giovedì 11 giugno 2015

Istantanee da Expo 2015

Sono stata a Expo, a dir la verità già diverse volte, ma ho aspettato un po’ prima di scriverne. Volevo lasciar decantare le sensazioni della prima visita e confermare (o smentire) le impressioni avute nel corso della mia prima full immersion.
Una sola giornata non basta a vedere tutto, anzi credo ne servano almeno 4 o 5 per poter affermare di avere visitato buona parte dell’esposizione. Ma in fondo non è tanto la quantità che conta (quanti padiglioni visitati, quanti assaggi, quanti chilometri percorsi) quanto piuttosto gli spunti e le piccole scoperte fatte passeggiando lungo il Decumano e nei padiglioni.

La prima volta, un paio di settimane fa, sono andata con Donata grazie all’invito di smartbox. Io, lei, un cofanetto e due macchine fotografiche per fermare in jpg le impressioni di Expo. Io ne ho brutalmente approfittato per farmi fotografare un po’ ovunque, vuoi mettere il lusso di avere qualcuno che riesce a inquadrarti perfettamente invece dei miei soliti maldestri tentativi di selfie? Il mio ego ne è uscito ringalluzzito, non posso negarlo.
foto di Donata Zanotti
Il mio consiglio, se volete approfittare davvero di Expo, è di non darvi obiettivi impossibili ma solo fissarvi delle piccola priorità. Leggete qualche articolo, ne sono stati scritti infiniti su riviste e blog, pensate quale paese vorreste assolutamente visitare il primo giorno. Sceglietene 2-3 al massimo e il resto verrà da sé. Preparatevi a fare code, ve lo avranno detto in tanti ed è vero, ma normalmente scorrono e in alcuni casi già mentre aspettate ci sono pannelli che anticipano i contenuti del padiglione o piccoli spettacoli ideati proprio per intrattenere i visitatori, come nel caso del Kazakistan che ha un palco sul quale si alternano musicisti, danzatori, cantanti.

Certo, ci sono nazioni per le quali ci vorrà una dose ben più alta di tempo e pazienza (Giappone, Emirati Arabi e Italia sono a oggi i padiglioni fuori dai quali ho visto le code più imponenti), portate un libro o un amico tanto simpatico con cui parlare e dirigetevi verso questi padiglioni appena arrivati in fiera. Come dire, via il dente via il dolore! 

Una piccola nota per tutti i genitori: NON lasciate a casa il passeggino per nulla al mondo! Anche il più indipendente dei bambini dopo 3 ore a spasso vi implorerà di prenderlo in braccio e a quel punto come risolvere il problema? Se non volete portare il vostro, c’è la possibilità di noleggiarlo all’ingresso, ma va prenotato quindi pensateci per tempo. Inoltre (bonus da non sottovalutare) con i passeggini si fa una coda a parte o non la si fa per nulla, quindi quando arrivate ai padiglioni chiedete subito agli assistenti dove attendere, non vergognatevi!

Risolti i problemi di logistica, andate e godetevi la visita! 

Attraversare la rete del Brasile sarà divertente e anche rassodante, giuro che arrivare in fondo al sali e scendi non è per niente facile (specialmente se tenete per mano un pargolo) ma alla fine avrete una scusa per premiarvi con una bevanda fresca o un buon caffè al bar del padiglione. Rete sconsigliata se indossate la gonna e non volete dare spettacolo.

La gonna sarebbe controindicata anche per le sale degli Specchi del Padiglione Italia, ma la sapete una cosa? Sono talmente belle e coinvolgenti che se qualcuno piuttosto che ammirare le bellezze del nostro Paese, preferisce le vostre gambe è uno sciocco (con tutto il rispetto per le vostre gambe). 

Il padiglione Italia è un’iniezione di ottimismo, di - mi ripeto – bellezza e di positività con cui dovremmo riempirci occhi e cuore. Perché noi italiani dimentichiamo spesso quanto sia speciale il nostro stivale e quanto merita di essere rispettato e valorizzato. 

Come sarebbe il Mediterraneo senza l’Italia? La domanda è posta in una sala e la riflessione, non meramente estetica, vi accompagnerà lungo il percorso espositivo. C’è spazio per mostrare brutture e contraddizioni tricolori, dall’abusivismo edilizio alle contraffazioni, ma anche per promuovere gli impegni condivisi. Vedere molti visitatori attendere per firmare la Carta di Milano per garantire a tutti il diritto al cibo è un bel segnale che parte da Expo. 

Un appunto a chi ha organizzato gli spazi: perché relegare la Vucciria di Guttuso in un corridoio di passaggio dove la maggior parte dei visitatori passa velocemente, destinando solo un rapido sguardo all’opera? È così bella e così legata al tema dell’esposizione che forse meriterebbe una più consona collocazione. 

Dopo aver visitato il padiglione Cina non perdete la proiezione nel teatro al suo interno, un tenero cortometraggio sulla festa della Primavera che da secoli riunisce le famiglie.

Per entrare in Svizzera dovrete prima munirvi di un bigliettino che vi indicherà l’esatto orario della visita, si sa che gli svizzeri sono precisi ;-) Il concept delle torri svizzere e la riflessione sulla scarsità delle risorse alimentari è, a mio avviso, tra le migliori idee sviluppate a Expo.


Cosa non dovete assolutamente dimenticare a casa
  • Bottiglietta d’acqua;
  • Protezione solare: meglio se in una formulazione leggera e resistente alle alte temperature, io porto in borsa un latte solare spray 50+ per bimbi che usiamo tutti;
  • Cappellino/ombrellino per proteggervi dal sole, specialmente durante le attese;
  • Ventaglio: appena scatta l’estate l’ho sempre in borsa e lo trovo utilissimo se non volete trovarvi alla ricerca spasmodica di un foglietto, un quadernino, un qualsiasi oggetto con cui sventolarvi;
  • Scarpe stra-stracomode: non necessariamente delle sneakers ma quelle che per voi sono le migliori per camminare a lungo. Sono tornata in Expo in espadrillas ed è andata benissimo perché per me sono il massimo della comodità, meglio per esempio delle ballerine.
  • Biglietto: potete comprarlo alle biglietterie alla fermata del metrò ma per evitare file inutili e non rischiare di rimanere senza vi suggerisco di munirvi prima del vostro biglietto d’ingresso. Le formule d’ingresso sono tante e le trovate qui. Io come vi dicevo per la prima visita sono andata utilizzando il cofanetto smartbox “Expo Milano 2015” che comprende due biglietti con data aperta a un prezzo vantaggioso rispetto a quello standard; può essere un’idea regalo carina per amici che pensano di visitare Milano nei prossimi mesi.
Paradossalmente, l’aspetto di Expo che non ho ancora propriamente esplorato è quello del cibo. A parte un bicchierino di Pimm’s davanti al padiglione UK e un assaggio di Gyoza in una delle tante aree street food dove sostare per una pausa, non mi sono ancora lanciata in degustazioni degne di nota. Conto di rifarmi, ho già in mente di fare un picnic al padiglione Israele come suggerito da molti e di provare almeno un ristorante di un paese lontanissimo, per il puro piacere della sperimentazione. Mi e vi suggerisco il sito di Zomato, che ha recensito tutti i ristoranti di Expo (complimenti per lo stomaco!) e li ha classificati per prezzo/tipologia di cucina, credo sia una guida utile per orientarsi nella vastità di opzioni. Poi, come sempre, vale anche farsi portare da profumi, suoni e appetiti del momento. 

È anche questo il bello di Expo.

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