giovedì 14 giugno 2012

Tortilla e retroscena di una foto


Potrebbe sembrare una foto come tante altre già presenti in questo blog: c’è qualcosa da mangiare in primo piano, ci sono stoviglie, posate, stoffe. C’è luce, c’è colore. I profumi ancora non riescono a passare attraverso lo schermo ma forse un giorno sarà possibile varcare anche questa frontiera.

Se ci fosse uno sfondo musicale…sarebbe il pianto fragoroso di minichef alquanto alterato per essere stato confinato nel suo box onde evitare che il set improvvisato in casa crollasse miseramente sotto i suoi attacchi!


Inutili i tentativi di spiegargli razionalmente che vetro e affini sono pericolosi e che la macchina fotografica di mamma è ancora troppo grande per le sue mani; la telecronaca “minuto per minuto” di ciò che facevo, nella speranza di incuriosirlo/ipnotizzarlo non ha sortito alcun effetto.

Cosa fare? A volte mi domando sul serio quale sia la formula magica per conciliare tutto. Ci pensavo giorni fa discutendo su twitter del tema #ufficioincasa. Non è facile, specialmente se al momento ufficio-salotto-sala da pranzo-angolo giochi coincidono. 


Qualche metro quadrato in più (ci stiamo lavorando…) e un buon asilo (anche su questo work in progress nonostante graduatorie e liste d’attesa O_o) aiuteranno, ne sono certa.
Ma nel frattempo come si fa a gestire lavoro, famiglia, passioni senza soccombere, arginando le crisi di gelosia del figlio verso il mio Mac? Io inizio a meditare!


Nella foto, tra le altre cose, c’era una tortilla di patate e dopo i pianti e le proteste anche il piccolo di casa ne ha assaggiato un pezzetto che ha contribuito a fargli tornare il buonumore. La ricetta della tortilla la trovate, insieme alla storia delle tapas, qui sul sito di Bilingue per Gioco.
Buona giornata :-)

7 commenti:

  1. Io non so come si fa a gestire le crisi di gelosia non essendo madre ma so che con un ufficio in casa si gestiscono tempi, risorse e possibilità in maniera migliore rispetto all'ufficio ufficio. Si recupera la dimensione umana del lavoro e dopo la fase iniziale in cui si lavora come forsennati per paura piano piano arriva la stabilità che passa anche attraverso parecchi compromessi con sè stessi, se non altro per far capire agli altri che a casa si sta per lavorare e non per andare alla posta, andare in banca, fare telefonate...

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    1. cara veru, sono convinta anche io che lavorare da casa costituisca una grande opportunità per il lavoratore ma anche per le aziende che possono avvalersi di collaboratori più motivati, in grado di gestire meglio il proprio tempo e le priorità! all'inizio magari è complesso - soprattutto quando bisogna organizzare anche un piccolino - ma sono convinta (lo spero sul serio) che sia possibile far quadrare tutto! insomma bisogna crederci sempre, che dici? :-)

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  2. Beh la foto è venuta benissimo, sarà anche per tutto quello che c'è dietro :)

    Marco di Una cucina per Chiama

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  3. Con questo post non ho sentito gli odori, ma ho visto perfettamente tutta la scena come se fossi stata lì! Dici che è perché conosco luoghi e soggetti in questione?! E la scena di te che cerchi di ipnotizzare il minichef mi ha fatto sorridere di cuore! In bocca al lupo per l'asilo! Un bacione

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    1. diciamo che conoscere luoghi e persone aiuta, ma credo sia una scena che si ripete in molte famiglie anche senza bisogno di macchine fotografiche e "piccole manie da foodblogger"! baci

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  4. Evviva minichef!!! Degno figlio di due buongustai. Ottima la frittata di patate..che mi ricorda qualcosa. Un forte abbraccio

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  5. Ciao Claudia!!!! eccomi finalmente sul tuo blog...ma che amooooore il minichef! Mi sembra di vedere la scena...ho sorriso! Si fanno certe acrobazie per riuscire a conciliare tutto! Vedrai che poi crescendo il minichef diventera' un valido aiutante per allestire i tavoli per le foto!!!!
    Sono contenta di averti conosciuta martedi sera!
    Un abbraccio e a presto
    PAola

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