime donne in kimono, dalla pelle trasparente e perfetta e i movimenti leggiadri, le foglie di té verde sono delicatissime e aggredirle con acqua ad altissima temperatura ne rovina l'aroma perché, di fatto, le brucia. Meglio quindi riscaldare la teiera vuota con l'acqua bollente e aggiungere le foglie di té solo quando l'acqua è scesa di temperatura (vedere compiere questo rituale alle maestre è stato veramente ammaliante, praticamente ipnotico... ma del resto loro l'hanno nel DNA e alla genetica non ci si oppone).

Lezione (inaspettata) numero due: le foglie di té sono riciclabili!!! Il tè si può usare fino a tre infusioni. Ovviamente alla prima il gusto sarà più forte, nelle successive dato che le foglie saranno già aperte non è necessario lasciarle troppo in infusione.

Varie ed eventuali (sempre in chiave riciclo): le foglie della varietà Gyokuro, la più preziosa, sono buone! Dopo averle usate per la preparazione del té possono essere mangiate nature o con un po' di soia, o aggiunte alle insalate. Credo che tenterò l'esperimento culinario anche con altre varietà.

In materia ci sarebbe da dire moooooltissimo perché è un po' come cercare di capire il vino... all'inizio una gran confusione ma poco alla volta si mettono insieme i pezzi e si comincia a comprenderne un po' di più e ad apprezzare la materia. Tornata a casa, con un'inevitabile scorta di té verde, ho cominciato a rimurginare. Ok bere sano, ma non vorremo mica farci mancare un degno accompagnamento da sgranocchiare sorseggiando una tazza di té? Non è stato facile perché anche integrare il té verde in un dolce richiede attenzione ed equilibrio assoluto. Dopo alcune prove e diversi assaggi improbabili, il consiglio familiare ha approvato questi biscottini al té Matcha (quello in polvere che è più comodo da usare per le preparazioni di pasticceria).

Frollini al Té verde

Ingredienti per una trentina di frollini

112 gr burro

160 gr farina 00

50 gr zucchero a velo

una punta di coltello di vaniglia in polvere

una punta di coltello di té verde in polvere (potete aumentare o diminuire la quantità se vi piace un sapore più forte, non esagerate però!)

un pizzico di sale

1 tuorlo d'uovo

q.b. zucchero semolato per il decoro

In una ciotola mischiare farina, zucchero a velo, vaniglia, té verde e sale, aggiungere poi il burro tagliato a tocchetti grossi e impastare con le mani, devono formarsi dei piccoli gnocchetti (N.B: il burro deve essere ben freddo perché l'impasto riesca bene). Trasferire il tutto su un piano di lavoro continuando a impastare affinché, poco alla volta, gli ingredienti si amalgamino bene e l'impasto diventi uniforme e liscio (tecnicamente questa operazione si chiama frasage). Avvolgerlo poi nella pellicola trasparente e farlo riposare in frigo per almeno un'ora.

Trascorso questo tempo dare all'impasto la forma di un cilindro, spennellarlo con il tuorlo d'uovo battuto e passarlo nello zucchero semolato. Tagliare poi tanti dischi di pasta dello spessore di 1 cm circa e disporli su una teglia antiaderente ben distanziati tra di loro perché in cottura il loro volume crescerà. Far cuocere in forno preriscaldato a 180°C per una ventina di minuti, devono diventare ben dorati.

5 commenti:

  1. A parte i 112 grammidi burro ( è la prima volta che non leggo 50 o 75 0 100 e così via, le dosi sono sempre dati in multipli di 25)la ricetta dei frollini è molto invitante e mi ricorda la lavorazione della pasta frolla per la crostata. Appena sarò a casa nuova ed avrò la mente più serena, li proverò. Ma queste esperienze di lezioni di té, solo a te potevano venire in mente. Comunque forte come idea. Baci

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  2. Che spirito d'osservazione :-)
    Comunque la dose ideale è 250 gr di burro (che è un multiplo di 25...) ma così vengono fuori biscotti per un esercito e visto che l'estate si avvicina per tutti ho ritenuto più saggio proporvi una dose più contenuta!
    Prova, prova...sono buoni e facili!

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  3. Quand'è che vieni qui a cucinare?
    Io sono tutta presa dal corso..(rassicura tua madre...non sono sparita..non del tutto almeno!!) e sono anche stanchina..ieri notte ho sognato di stipulare 3 atti..una fatica! Meglio sognare "coperte di panini"... ;-)
    O no?
    Baci, notte

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  4. qua ci vuole una sessione intensiva d'interpretazione sogni, magari al prossimo giro vado a studiare quello invece che il té verde :-P

    ancora tour culinari non ne organizzo eheh, al massimo mando il marito in trasferta!!! prometto però che se dovessi passare dalla tua cucina mi attrezzerei di dovere!

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  5. Bella la lezione di thè giapponese, io ho fatto 3 incontri sulla cerimonia del thè, però cinese, e devo dire che ti si apre davvero un mondo sconosciuto. Non berrei mai più un twinings adesso!

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