venerdì 6 luglio 2012

Rotelle sperimentali (e vi presento SOSBlogger)


Le avventure con il lievito madre continuano senza sosta. Dopo quindici giorni ho già rinfrescato, impastato, infornato – con un po’ di coraggio visti gli oltre trenta gradi – e fatto calcoli matematici per determinare la giusta proporzione tra farina, acqua, lievito madre. Come se non bastasse, mi è stato intimato dalle professioniste degli impasti di trovare SUBITO un nome per la mia pasta madre. Inizialmente un po’ perplessa, mi sono lasciata trascinare dalla “lievito madre mania” e la mia bizzarra mente ha partorito il nome perfetto; la pasta madre si chiama “Laria” in onore del lago dove l’ho rinfrescata per la prima volta e poi perché non è proprio bella quindi l’aggettivo laria (che in dialetto siciliano vuol dire brutta) le calza a pennello!

Nomi a parte, la piccola Laria si sta comportando molto bene ha già affrontato uno spostamento, si prepara a una lunga estate calda e intanto mi asseconda nei primi esperimenti. Ho scelto di rinfrescarla seguendo il criterio “stesso peso di farina e mezzo peso di acqua” e sembra funzionare.
Per il debutto assoluto sono andata sul sicuro: la pizza! La ricetta è sempre questa, ovviamente ho sostituito il lievito secco con lievito madre (peso equivalente a circa il 30% del peso della farina) e abbiamo potuto assaggiare una pizza più croccante e, almeno così c’è sembrato, più digeribile. Ripeterò certamente e vi saprò dire.


Il secondo, invece, è stato un esperimento a tutti gli effetti e mi ha proprio divertita. In cucina eravamo solo io, il mio barattolo in attesa di conoscere il suo destino e un po’ di farina. Volevo cucinare uno stuzzichino da aperitivo dato che ultimamente mi piace improvvisarli a casa e offrire qualcosa di più delle solite olive e patatine! Le olive c’erano, ma racchiuse in un impasto elastico e saporito. Non vi nascondo che per lavorarlo c’è voluta una buona dose di determinazione e pazienza ma credo che a mio sfavore giocasse il troppo calore accumulato in cucina durante la giornata. Insegnamento da mettere in pratica per la prossima volta: s’impasta la mattina presto, la radio in sottofondo e il profumo del caffè che ci attende dopo il lavoro! Le rotelline le consiglio con una buona birra fresca, hanno un sapore deciso grazie alle olive nere e un pizzico di piccantino e sfizioso perché ho aggiunto all’impasto un fior di sale aromatizzato.

Bilancio più che positivo dopo queste prime prove, il lievito madre sta accendendo la fantasia!

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Oggi ci tengo a parlarvi anche di un progetto nato da poco per cercare di supportare le popolazioni colpite dalle scosse di terremoto in Emilia Romagna. Tante sono le iniziative che nelle ultime settimane sono state promosse per cercare di fare qualcosa di concreto e personalmente credo che ciascuna sia encomiabile perché cerca di aiutare, di portare un pizzico di speranza, di ristabilire una parvenza di normalità che – forse – è ciò che manca di più alle persone la cui vita è stata stravolta dal terremoto. Aiuto può voler dire acquistare le forme di parmigiano danneggiate, fare volontariato nelle tendopoli, inviare generi di prima necessità o, come nel caso di SOSBlogger, cercare di sostenere persone, attività lavorative e aziende che hanno subito danni.

Il primo appuntamento organizzato da SOSBlogger sarà lunedì 9 luglio: una cena a favore del ristorante Rigoletto di Reggiolo presso il Mirror Restaurant dell’Hotel The Hub, Via Polonia 9 a Milano. Lo chef del Mirror Sandro Mesiti ospiterà lo chef Gianni D’Amato de Il Rigoletto, con la sua squadra, per una cena che porterà i sapori e i profumi dell’Emilia a incontrare gli amici milanesi. È già in programma una seconda cena organizzata da SOSBlogger in collaborazione con l’Associazione Le Soste il 12 luglio ad Asti. I cinque ristoranti di Langhe, Roero e Monferrato che fanno parte dell’Associazione prepareranno una cena – al Cascinalenuovo di Isola d’Asti – devolvendo il ricavato della serata al Rigoletto di Reggiolo e all’Ambasciata di Quistello. “Uniti per unire”, così si chiamerà la serata, che vedrà ai fornelli – oltre al padrone di casa, Walter Ferretto – Enrico Crippa del Piazza Duomo di Alba, Juri Chiotti e Diego Rossi delle Antiche Contrade di Cuneo, Pina Bagliardi del Gener Neu di Asti, Davide Palluda dell’Enoteca di Canale.

Per tutti i dettagli sulle due cene e sulle iniziative supportate da SOSBlogger vi rimando direttamente al sito e vi invito, anche se non potrete partecipare, a diffondere le informazioni: trasformiamo la rete virtuale in una rete di solidarietà reale. Grazie.


Rotelle alle olive
Ingredienti per una ventina di rotelle
  • 100 gr farina grano duro 
  • 130 gr farina manitoba (più due cucchiai per stendere la pasta) 
  • 200 ml acqua tiepida 
  • 50 gr lievito madre rinfrescato il giorno prima 
  • 1 cucchiaio fior di sale aromatizzato con origano, aglio, pomodoro secco e peperoncino (io ne ho usato uno già fatto che mi ha regalato un'amica ma si può fare tranquillamente in casa mescolando il fior di sale con le spezie preferite) 
  • 20 olive nere denocciolate 
  • olio extravergine d'oliva qb 
Unire le farine e il lievito madre nella ciotola della planetaria e far andare un paio di minuti alla velocità minima con il gancio per impastare. Versare gradualmente l'acqua e per ultimo mezzo cucchiaino di sale, continuare a impastare a bassa velocità in modo da ottenere un impasto omogeneo e liscio piuttosto morbido. Coprire la ciotola con un canovaccio e far lievitare in un luogo asciutto per circa due ore.

Trascorso questo tempo trasferire l'impasto su un piano di lavoro infarinato, lavorarlo velocemente aggiungendo se necessario uno/due cucchiai di farina se dovesse essere troppo morbido. Stenderlo con le mani in modo da ottenere un rettangolo irregolare (circa 25x15 cm), spolverizzare sulla pasta il restante sale aromatizzato e distribuirvi anche le olive nere tagliate a pezzettini. Arrotolare la pasta su sé stessa e tagliarla a rondelle spesse circa 1 cm. Disporre le rondelle su una placca foderata di carta forno, spennellarle con l'olio e cuocerle per 30 minuti in forno statico a 180°C.


4 commenti:

  1. Ma sono l'unica che non ha dato un nome al Lievito Madre? :D Al massimo "il Coso".
    Bell'esperimento e bellissima iniziativa :)

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    1. Direi che "il Coso" va più che bene, nobilita il tuo blob informe! Anche io ho avuto serie perplessità ma alla fine mi sono convinta, non si sa mai cosa può succedere a un lievito madre arrabbiato per non essere stato battezzato ;-)

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  2. complimenti il tuo blog e' molto bello. Ti seguo con piacere. Se ti va passa a trovarmi. Buon w.e.
    http://dolciarmonie.blogspot.it/2012/06/chiamo-tutti-raccolta.html

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  3. Scopro ora che esiste quest'usanza:ho lasciato la mia pasta madre senza nome per quattro mesi!Mi perdonerà?
    (comunque il tuo blog è davvero bello, complimenti!)

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