martedì 12 marzo 2013

Torta di mandorle, in apnea.


È già marzo e, a essere sincera, mi sembra di essere arrivata al terzo mese dell’anno in apnea. Come se il primo gennaio mi fossi tuffata in mare e stessi nuotando sott’acqua da allora. Una lunga nuotata in cui riprendo coscienza di ogni muscolo, della freschezza dell’acqua e della leggerezza del mio corpo in immersione. 

Metafore a parte, è un periodo particolarmente intenso, fatto di vecchi e nuovi progetti professionali che s’incastrano tra di loro, di una routine familiare che si complica un po’ (francamente lo trovavo inimmaginabile, ma adesso dopo le chiacchierate notturne dello scorso anno abbiamo aggiunto gli spuntini a notte inoltrata!) e di tante parole che le mie dita compongono sulla tastiera, a volte rapide e sicure, altre incerte.

Paradossalmente, dopo giornate spese tra le parole mi capita di restarne senza quando vorrei fermarmi e raccontare un po’ di me, della pasta al forno di mamma che meno male che c’è e anche in trasferta milanese senza il pomodoro buono è sempre una certezza, del pappagallo (prima conosciuto come minichef) che abita con noi da qualche tempo e il cui passatempo preferito è ripetere qualsiasi suono/parola/onomatopeica arrivi alle sue piccole orecchie, dei miei primi busiati fatti a mano e della sottile soddisfazione che si prova nel condividere con uno chef una ricetta di tradizione, di un abito vintage comprato con un’amica che mi fa sentire bella e di una foto che lo immortala e mi piace proprio!


Se avessi più parole, riuscirei a descrivervi il piacere di impastare in silenzio (pizza e pane continuano a essere un appuntamento costante anche quando si è in immersione) e l’appagamento che mi danno le semplici cene che preparo, fatte di zuppe veloci o d’insalate improvvisate e rinforzate con un tocco di formaggio o qualche oliva. Senza dimenticare le alici sott’olio… ho provato che una scatoletta di quelle buone (magari leggermente piccanti) può costituire una cena perfetta! Forse non è proprio ideale dal punto di vista nutrizionale ma gli sfizi talvolta vanno assecondati, non trovate? 


La torta di mandorle che vedete nelle foto è la perfetta espressione di questo strano momento. Prepararla ha portato lentezza e serenità nella cucina, il lento movimento necessario a incorporare all’impasto senza smontarli gli albumi montati a neve mi ha imposto un ritmo pacato. Una volta sfornata, è stato tutto più rapido: l’ho fotografata sotto gli occhi incuriositi di mio padre giusto un attimo prima di apparecchiare per un improvvisato pranzo di famiglia, è stata tagliata per festeggiare un compleanno e per accompagnare il caffè degli amici che sono passati a trovarci a casa (quando hai un bimbo malato succede così). 

A pensarci bene, io ne avrò mangiata una fetta scarsa ma c’è ancora tempo per rifarla, questa torta infatti è tipica della Pasqua ebraica ed è preparata dalle famiglie osservanti perché non contiene lievito, bandito nei giorni di celebrazioni di Pesach. La ricetta che ho seguito è quella di Labna, la trovate insieme alla sua storia nella mia rubrica su Bilingue per gioco.

Perché le parole, specialmente quando si tratta di cibo, riescono sempre a ritornare.

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Con questa ricetta partecipo alla raccolta "Voglia di Torte" di Sonia.

5 commenti:

  1. Ho la stessa sensazione anche io, da settimane ormai!
    Questa torta però è un vero e proprio inno alla calma e alla serenità, traspare persino dalle foto!
    Un abbraccio grandissimo
    Erika

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    1. Erika per fortuna che ci sono i dolci a creare un forzato momento di calma nelle giornate!
      un abbraccio

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  2. Conosco bene questa torta ed è veramente buonissima!!!

    Not Only Sugar

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    1. io non la conoscevo ma è stato un esperimento davvero riuscito e non solo a detta della sottoscritta ma, soprattutto, per tutti amici e parenti che ne hanno assaggiato una fettina.

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  3. Grazie Claudia per questa proposta che non mi stancherei mai di mangiare!
    Ricordati di inviare per la raccolta Voglia di Torte una nuova ricetta entro il 14 Aprile :)
    Grazie ancora, buona serata
    Sonia

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