giovedì 23 maggio 2013

Una cassetta di nespole, il 23 maggio 1992.


Il 23 maggio 1992 era sabato.

Un sabato come tanti di fine maggio, con l’aria che – per lo meno a Palermo – profuma già d’estate. È tempo di passeggiate a Mondello, di bagni e gelato. La fine della scuola è a un tiro di schioppo e si respira l’inconfondibile atmosfera di fine anno. Quando hai undici anni le vacanze estive sembrano e sono infinite, i mesi durano di più e anche i pomeriggi del sabato sono lunghissimi.

Il 23 maggio 1992 avevo undici anni e il sabato pomeriggio lo trascorsi agli scout, tra parole, giochi e canti, progetti di campi estivi. Tutto come sempre.

Ma quel sabato pomeriggio rientrando a casa c’era qualcosa di strano nell’aria. Rumore e silenzio in centro città, un cielo grigio e pesante, movimenti per le strade. Davanti la porta di casa nostra, di fianco allo zerbino, un amico di papà aveva lasciato una cassetta di legno piena di nespole e la prima cosa che chiesi rientrando fu proprio “ma da dove vengono quelle nespole?”. Non ricordo nemmeno se mamma mi rispose, ancora oggi però quella cassetta di nespole è la prima cosa a cui penso ogni 23 maggio.

venerdì 17 maggio 2013

Il panino del viaggiatore


Ritrovarmi seduta dentro il vagone di un treno sta diventando ultimamente una piacevole ricorrenza. Lo è stato lo scorso fine settimana, quando un intercity (per la verità un po’ troppo polveroso) ci ha portato fino al mare. Lo è ancora di più quando viaggio su moderni treni alla volta di destinazioni nuove, iniziando a immaginare la mia meta sin dal primo istante di movimento, quando il treno procede ancora lento e incerto lungo il binario protetto dal grande padiglione della stazione centrale di Milano.

Complici le montagne e la linea 3G che va e viene riesco a staccare da tutto, a immergermi nel libro che troppe volte la sera abbandono sul comodino dopo averlo sfogliato svogliatamente, a guardare fuori alla ricerca dei campanili che piacciono tanto a minichef, persino a mettermi lo smalto (se non ci sono troppi passeggeri cui potrei dare fastidio!).

Se guardo indietro, in effetti, riesco a ritrovare tanti momenti della mia vita in cui i viaggi in treno sono stati importanti. Due anni fa un TGV carico di bagagli mi ha riportato da Parigi in Italia con un pancione gigante e tante domande sul futuro della nostra famiglia e della nostra vita. In treno raggiungevo i nonni in Sicilia per le vacanze estive e quei viaggi, a sette-otto anni, mi sembravano interminabili ed estenuanti. Probabilmente lo erano più per mia mamma che ci accompagnava e che doveva intrattenere me e i miei fratelli per almeno otto ore, inclusa una traghettata sullo Stretto.

lunedì 13 maggio 2013

Settantadue ore in Liguria


Tre giorni scarsi in Liguria, sono appena rientrata a Milano e ho già ho voglia di scriverne.
Qualche riga, alcune immagini da condividere prima che l’effetto benefico del mare passi.

Prima che il sole e il caldo cittadino mi facciano dimenticare la sensazione di calore sulle braccia scoperte che repentinamente si trasformava in pelle d’oca alla prima folata di brezza.

Sabato è stata una prova generale d’estate: ombrelloni e lettini allineati ma pochi coraggiosi in costume per sfoggiare una tintarella primaverile da weekend, i piedi finalmente liberi da scarpe e calze da affondare nella sabbia, palla e secchiello per minichef che – dapprima incredulo di fronte a cotanta libertà – si è subito adeguato a usanze e ritmi vacanzieri, pisolino alle cinque e a letto alle undici per tre sere consecutive! (La mamma mitteleuropea che sonnecchia in me ha lasciato il posto, almeno per un po’, alla mamma d’indole mediterranea.)

venerdì 3 maggio 2013

Pollo e patate, al ritmo di twist!

Questo venerdì ha il sapore strano di un fine settimana che inizia senza che la settimana si sia realmente snodata. Magia delle vacanze infrasettimanali che mandano calendari e orologio in un luogo sospeso e ci regalano momenti di distacco da tutto.

Non ho neanche fatto in tempo a preparare il primo picnic della stagione che il 25 Aprile era già finito e la valigia per un’intensa due giorni in Piemonte andava preparata (ve ne parlerò presto). Poi ci sono stati svariati treni, pullmann e perfino un trattore che mi hanno portata su e giù tra Vercelli, Milano e il nostro angolino fuori città, quello speciale solo per noi tre.