lunedì 23 dicembre 2013

Ricette per Natale: pollo arrosto marinato alla birra con zucca e patate al forno


Meno due a Natale.
Un’influenza in corso (che per una volta ha risparmiato il piccolo di casa per deliziare la scrivente…), tre pacchetti da fare, una lista della spesa mandata via sms a uno chef molto paziente, quattro portate da definire per la cena della vigilia che si annuncia diversa dal solito grazie alla compagnia di un’amica foodblogger, un libro da stampare e correggere alla velocità della luce prima che tutto si fermi per le feste, decine di mail che si accumulano non lette.
I segnali dell’arrivo del Natale ci sono tutti, non trovate?

martedì 17 dicembre 2013

Ricette per Natale: la NY Cheesecake alle prugne per il brunch del 25


E brunch sia.

Per ovviare agli orari lavorativi dello chef abbiamo deciso che a Natale replicheremo la formula del brunch festivo collaudata con successo a Capodanno dello scorso anno.

Non so ancora che forma avrà, con chi e dove sarà esattamente. Ripensandoci, a una settimana esatta dal Natale siamo ancora in mare aperto.

No panic. In fondo l’unica cosa importante, almeno a mio avviso, è tirare un attimo il fiato e trovare un vero momento di dolce far niente tutti e tre insieme; io, lo chef e minichef che per la prima volta sta sperimentando l’atmosfera natalizia, tra recite scolastiche (pratica a dire il vero ormai sbrigata da quasi un mese!), lavoretti e tentativi maldestri di sabotaggio dell’albero e dei pacchi regalo.

lunedì 9 dicembre 2013

Ricette per Natale: polenta e taleggio fingerfood


Ieri era l’otto dicembre, data che segna l’ingresso ufficiale nelle settimane più caotiche dell’anno.

Di questo caos mi piace: la biscotto-mania, le canzoni natalizie degli Elio e le storie tese, il tirar fuori dallo scatolone i miei addobbi e – anno dopo anno – trovarli bellissimi, le cene con le amiche per farsi gli auguri, il panettone caldo a colazione, Love Actually (da vedere almeno cinque volte prima dell’Epifania).

Non mi piace: la corsa al regalo last minute, quelli che “io-odio-il-natale” per partito preso, gli aspic e tutte le robe gelatinose e luminescenti che spuntano nelle vetrine delle gastronomie, gli sms standard di auguri.

Ok, sono un’amante delle festività ma se pensate che abbia un planning da combattimento per le prossime settimane, stavolta vi sbagliate di grosso. Lo chef a Natale lavorerà quindi, a voler essere sinceri fino in fondo, gran parte della poesia natalizia va a farsi benedire. Sono fatta così, per me Natale è prima di tutto un momento da condividere con la mia piccola famiglia e non sono felice pensando che lui non ci sarà.

mercoledì 27 novembre 2013

Torta morbida con mele e noci, per dire arrivederci.


Quando una persona ci lascia non c’è molto da aggiungere al dolore, alla tristezza, allo spaesamento. La perdita svuota e riempie tutto allo stesso tempo.

Ho sempre notato come i giorni immediatamente successivi alla morte di una persona cara fossero pieni di cose da fare. La quotidianità, la burocrazia, la ricerca di ordine che s’intromettono a forza nella vita di chi resta per ancorarlo al presente e non permettergli di abbandonarsi al dolore, ai pensieri.

Ho perso mia nonna pochi giorni fa, la mia unica nonna ancora in vita. 95 (quasi 96) anni di tenacia e combattività. Una scomparsa non improvvisa ma che comunque ha lasciato in me e forse anche nel resto della famiglia, nel nostro bizzarro matriarcato - perché in quel ramo di parenti non c’è storia, noi donne siamo la maggioranza -, la sensazione di guardarci negli occhi e dirci “e ora?”.

Perché, inutile negarlo, certe persone tengono insieme le altre. Ci sono e basta quello perché un filo invisibile annodi pensieri e destini di figli, generi, nipoti.

venerdì 15 novembre 2013

Intermezzo autunnale (di viaggi, cene e libri).


È autunno, dicevo qualche settimana fa, pronta a dedicarmi totalmente a calde e corroboranti zuppe e zucche!

Non ho fatto in tempo a scriverlo che un viaggio siculo fuori dai canoni mi ha catapultata nuovamente in spiaggia. Munita di tablet e fogli per lavorare certo… ma volete mettere la bellezza di fare la pausa-bagno invece di quella caffè?

martedì 22 ottobre 2013

#mykitchenproject: il progetto.


Ci siamo! Dopo mesi di appuntamenti, discussioni, sogni a occhi aperti da trasformare in più realistici obiettivi architettonici, il cantiere per la nostra nuova casa aprirà ufficialmente lunedì 4 novembre.
Lo dico ancora a bassa voce, mancano più di dieci giorni e l’imprevedibile può nascondersi dietro l’angolo. Se tutto andrà come deve andare, però, tra dieci giorni anche #mykitchenproject entrerà nella fase più operativa (Alleluia direte voi. E sinceramente lo dico anche io!).

La ristrutturazione, che inizialmente doveva essere “un’imbiancata e magari mettiamo una porta a scrigno tra la cucina e il salotto” si è come per magia trasformata in un intervento da grandi opere: bagno da rifare, un corridoio da raddrizzare, una cabina armadio che potrebbe spuntare fuori da un gioco d’incastri degno del Tetris.

La cucina, lei, attende pazientemente. Unico caposaldo in un susseguirsi di pdf tratteggiati di giallo e di rosso, sovente nascosta da cataloghi di rubinetterie e palette colori.

giovedì 10 ottobre 2013

Pasta alla zucca



Ben trovati tagliere e coltello dalla lunga lama, mi eravate mancati in quest’autunno veloce e faticoso. Ma è arrivato il freddo e con la pioggia, i gradi in meno e il riscaldamento ancora spento l’unico rimedio è proprio cucinare.

Aprire il frigorifero, scegliere delle verdure. Poi controllare in dispensa se c’è un formato di pasta particolarmente adatto all’umore della giornata, o magari del pane da trasformare in crostini dorati con un veloce passaggio in tostapane. Accendere la radio con il volume non troppo alto, tenendo la coda dell’occhio al piccolo che fa un puzzle nella stanza accanto.

Poi è il suono della lama che trafigge gli ortaggi a parlare. Il crock delle carote, uno sciaff sulle zucchine morbide, il sibilo veloce e preciso del pelapatate. O le mie sbuffate causate da una zucca ostica. Talmente croccante e compatta da richiedere tre diversi coltelli per vincere la disputa Claudia vs. zucca e riuscire a sbucciarla prima, affettarla poi.

mercoledì 2 ottobre 2013

Rosso (purché sia pesto).


Finalmente è tempo di conversazioni, di parole scambiate camminando sul marciapiede o seduti sul divano, oppure estorte a fatica quando è troppo assorto nei suoi giochi.

Minichef elabora frasi intere, perlopiù di senso compiuto. Intravedo un lampo di soddisfazione quando capisce che gli altri hanno afferrato esattamente quello che intendeva, così come inesorabile arriva la stanchezza se gli facciamo ripetere più di tre volte una parola che proprio non riusciamo a decifrare.

Così è molto più semplice e divertente, devo ammetterlo, rispetto ai vocalizzi timidi di qualche mese fa. Il nuovo fraseggio è ricco di sfumature, spazia in ambiti piuttosto interessanti e raggiunge il suo massimo quando si parla di mangiare. Perché in quello, è genetica, ha preso dal padre. Provate a chiedere a minichef “Cosa vuoi mangiare?”. Lui risponderà puntuale, non importa quale sia l’ora in cui gli ponete la domanda: “Pasta al pesto”. 
Veloce, detto tutto di un fiato come se fosse una sola parola. Pastaaalpesto.

martedì 24 settembre 2013

Pausa


Sono ancora qui. Da qualche parte dietro lo schermo del mac, oltre l’home page del blog, tutto continua. Solo che è un periodo strano - non saprei se definirlo di stallo - in cui fermarmi per far capolino qui mi richiede più energie del solito.

Mi chiedo perché e in alcuni momenti tendo a rifugiarmi nella più classica giustificazione “troppo da fare, ho poco tempo” che in fondo sarebbe anche onesta.

Ci sono consegne importanti da onorare, il mio lavoro ha preso un buon ritmo e impone attenzioni e cure continue, la scuola materna di minichef è iniziata e sta modellando diversamente le nostre giornate e dettando ritmi inediti che mettono a dura prova la resistenza mia e dello chef.

La giustificazione però non regge, perché in realtà avrei mille cose da raccontare, da condividere. Com’è sempre stato, come voglio che sia.

martedì 3 settembre 2013

Un dolce (poco dolce) per il rientro


Salire sulla bilancia la mattina dopo il rientro in città non è stata una grande idea. Non che ci volesse molto a immaginare la comparsa di un numerino ostico sul display, considerato che le mie vacanze sono state di totale riposo per quanto riguarda la cucina praticata (in tutto agosto avrò cucinato al massimo due volte, pasti di minichef esclusi) ma di piena attività sul fronte della cucina degustata.

Mio marito, smessi per qualche settimana i panni del cuoco di professione, ha deliziato parenti e amici con la sua cucina di casa.

mercoledì 28 agosto 2013

Cartoline dalla montagna


Inaspettatamente l’agosto che sta per finire lo ricorderò per la scoperta e riscoperta della montagna.

Mi piace la montagna. Ne apprezzo il silenzio, il fruscio degli alberi mentre il vento s’infila tra le fronde, la maestosità delle cime grezze quando improvvise spuntano da una nuvola.

Pregusto questa sensazione di pace già prima di partire e, qualunque sia la meta, attendo impaziente il momento per me migliore del viaggio quando, abbandonata l’autostrada, il paesaggio improvvisamente muta. Cavalcavia e lunghi rettilinei di cemento lasciano il passo a stradine tortuose che s‘inerpicano sul fianco delle montagne. Case con i gerani rossi alle finestre e le imposte di legno scuro spuntano come funghi.

mercoledì 31 luglio 2013

Biancomangiare e voglia di Sicilia




Quando i terribili due saranno finiti di me probabilmente resteranno solo briciole.

Ok, siamo quasi arrivati al giro di boa del mezzo anno quindi davanti a noi ci sono soltanto (soltanto?!?) altri sei mesi da affrontare ma al momento il traguardo dei tre anni mi appare come una meta lontana e di arduo raggiungimento.

Non ho ancora capito bene cosa stia accadendo a minichef ma le giornate stanno diventando terribilmente complicate. Improvvisamente sta sfoderando tutto un repertorio fatto di capricci, dispetti, richieste continue di attenzione che cozzano con il suo abituale comportamento. Il caldo torrido non aiuta, anzi accentua la noia in certi lunghi pomeriggi trascorsi chiusi in casa con le serrande abbassate e l’aria condizionata che ronza incessantemente.

martedì 23 luglio 2013

La mia ALMA Summer School



Entrare nelle aule di ALMA è stato come essere catapultati in un mondo parallelo. Il tempo si è dilatato e accorciato contemporaneamente. A tratti, ho avuto l’impressione di essere stata risucchiata in un luogo in cui le ore scorrevano più lente e mi sembrava di essere lì da sempre. In altri momenti, invece, era come se le lezioni si susseguissero l’una dopo l’altra e la fine del corso incombesse quasi minacciosa.

Sono state giornate dense, è fuori discussione. Cariche di nozioni e spunti di riflessione. Ore in cui non c’era più tempo per blog o social network ma solo per il silenzio, con le orecchie pronte a cogliere ogni sillaba, gli occhi attenti ai singoli gesti degli chef.

martedì 16 luglio 2013

ALMA Summer School: primo giorno


Il mio primo giorno in ALMA è stato caratterizzato da quell’energia – quasi elettricità – che avevo immaginato negli scorsi giorni. I ragazzi sono quaranta e quando si muovono in gruppo sembrano mille, in divisa appaiono inizialmente tutti uguali ma basta sentirli parlare un attimo per riconoscere accenti, cadenze di ogni parte d’Italia.

Il primo giorno di scuola è stato tutto un leggere programmi, fare domande su lezioni e orari, squadrare da cima a fondo le aule e gli allievi degli altri corsi con l’impazienza di chi non vede l’ora di essere protagonista di quel programma che al momento è solo su un foglio di carta.

lunedì 15 luglio 2013

Prune Square Cake, si torna a scuola!


La torta che vedete nelle foto credo sia stata la prova generale dell’esperienza che sto per fare e non vedo l’ora che inizi.
Ho preparato la Prune Square Cake, infatti, in un vero laboratorio di pasticceria - quello di California Bakery a Milano – seguendo le precise indicazioni dell’insegnante Michela. In poco meno di due ore ho mescolato, tagliato, sbriciolato, incorporato, assemblato, infornato. Il tutto rigorosamente a mano ma con la grande comodità di trovarmi tutti gli ingredienti pesati e pronti nelle rispettive ciotole (agio non da poco) nonché con la facilità che gli spazi di una vera cucina professionale danno (ampi piani di lavoro e lavello gigante in primis).

Prova generale dicevo, perché questa settimana di ore in cucina ne passerò davvero tante. Sto per prendere un treno che mi porterà a Colorno, vicino Parma, e precisamente ad ALMA, La Scuola Internazionale di Cucina Italiana fondata da Gualtiero Marchesi dove frequenterò l’edizione 2013 della Summer School. Una settimana di full immersion nella cucina italiana: lezioni teoriche e pratiche di cucina e pasticceria, uscite didattiche (del resto la zona merita escursioni alla scoperta delle delizie locali) e una Masterclass in cui andrà preparato e servito un menu di gala sotto la guida dello Chef e del Maître.

martedì 9 luglio 2013

Estote Parati: la sangria che voleva essere uno spritz


Quando ero scout, ai tempi dell’adolescenza, due parole facevano spesso capolino nelle mie giornate. “Estote Parati”, siate pronti.

Un motto semplice e chiaro che non lascia spazio a fraintendimenti, pur aprendo infinite possibilità d’interpretazione e applicazione concreta di questo principio.

Mi è tornato in mente in un attimo di sconforto ieri sera, alle prese con una foto che proprio non ne voleva sapere di riuscire. Avete mai fotografato il ghiaccio? Io no ed è davvero complicato, specie se la temperatura domestica veleggia sui trenta gradi. Ho anche cercato una soluzione pratica sull’unico manuale di food styling che posseggo (pessima foodblogger, I know…) ma il capitolo dedicato alle bevande fredde inizia con un laconico “Munitevi di cubetti di ghiaccio sintetico”. Sob. 

venerdì 5 luglio 2013

Ricette e consigli di mare


Siamo a casa da un paio di giorni. La valigia è già disfatta, i teli da spiaggia si stanno asciugando e attendono di essere riposti, i nostri volti non proprio abbronzati rivelano però traccia di un timido passaggio al sole e sembrano senz’altro più sani e rilassati.

Da questi dieci giorni al mare, prima vera vacanza marittima in un contesto diverso dalla Sicilia, ho imparato alcune semplici ma utili cose.

giovedì 27 giugno 2013

Involtini di melanzana e Tête de Moine


Io e minichef siamo da qualche giorno in Liguria. Una piccola vacanza solo noi due che non è ancora la vacanza con la V maiuscola, ma costituisce già una boccata d’aria fresca in questo giugno di un’estate tutta da definire. I ritmi sono quelli classici del mare con i bambini piccoli ai quali, nonostante la parentesi siciliana del 2012, ancora non sono del tutto avvezza. Non che sia un’amante della tintarella a oltranza o delle maratone sulla spiaggia, però nella vita pre-figlio ombrelloni e lettini non mi vedevano mai prima delle dieci e di solito sfoggiavo gli occhiali da sole d’ordinanza. Quelli non mancano nemmeno adesso che ai bagni (e ci tengo a sottolineare l’uso del termine nordico) arrivo ben prima delle nove dopo un’indispensabile sosta-caffè al bar. 

Ma nonostante le sveglie all’alba ci stiamo divertendo, lo ammetto.

venerdì 21 giugno 2013

Insalata di riso per l'estate di minichef



Primo giorno d’estate e ultimo d’asilo nido per minichef.

Dopo nove mesi oggi vado a prendere un bambino sicuramente differente da quello che accompagnai la prima volta a Settembre. Non sono solo i centimetri in più, i capelli cresciuti che vanno un po’ da tutte le parti o i piedoni che nel giro di qualche tempo saranno grandi come quelli della mamma. È che adesso, sulla strada del ritorno, è minichef a parlare. Sceglie le parole e mi racconta con frasi sconnesse e buffe dei treni, dei colori o dei compagni con cui ha trascorso la giornata. Il più delle volte lo comprendo solo io e a questo piccolo privilegio, che finirà quando come per magia le incertezze linguistiche si volatilizzeranno, mi tengo stretta stretta.

Settembre arriverà presto con una grande avventura tutta per lui, la scuola materna. Adesso però è ancora il tempo del mio minichef piccolo, del bimbo che conosco nelle sottili pieghe del carattere che questi mesi di nido hanno felicemente contribuito a formare, del buongustaio con cui condivido le cene e dalla cui forchetta ladruncola devo spesso difendere il mio piatto.

lunedì 17 giugno 2013

My kitchen project


Dopo lunghe e infruttuose ricerche, dopo anni in cui il mio guardaroba ha subito suo malgrado il trattamento del sottovuoto per colpa degli spazi ridotti, dopo esserci rassegnati a vedere casa trasformarsi in un bazar e sentire sempre più pressante la percezione di trovarci nella casa dei fantasmi (avete presente quelle dei parchi gioco in cui improvvisamente le pareti iniziano ad avvicinarsi inesorabilmente? Grazie a libri, giochi di minichef e arredi vari, quella sensazione l’ho provata molte volte negli ultimi mesi).
Dopo tutto ciò, una ventata di speranza è giunta fino a noi.

Casa nuova.
A lungo agognata e adesso (quasi) reale e vicina. Il rogito che renderà tutto ufficiale è dietro l’angolo, la casa pure e ogni tanto vado a sbirciarla, immaginandoci lì dentro in una vita che non cambierà coordinate geografiche ma contenitore certamente sì.

Alla fine del mese inizierà il bello: la ristrutturazione (non enorme ma qualche lavoro si sa che viene sempre fuori), la scelta dei colori per le pareti, una stanza tutta per minichef e – squillino le trombe, rullino i tamburi – una cucina tutta mia! Ok… nostra.

martedì 4 giugno 2013

La Panissa vercellese


Dopo settimane trascorse a disquisire su maltempo, temperature inaccettabili, raffreddori e febbri fuori stagione ho deciso di fare l’unica cosa a mio avviso veramente saggia: accettare il prolungamento dell’inverno e approfittarne per un insperato momento di gloria della cucina dei freddolosi (gruppo al quale mi vanto di appartenere da tempo immemore).

È stato il periodo delle tisane e dei tè, dei passati di verdura, di polenta e formaggio, perfino di una vera fonduta svizzera in Svizzera, legittimata da una spruzzata di neve di fine maggio. Ero così immersa nel clima caloroso e calorico che per un attimo – in realtà anche qualcosa di più – ho dimenticato l’imminente prova costume e deciso di cucinare un piatto mai assaggiato e di cui fino a un mesetto fa ignoravo l’esistenza.

Se non si è di Vercelli e dintorni, infatti, credo che la parola Panissa non evochi proprio nulla. Invece basta prendersi una mezzoretta e farsi raccontare da qualcuno del luogo cosa sia questa misteriosa Panissa per scoprire un piatto speciale, come molti che in Italia hanno una lunghissima tradizione alle spalle.

giovedì 23 maggio 2013

Una cassetta di nespole, il 23 maggio 1992.


Il 23 maggio 1992 era sabato.

Un sabato come tanti di fine maggio, con l’aria che – per lo meno a Palermo – profuma già d’estate. È tempo di passeggiate a Mondello, di bagni e gelato. La fine della scuola è a un tiro di schioppo e si respira l’inconfondibile atmosfera di fine anno. Quando hai undici anni le vacanze estive sembrano e sono infinite, i mesi durano di più e anche i pomeriggi del sabato sono lunghissimi.

Il 23 maggio 1992 avevo undici anni e il sabato pomeriggio lo trascorsi agli scout, tra parole, giochi e canti, progetti di campi estivi. Tutto come sempre.

Ma quel sabato pomeriggio rientrando a casa c’era qualcosa di strano nell’aria. Rumore e silenzio in centro città, un cielo grigio e pesante, movimenti per le strade. Davanti la porta di casa nostra, di fianco allo zerbino, un amico di papà aveva lasciato una cassetta di legno piena di nespole e la prima cosa che chiesi rientrando fu proprio “ma da dove vengono quelle nespole?”. Non ricordo nemmeno se mamma mi rispose, ancora oggi però quella cassetta di nespole è la prima cosa a cui penso ogni 23 maggio.

venerdì 17 maggio 2013

Il panino del viaggiatore


Ritrovarmi seduta dentro il vagone di un treno sta diventando ultimamente una piacevole ricorrenza. Lo è stato lo scorso fine settimana, quando un intercity (per la verità un po’ troppo polveroso) ci ha portato fino al mare. Lo è ancora di più quando viaggio su moderni treni alla volta di destinazioni nuove, iniziando a immaginare la mia meta sin dal primo istante di movimento, quando il treno procede ancora lento e incerto lungo il binario protetto dal grande padiglione della stazione centrale di Milano.

Complici le montagne e la linea 3G che va e viene riesco a staccare da tutto, a immergermi nel libro che troppe volte la sera abbandono sul comodino dopo averlo sfogliato svogliatamente, a guardare fuori alla ricerca dei campanili che piacciono tanto a minichef, persino a mettermi lo smalto (se non ci sono troppi passeggeri cui potrei dare fastidio!).

Se guardo indietro, in effetti, riesco a ritrovare tanti momenti della mia vita in cui i viaggi in treno sono stati importanti. Due anni fa un TGV carico di bagagli mi ha riportato da Parigi in Italia con un pancione gigante e tante domande sul futuro della nostra famiglia e della nostra vita. In treno raggiungevo i nonni in Sicilia per le vacanze estive e quei viaggi, a sette-otto anni, mi sembravano interminabili ed estenuanti. Probabilmente lo erano più per mia mamma che ci accompagnava e che doveva intrattenere me e i miei fratelli per almeno otto ore, inclusa una traghettata sullo Stretto.

lunedì 13 maggio 2013

Settantadue ore in Liguria


Tre giorni scarsi in Liguria, sono appena rientrata a Milano e ho già ho voglia di scriverne.
Qualche riga, alcune immagini da condividere prima che l’effetto benefico del mare passi.

Prima che il sole e il caldo cittadino mi facciano dimenticare la sensazione di calore sulle braccia scoperte che repentinamente si trasformava in pelle d’oca alla prima folata di brezza.

Sabato è stata una prova generale d’estate: ombrelloni e lettini allineati ma pochi coraggiosi in costume per sfoggiare una tintarella primaverile da weekend, i piedi finalmente liberi da scarpe e calze da affondare nella sabbia, palla e secchiello per minichef che – dapprima incredulo di fronte a cotanta libertà – si è subito adeguato a usanze e ritmi vacanzieri, pisolino alle cinque e a letto alle undici per tre sere consecutive! (La mamma mitteleuropea che sonnecchia in me ha lasciato il posto, almeno per un po’, alla mamma d’indole mediterranea.)

venerdì 3 maggio 2013

Pollo e patate, al ritmo di twist!

Questo venerdì ha il sapore strano di un fine settimana che inizia senza che la settimana si sia realmente snodata. Magia delle vacanze infrasettimanali che mandano calendari e orologio in un luogo sospeso e ci regalano momenti di distacco da tutto.

Non ho neanche fatto in tempo a preparare il primo picnic della stagione che il 25 Aprile era già finito e la valigia per un’intensa due giorni in Piemonte andava preparata (ve ne parlerò presto). Poi ci sono stati svariati treni, pullmann e perfino un trattore che mi hanno portata su e giù tra Vercelli, Milano e il nostro angolino fuori città, quello speciale solo per noi tre.

martedì 23 aprile 2013

Hummus di cicerchie e pentola a pressione, matrimonio riuscito?


Quando io e lo chef abbiamo deciso di convolare a nozze, ormai quasi sette anni fa, siamo stati un po’ tradizionalisti e abbiamo scelto di fare una classica lista nozze.

Piatti, posate, bicchieri, orpellame vario. Ricordo ancora l’elenco quasi infinito e l’ebbrezza provata aggirandomi per il negozio con la possibilità di scegliere qualsiasi cosa. Comporre la lista, infatti, è stata l’occasione giusta per dare libero sfogo alla nostra creatività e a un incontrollabile desiderio di riempire casa di oggetti, all’epoca ritenuti indispensabili.

Così, tornati dal viaggio di nozze e alle prese con l’apertura degli scatoloni, ci siamo ritrovati con un irrinunciabile affetta-avocado, con una pesciera che accomoderebbe tranquillamente un pescespada (attualmente abbiamo un tavolo per max 4 persone) e con bicchieri da degustazione di ogni foggia. Che volete farci, entusiasmo giovanile e manie di grandeur covano in ognuno di noi, la lista nozze ci ha solo permesso di manifestarle a pieno.

Se oggi - con la maturità della rodata padrona di casa (rido solo a scriverlo) - dovessi incoronare la regina della lista nozze, non avrei dubbi: la pentola a pressione!

mercoledì 17 aprile 2013

Chouquettes e tre anni insieme


I tre anni de La femme du chef sono arrivati senza che me ne accorgessi.
Incredibile, proprio io che sono mezza fissata con ricorrenze e compleanni.

Tre anni: un fiume di parole, centinaia d’immagini, tante ricette preparate in due diverse cucine accomunate dalle dimensioni esigue e dall’eccesso di accessori, i miei due commensali preferiti sempre più presenti ed esigenti, decine di persone incontrate virtualmente e poi – in alcuni casi – divenute parte della mia quotidianità, le amiche silenziose di sempre che leggono e mi chiamano per tirarmi le orecchie se dimentico qualcosa o se le trascuro.

martedì 9 aprile 2013

Crumble di mele e lamponi e la congiura dei "no"


Il momento è delicato, di quelli che necessitano di continue attenzioni.
Uno sbaglio e sei perduto per sempre. Un passo falso, una parola inappropriata o anche solo una smorfia non celata del viso possono vanificare mesi e mesi di duro lavoro.

No, no, no”.

Le mie orecchie sentono decine di negazioni ogni giorno, a ogni ora. Siamo entrati nella fase dei no, quel momento che – pare – attraversano tutti i bambini. Delizia e croce di sconsolati genitori che vedono trasformarsi gli amati pargoli in dittatori in erba.

Il più delle volte, per la verità, quei no escono dalla bocca di minichef senza un’apparente ragione, slegati dal contesto e dal momento. Come se per affermare se stesso e la sua volontà avesse bisogno di ripetere incessantemente quella piccola magica parolina.

venerdì 5 aprile 2013

Aprile tempo di…


È arrivato Aprile e, anche se in questa prima settimana la pioggia continua a battere sulle finestre e una sciarpa è sempre necessaria a scongiurare raffreddori,  è arrivata la primavera con il suo carico di verde, per lo meno in tavola!

È tempo di asparagi, fave, dei primi piselli freschi da sgranare e mangiare crudi sentendoli schioccare sotto i denti. Verdure da mangiare tutti i giorni scoprendole in nuove ricette e abbinamenti. Ho intravisto un mazzo di barba di frate al mercato e per quest’anno mi sono ripromessa di cucinarla in maniera diversa dalla solita insalata in agro.

Intanto, ad aprile, guardo ancora con sospetto i cestini di fragole, troppo perfette e lucide per avere un sapore vero.

giovedì 28 marzo 2013

Uova vintage, che tutti amiamo in segreto


Ci sono cose che crediamo di dimenticare, sepolte tra le memorie di giorni offuscati. In realtà sonnecchiano da qualche parte del nostro cervello, incapaci di andare al ritmo di oggi. È un po’ come se all’improvviso i primi modem – col loro fischiettare incerto e le pernacchie rumorose – venissero catapultati in questo tempo di connessioni senza fili e banda larga.

Queste cose perdute, questi ricordi, non scompaiono o si cancellano, entrano solo in stand by fino a quando qualcosa o qualcuno ce le ripropone.

C’è ad esempio il trasloco dei genitori che ti costringe ad analizzare anni di adolescenza, fatti di foto imbarazzanti e pantaloni dai colori fluorescenti, per selezionare cosa tenere e cosa lasciar andare. Inutile dire che anche sotto la minaccia paterna di buttare tutto, ad alcuni oggetti non riesci a rinunciare: le gommine a forma di merendina, gli scubidù, le lettere di tua cugina, i menù dei pranzi di famiglia.

Quei menù… se potessero parlare racconterebbero di un nonno che prima tagliava il formaggio a cubetti con precisione da ingegnere mancato e l’attimo dopo si dedicava con i nipoti a disegnare fiori e arabeschi per abbellire i cartoncini dei menù, descriverebbero l’allegra baraonda che dalla mattina invadeva la casa dei nonni e non scemava che nel tardo pomeriggio, quando i grandi riposavano sul divano e i piccoli inventavano recite e giochi.

lunedì 18 marzo 2013

Make it simple: crokis di segale


La prima ricetta che ho pubblicato su questo blog, quasi tre anni fa, è stato un piatto giapponese: salmone Teriyaki con insalata tiepida di Soba. Una preparazione piuttosto lunga e, soprattutto, un elenco d’ingredienti esotici alquanto ricco. Viaggiare mi piace, poterlo fare attraverso il cibo è uno dei regali che più spesso mi concedo. Niente di strano dunque se anche in questo blog ho provato e condiviso ricette straniere. 

Lo notavo qualche giorno fa in un tentativo di sistemazione del mio archivio e osservavo come nel tempo sia cambiato senza che me ne accorgessi il tipo di piatti che preferisco mangiare e che quindi annoto qui. 
È come se tutto si fosse semplificato, assecondando i miei gusti, il tempo, gli ingredienti prediletti. 
La mia vita, insomma, trova un riflesso inconsapevole nella mia cucina. Dovevo aspettarmelo.

Forse è un percorso naturale da compiere, un cammino che ci porta inizialmente a voler affrontare grandi scalate e destinazioni ignote, per poi accorgerci che è solo partendo dai sentieri che ci sono vicini che possiamo gettare le basi per esplorazioni migliori. Ciò non vuol dire che si abbandona la strada della sperimentazione e dell’ignoto, ma solo che cambiano i punti di vista e i campi di prova.

Un esempio? Da mesi impasto focacce alla ricerca del giusto mix di farina, acqua, lievito e sale che riesca senza intoppi e incontri i gusti della famiglia. Quando arriverò al risultato perfetto sarò felice e ciò avverrà grazie a pochi ingredienti ed una tecnica molto antica che però mi sta facendo tribolare non poco!

martedì 12 marzo 2013

Torta di mandorle, in apnea.


È già marzo e, a essere sincera, mi sembra di essere arrivata al terzo mese dell’anno in apnea. Come se il primo gennaio mi fossi tuffata in mare e stessi nuotando sott’acqua da allora. Una lunga nuotata in cui riprendo coscienza di ogni muscolo, della freschezza dell’acqua e della leggerezza del mio corpo in immersione. 

Metafore a parte, è un periodo particolarmente intenso, fatto di vecchi e nuovi progetti professionali che s’incastrano tra di loro, di una routine familiare che si complica un po’ (francamente lo trovavo inimmaginabile, ma adesso dopo le chiacchierate notturne dello scorso anno abbiamo aggiunto gli spuntini a notte inoltrata!) e di tante parole che le mie dita compongono sulla tastiera, a volte rapide e sicure, altre incerte.

Paradossalmente, dopo giornate spese tra le parole mi capita di restarne senza quando vorrei fermarmi e raccontare un po’ di me, della pasta al forno di mamma che meno male che c’è e anche in trasferta milanese senza il pomodoro buono è sempre una certezza, del pappagallo (prima conosciuto come minichef) che abita con noi da qualche tempo e il cui passatempo preferito è ripetere qualsiasi suono/parola/onomatopeica arrivi alle sue piccole orecchie, dei miei primi busiati fatti a mano e della sottile soddisfazione che si prova nel condividere con uno chef una ricetta di tradizione, di un abito vintage comprato con un’amica che mi fa sentire bella e di una foto che lo immortala e mi piace proprio!

venerdì 1 marzo 2013

Due


Qualcuno li ha definiti i “terribili due” e, in effetti, il sentore che i dodici mesi che ci aspettano non siano proprio una passeggiata l’ho da diverso tempo.

Da quando hai iniziato a dire “no” con convinzione, con l’intenzione che traspare dagli occhi e dalla testa, un po’ piegata per dare enfasi all’affermazione.

Da quando capisci perfettamente se la mia giornata è storta e, quasi a farmelo apposta, sfoderi tutto il repertorio di pianti, capricci e inspiegabili monellerie.

Se però le ultime settimane sono state un’anticipazione di quelle che arriveranno, ci saranno anche tanti giochi nuovi. Giochi con regole, con personaggi da impersonare e posti fissi da occupare perché lo decidi tu.

Canzoni da imparare e cantare in coro, che adesso canticchi sovrappensiero ed io faccio ancora fatica a capire. Forse le hai sentite all’asilo e le ripeti nel tuo linguaggio in costruzione.

Dialoghi da sperimentare, perché conversare con un bambino di due anni offre innumerevoli momenti di ilarità e contemporanea frustrazione, tra parole inventate e la magia dell’apprendimento cui noi adulti assistiamo privilegiati.

Ci saranno amicizie tutte tue e ora che i tuoi amici hanno un nome da pronunciare è più bello chiamarli per giocare, passeggiare in moto insieme, mangiare le pizzette seduti accanto.

lunedì 25 febbraio 2013

Genetica, coppia e cucina


Ho finalmente individuato l’elemento che differenzia nettamente me (giovane-donna-moglie-mamma-lavoratrice) da mio marito (giovane-uomo-marito-padre-lavoratore… cuoco): la pellicola trasparente

Dopo anni di vita insieme e di condivisione dello spazio più importante della nostra piccola casa – la cucina – posso affermarlo con certezza: i cuochi hanno nel dna un gene che li distingue da noi comuni mortali che amiamo stare ai fornelli, si chiama il gene della pellicola.

Fateci caso: la normale dispensa domestica accoglie i rotoli di stagnola, pellicola e carta forno in discrete confezioni da 20, massimo 50 metri e solitamente li destina ai “non luoghi” della cucina, nella maggior parte dei casi a qualche anta improbabile o a riempire spazi lasciati da pentole e scatolame.

Mio marito, lo chef, acquista solo rotoli da 300 (t-r-e-c-e-n-t-o) metri e addio antina sfigata.

martedì 19 febbraio 2013

Semplicemente (?) Pizza




















La pizza è una cosa seria. 
Lo è per me, che da appassionata dei lievitati rinfresco, impasto, attendo e inforno settimanalmente avvilendomi se la mia pizza è poco lievitata o ha eccessivi sentori di lievito oppure entusiasmandomi quando il risultato corrisponde alle attese e la mozzarella che fila e un surreale silenzio in tavola sono indizi sufficienti a confermare il buon esito della 'pizzificazione'.

Lo è, ancor di più, per chi con la pizza lavora ogni giorno e i cui sforzi, pensieri, assaggi, sono volti a presentare qualcosa di buono e perfetto ai propri clienti.

Pensavo che a Identità di Pizza avrei ascoltato pizzaioli e chef parlare d’ingredienti, cotture, lievitazioni, condimenti. È stato così – anche grazie ad una platea molto esperta e attenta ai singoli dettagli – ma il succedersi di relatori sul palco nella giornata di lunedì scorso ha delineato uno scenario più ampio, un ritratto contemporaneo del mondo pizza che mi ha fatto sorgere molteplici dubbi e alcune domande. 
Oggi le condivido con voi.

lunedì 11 febbraio 2013

Frittelle e mascherine



Quest’anno Carnevale è arrivato all’improvviso sotto forma di comunicazione dell’asilo che informa i genitori che venerdì prossimo ci sarà una festa in maschera.

Messaggio non tanto subliminale: organizzatevi.

Me ne sarei potuta accorgere prima: i coriandoli sui marciapiedi e qualche timida decorazione nelle vetrine dovevano mettermi in guardia e invece nulla. Tutta colpa delle chiacchiere comparse al supermercato già dopo l’Epifania, sono loro ad avermi destabilizzato insieme al fatto che non mi travesto più da tempo immemore quindi Carnevale è quasi una festa di serie B. L’ultima mascherata la ricordo all’università, quando con le colleghe ci mettemmo di buzzo buono a tagliare, cucire, disegnare e decorare, creando una serie di costumi a tema natura (ricordo che c’erano un’aria, i flutti del mare, la luce – o forse la luna). Prima c’erano stati innumerevoli Carnevali festosi, merito della giovinezza e soprattutto di mamma che esprimeva tutto il suo talento artistico creando, anno dopo anno, maschere uniche che a distanza di anni ricordo con affetto e – a volte – una buona dose d’imbarazzo.

Se Pippi Calzelunghe (con tanto di trecce impazzite) può ancora annoverarsi tra i “classici” carnascialeschi e la farfalla con le ali alte un metro è il sogno di ogni bimba fantasiosa, il semaforo munito di segnaletica stradale esce un po’ dal seminato. Come dimenticare poi il periodo ortofrutticolo? Sono stata un’arancia e un rigoglioso grappolo d’uva, baroccamente ricoperta di decine di palloncini-acini. Di una comodità che ve la raccomando…

giovedì 7 febbraio 2013

Appuntamenti milanesi


Si annuncia un intenso fine settimana tutto all’insegna del cibo e di ciò che gli ruota intorno. È, infatti, la settimana di Identità Golose e del Milano Food&Wine Festival due appuntamenti che da sabato animeranno la città di Milano.

Mentre vi scrivo, ho a fianco alla tastiera programmi e orari, con l’obiettivo di costruire la mia personalissima tabella di marcia e concentrare in poco tempo tutto ciò che intendo seguire.

Ad aprire le danze sabato sarà il Milano Food&Wine Festival, evento aperto agli appassionati (non solo addetti ai lavori!) e pensato insieme agli organizzatori del Merano WineFestival per presentare al grande pubblico il meglio della cucina d’autore e della produzione vinicola nazionale. In scena 300 etichette e 20 chef che si alterneranno sul palco per presentare le loro creazioni.

Sabato alle ore 16.00 avrò il piacere di presentare lo chef Luigi Taglienti del ristorante Trussardi alla Scala di Milano che preparerà “Pane, cipolle e frattaglie”, un piatto molto particolare che attinge ad antiche tradizioni e le combina con tecniche e gusti contemporanei. Io vi aspetto lì!

Per tutti i dettagli vi consiglio di visitare il sito del festival.

lunedì 4 febbraio 2013

Cucina svedese: impariamo le basi



Quante volte pur non conoscendo qualcosa in prima persona ne abbiamo in testa un’idea precisa? Capita con le persone, con i libri, con i film figuriamoci se non deve succedere con la cucina! Negli ultimi anni ho imparato a fidarmi del mio sesto senso (specie con le persone, con quelle difficilmente sbaglio!) lasciando però spazio a tentativi di esplorazione e a sorprese inaspettate; vi ricordate il mio tête à tête con il quinto quarto la scorsa estate? 

Pensando alla cucina nordeuropea, ad esempio, non potevo fare a meno di associarla a un grande uso di vegetazione locale (intesi come muschi e licheni vari… René Redzepi docet) e di improbabili carni.In ogni caso, non essendomi mai spinta più a Nord della Germania, la vedevo come una cucina fredda. Niente di più errato, ma l’ho potuto scoprire soltanto mettendo il naso (nonché gli occhi e tutte le papille gustative in mio possesso) in una cucina veramente svedese anche se collocata molto più a Sud della Svezia, per la precisione ad Aosta. [Prospettive che mi hanno chiarito quanto i concetti geografici di Nord e Sud siano assolutamente relativi :-) ]. 

lunedì 28 gennaio 2013

Di tutto un po’


Incredibile come le giornate passino lentamente e velocemente allo stesso tempo quando si è reclusi. Una settimana, anzi di più: dieci interminabili giorni passati quasi esclusivamente tra le mura domestiche perché quando arriva la scarlattina non c’è scampo e bisogna stare in casa. Dopo la febbre a quaranta, i tentativi inefficaci di abbassarla e lo spavento nel vedere il termometro rimanere stabile su temperature assurde per un bimbo così piccolo, ci sono i momenti della noia, le ore stiracchiate in cui riuscire a contenere un dueenne sembra impresa titanica e si arriva ad agognare la mezz’ora d’aria per comprare giornali e latte. Succede poi che quando sembra tutto ormai passato si ammali anche l’altro uomo di casa e allora tutto crolla. 
Ho pensato seriamente alla fuga ma l’istinto materno mi ha tenuto saldamente ai posti di combattimento e oggi, penultimo giorno di antibiotico, posso riguardare alla scorsa settimana con soddisfazione dato che: 1. ne siamo usciti indenni 2. ho imparato nuove cose in momenti inaspettati 3. ho lasciato un chiletto superfluo tra una cena saltata e una minestrina in più del solito.

lunedì 21 gennaio 2013

Una ciambella per voi due

Appena sono diventata mamma in molti mi dicevano: “goditi il primo anno di vita di tuo figlio perché i piccoli di colpo crescono, senza che tu te ne renda conto”. Di consigli non richiesti, tra l’altro spesso inutili, me ne sono arrivati a bizzeffe ma questo mi è rimasto scolpito in mente e ho cercato di stare attenta, di non perdermi nessun momento. Avevano ragione. 

Minichef sta cambiando, è sempre più un bambino, sempre meno un bimbo, per nulla un bebè.

Compirà due anni tra un mese e lo scorrere dei giorni ha rapidamente portato nella sua vita, e di conseguenza nella nostra, tante novità. Ci sono parole nuove, talvolta incerte oppure pronunciate perentoriamente guardandoci negli occhi. Ci sono abitudini immutabili ed è incredibile realizzare come così presto nella vita di un individuo si delineino le preferenze: la merenda è più buona se seduti sul gradino, a letto i peluches devono arrivare uno per volta seguendo una precisa gerarchia, a casa – crollasse il mondo - niente scarpe o calzini.

martedì 15 gennaio 2013

Légumes oubliés: il cardo bianco

In queste settimane vorrei avere il tempo di andare con calma al mercato. Passeggiare lentamente tra le bancarelle, sbirciare tra le cassette allineate e le persone che si accalcano, con il desiderio inconfessato di trovare qualcosa d’insolito e nuovo, consapevole che dopo i miei giri d’ispezione tornerò sempre dagli stessi fornitori. Fruttivendolo, pescivendolo e formaggiaio occupano da anni la loro piazzola e nel tempo abbiamo imparato a conoscerci reciprocamente; io so cosa cercare e cosa posso chiedere, loro sanno cosa aspettarsi quando vedono che mi avvicino con la lista della spesa in bellavista.

Alla mia fascinazione per il mercato certi obiettano che l’inverno non è il periodo ideale per le compere a cielo aperto: troppo freddo per stare in fila, i piedi che lentamente si raffreddano e la punta delle dita che pizzica sotto i guanti, limitata scelta di prodotti freschi. Io, invece, apprezzo l’atmosfera invernale del mercato, totalmente differente da quella estiva piena di colori e voci tuonanti.

lunedì 7 gennaio 2013

Per iniziare: qualche certezza e i pancakes di Nigella


L’anno nuovo è come un’agenda immacolata. Pagine bianche da riempire di note, appuntamenti, numeri, nomi. Potenzialità da esplodere ed esplorare.

Inizio il duemilatredici con poche certezze che mi porto dietro dal 2012 e nuove scoperte sulle quali potrò meditare con frivolezza nel corso dei prossimi dodici mesi.

Minichef ha cominciato l’avventura al nido a settembre e il primo anno di asilo, come preconizzato da schiere di mamme passate attraverso queste forche caudine molto prima di me, è un susseguirsi di naso gocciolante, maglioni macchiati di frutta, calzini bucati, febbri diffuse e ricorrenti.

Prima certezza dell’anno nuovo: bisognerà attendere giugno per mettere a riposo i fazzoletti ed essere sempre pronti a gestire le emergenze.
Una saggia amica mi ha suggerito tempo fa di aggiungere sul cv “esperta di family crisis management” e non è detto che non lo faccia!