venerdì 25 novembre 2011

Il tacchino!


Eccolo qua il tacchino di ieri sera! Un po' trafelata ma ci tenevo a postarvi la ricetta prima del fine settimana. Le mie amiche sembrano aver gradito questa versione del tacchino del thanksgiving anche se, per ridotta capienza del forno, ho optato per un arrosto farcito e arrotolato su sé stesso. Servito con un classico purè di patate e altre verdure (nel nostro caso pisellini e carote glassate) è un ricco piatto unico che fa subito festa.

Vi auguro di passare un ottimo fine settimana e adesso corro a fare la valigia per Lucca! Domani e domenica sarò alla manifestazione Il Desco ospite insieme ad altre bloggers de La Cucina Italiana. Vi ricordate i bottoncini alle castagne di qualche settimana fa? Sono proprio quelli che ho preparato per questo weekend di Castagne al Desco. Ci sarà da divertirsi: sono molto curiosa di incontrare altre ragazze che conosco solo virtualmente e poi seguiremo tutte insieme un corso di cucina e uno di fotografia. Vi racconterò prestissimo. Buonanotte e buon weekend a tutti!


Arrosto di tacchino
Ingredienti per 6 persone
  • 900 gr fesa di tacchino (una sola fetta aperta a libro)
  • 150 gr luganega
  • 150 gr spinaci freschi (peso già mondati)
  • 7 prugne denocciolate
  • 7 mandorle
  • 1 spicchio d'aglio
  • Olio evo
  • sale, pepe
Scaldare in una casseruola un cucchiaio d'olio evo, far rolosare lo spicchio d'aglio intero e aggiungere gli spinaci. Salare, pepare e farli cuocere due minuti. Quando saranno tiepidi, eliminare l'aglio e tritarli grossolanamente. Disporre gli spinaci al centro della fetta di tacchino con la luganega sgranata e le prugne (all'interno di ognuna avrete messo una mandorla).


Arrotolare e legare bene l'arrosto con il filo da cucina. Scottarlo per qualche minuto in un tegame con un filo d'olio, salare, pepare e farlo dorare su tutti i lati. Finire la cottura in forno caldo a 180 °C. per circa 40 minuti, girando l'arrosto a metà del tempo.


giovedì 24 novembre 2011

Thanksgiving


In linea di principio sono contro l'importazione incondizionata e acritica delle festività altrui. Per questo motivo non festeggio Halloween, anche se mi piacciono molto le zucche (come forse s’intuisce dalla foto), le decorazioni arancioni che invadono le vetrine e l'idea dei bimbi mascherati che bussano alle porte per un "dolcetto o scherzetto". Eppure negli ultimi anni ho celebrato il Thanksgiving dato che molti amici americani avevano il piacere di condividere con noi questo momento di festa.

Sarà forse colpa loro se oggi, ultimo giovedì di novembre e quindi Thanksgiving, sento nell'area un'atmosfera speciale. In realtà, pur mancandomi le motivazioni storiche e le forti valenze patriottiche della festività statunitense, quello che mi piace del Thanksgiving è il suo senso intrinseco: un giorno per ringraziare. Sarà che da piccola mi hanno insegnato quanto siano importanti le "paroline magiche" per favore, prego e...grazie. In fondo non c'è necessariamente bisogno di eventi epocali o di una data rossa sul calendario per un po' di gentilezza, no?

Un grazie a chi ci sta accanto, detto a voce o solo con gli occhi, per iniziare bene la giornata insieme. Un grazie al signore che tiene aperto il portone per farci passare quando tra passeggino (ok...sto personalizzando troppo), pacchetti e borsa dovremmo avere minimo quattro braccia. Un grazie a chi riesce a portare ottimismo nelle nostre giornate. Un grazie a noi stessi per aver fatto la scelta giusta.

Stasera avrò due amiche a cena e ho pensato di rimanere in tema, anche se il nostro incontro è nato senza alcun nesso con il Thanksgiving. Il tacchino c'è, la zucca anche adesso mi tocca solo andare ai fornelli.

Happy Thanksgiving!

PS: La ricetta del tacchino la troverete domani... altrimenti che sorpresa sarebbe per le amiche?!?! (e poi il tacchino ancora devo iniziare a cucinarlo ;)

lunedì 21 novembre 2011

Una verza di bellezza



Perdonate il mal riuscito tentativo di rima e seguitemi nel ragionamento: tra poco più di un mese sarà Natale con l'inevitabile e ben accetto corollario di pranzi, cenoni, dolciumi (e regali edibili). Poi, puntuale come un orologio svizzero arriverà l'anno nuovo e sarà un fiorire di diete fai da te, iscrizioni in palestra, buoni propositi di morigeratezza.

Ebbene, quest'anno ho deciso di giocare d'anticipo. Considerando che l'anno scorso ero a dieta ferrea causa panza, vorrei non dico abbuffarmi ma almeno poter gustare con piacere i piatti che tradizionalmente sono in tavola per le feste. Aggiungiamoci che, suonino le trombe e rullino i tamburi, lo scenario natalizio quest'anno è... chez moi (sì, il bilocale accoglierà a porte aperte la mia famiglia siciliana), si capisce che ci tengo a far le cose per benino.

venerdì 11 novembre 2011

Verso l'infinito e oltre


Ho la strana sensazione di essermi trasformata in una parete per l'arrampicata sportiva. Avete presente quei muri (sì, sono muri e null'altro) un po' dritti e un po' storti, pieni di strani bitorzoli che servono come punti d'appoggio, da cui pendono - felici e spensierati - degli incalliti sportivi? Io, uguale. Con la differenza che gli arrampicatori condividono gioie e dolori della loro arrampicata e, se cadono, il loro gentil di dietro finisce su morbidi materassi. Nel mio caso invece non solo l'arrampicatore è uno solo, ma la parete all'occasione si trasforma in materasso, pronto intervento, coach motivazionale.

lunedì 7 novembre 2011

Un aperitivo molto social


Uno degli aspetti che più mi piace dello scrivere un blog è la ricaduta social. In che senso? Nel senso che da quando ho aperto La Femme du Chef ho fatto la conoscenza con un mondo che prima ignoravo quasi del tutto: altri blog e soprattutto altre blogger con cui chiacchierare, la possibilità di scambiare opinioni, leggere storie interessanti, scoprire qualcosa di nuovo. Seguendo i percorsi non sempre lineari della rete mi ritrovo spesso incuriosita da progetti, idee, materie prime. E' successo con Rossella che mi ha fatto finire più di una volta in cucina per sperimentare la tradizione friulana (e vi anticipo che sempre grazie a lei il mio forno continua a lavorare senza sosta...), oppure con le mamme del Momcamp grazie a cui per una mattina tante penne virtuali hanno assunto le sembianze di donne vere!

Stavolta è stato un tweet de La Cucina Italiana a incuriosirmi e spingermi in cucina, passando prima per il mio negozio di fiducia a comprare l'ingrediente con cui cimentarmi: la farina di castagne. La sfida lanciata alle foodbloggers, infatti, è di ideare una ricetta utilizzando questo ingrediente, proprio nella stagione in cui le castagne sono tra le protagoniste della tavola. L'occasione è la manifestazione "Il Desco" che si svolgerà nelle prossime settimane a Lucca, dove avverrà anche la fase conclusiva del contest "Castagne al Desco". (ndr: ci vediamo il 26 e 27 a Lucca...ci sarò anche io!)

venerdì 4 novembre 2011

Pioggia e un pomeriggio da far passare

I pomeriggi di pioggia sono lunghissimi. Cominciano appena dopo pranzo, quando è necessario accendere una lampada per fare luce e riscaldare un po' la stanza. Continuano pigri nel silenzio di un libro da leggere o nel ticchettio delle dita che si muovono sulla tastiera, le orecchie sempre all'erta per cogliere dalla stanza accanto i segni di risveglio del piccolo che dorme. E poi, quando il richiamo della mamma arriva e ci sono un sorriso e due occhioni sgranati ancora pieni di sonno ad attenderti in culla, si presenta un grande punto interrogativo: adesso cosa facciamo?

É ancora presto per disegnare, inventare giochi di pirati e indiani, costruire castelli da distruggere insieme la sera andando a letto. Ma sono già passati i tempi del "poppata - cambio - nanna" quando i problemi erano altri ma i ritmi biologici del neonato garantivano un po' di autonomia. A otto mesi cosa mi invento per affrontare tre ore chiusi in casa senza soccombere alla noia e, di conseguenza, a un pupo nervoso? Io inizio a pensarci, intanto preparo un po' di frutta per la merenda (che male non fa), voi me la dareste una mano?

martedì 1 novembre 2011

Cattivissima me

(image from Google Images)

Il prologo
Durante i nove mesi di gravidanza le future mamme, per il bene dei pargoli, sono private di molti alimenti. Con la scusa della toxoplasmosi o della listeriosi i medici sembrano divertirsi a esercitare le più varie forme di tortura psicologica sulle suddette gestanti. Le quali, non solo vanno in giro per diversi mesi portandosi dietro il peso di un'altra persona, ma per di più lo fanno cariche anche di divieti da cui scaturiscono voglie a mai finire. La sottoscritta, nello specifico, è stata vittima della 'sindrome del testone' :). Individuata precocemente dalla ginecologa nel corso di un'ecografia, è stata arginata a suon di dieta ferrea e verdure lessate che hanno consentito a minichef di arrivare al mondo con una testa (e un peso) di tutto rispetto, senza rischiare di essere scambiato per un piccolo lottatore di sumo nella nursery.